Autonomia differenziata, l’accelerata di Calderoli scatena il dibattito politico

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Roberto Calderoli

Dopo che ieri il Disegno di Legge per l’autonomia differenziata è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dal titolare del dicastero per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, si sono registrate diverse reazioni.

La più attesa era forse quella del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, indicato a volte come colui che capeggia il fronte dei contrari alla riforma. L’ex sindaco di Salerno, nella conferenza stampa di fine anno, ha sostenuto che nel recente incontro a Napoli con il ministro Calderoli ha concordato una base di richieste a costo zero per la devoluzione dei procedimenti autorizzativi in materia ambientale, energetica, urbanistica, aree Zes e insediamenti produttivi.

“Mi pare complicato – ha detto De Luca – che in un anno si possano fissare i Lep, come da accordo con il ministro Calderoli, e si fissino i fondi perequativi. In ogni caso dobbiamo essere dei pacifici guerrieri, aperti al dialogo ma essendo armati e pronti a combattere”. Il riferimento di De Luca alle “difficoltà” sulle tempistiche è da leggere come una replica alle dichiarazioni dei governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, sulla necessità di chiudere la legge sull’autonomia nel 2023.

“Mi pare complicato chiudere in un anno: la tempistica che abbiamo definito con Calderoli è di sei mesi per approvare i Lep. Poi bisogna approvare una legge parlamentare di inquadramento generale dell’autonomia, che ha ricadute su tutte le Regioni. Quindi si dovrà aprire la discussione di merito”, ha precisato De Luca.

Una risposta diretta a De Luca arriva da Alberto Villanova, Presidente Intergruppo Lega – Liga Veneta in consiglio regionale del Veneto

“Prima di dichiarare guerra, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, potrebbe investire il proprio tempo in un modo più efficiente, ovvero quello di analizzare la proposta del Ministro Roberto Calderoli e proporre dei miglioramenti: l’Autonomia, è bene ricordarlo, porta a vantaggi a tutti, soprattutto alle Regioni del Sud.

Il Veneto attende da troppo tempo e durante questa lunga attesa ha già dovuto digerire azioni e interventi insostenibili e insopportabili, a partire dal reddito di cittadinanza sino all’ultima, ovvero lo spalma debiti della Sicilia (leggi qui).

Siamo stanchi solo di dare senza ricevere nulla in cambio. Se le richieste del Ministro Roberto Calderoli di approvare i Lep entro un anno non vanno bene al presidente della Regione Campania, De Luca, se ne farà una ragione”.

Pro Calderoli arrivano invece le dichiarazioni di Luca Zaia, rese anche queste oggi in conferenza stampa. “Non faccio il difensore del Governo – ha detto -, non è il mio mestiere, ma a questo Governo e al ministro Calderoli va riconosciuto che in 60 giorni hanno fatto, in tema di autonomia differenziata, ciò che i precedenti Governi non avevano compiuto in 5 anni, cioè da quando il Veneto ha celebrato il suo referendum. Non riesco proprio a capire coloro che scrivono di frenata per l’autonomia. Siamo invece in presenza di un superaccelerazione”.

Tra le voci critiche, Marco Sarracino, deputato e segretario metropolitano del Pd di Napoli: “La scelta di trasmettere il testo del Ddl sull’autonomia differenziata al Consiglio dei ministri, senza alcun tipo di confronto, è un gravissimo strappo istituzionale”.

La pensa così anche Mara Carfagna, presidente di Azione: “Sull’autonomia differenziata il ministro Calderoli continua a ignorare volutamente la più elementare grammatica istituzionale. Aver trasmesso il testo del disegno di legge direttamente alla presidenza del Consiglio, senza dunque prevedere prima il dovuto confronto istituzionale con le Regioni, conferma l’inaccettabile arroganza di un ministro inadeguato, chiaramente di parte, che non vuole una riforma nell’interesse di tutti ma una secessione di fatto a vantaggio di pochi.

Piernicola Pedicini europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale, ha detto “A favore di telecamere tutti sembrano dichiararsi contro l’accelerazione impressa da Calderoli sul progetto di autonomia differenziata. Eppure chi oggi finge indignazione di fronte a una strategia che da decenni è tesa a spaccare definitivamente in due il Paese, quando era tra le fila della maggioranza non ha mai mosso un dito per cancellare definitivamente il tema da ogni agenda di governo.

Il problema – sottolinea Pedicini – non può essere circoscritto al tentativo di Calderoli di bypassare il Parlamento, né al mancato confronto in Conferenza Stato-Regioni. Ora che le carte sono definitivamente scoperte su un disegno che non è altro che un evidente percorso separatista imposto dal Partito dei governatori del Nord, con la Lega nel ruolo di mano armata, non ci si può limitare ad alzare la voce contro la grammatica istituzionale”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare ha aggiunto: “Il testo presentato da Calderoli sancisce la secessione dei ricchi perseguita da decenni dalla Lega Nord. Non facciamoci ingannare dai Livelli essenziali di assistenza che sancirebbero comunque la disuguaglianza tra regioni ricche e Meridione. L’autonomia differenziata rappresenta il colpo definitivo per le regioni del Sud. Siamo di fronte allo stravolgimento dell’articolo 5 della Costituzione che sancisce l’unità e indivisibilità della Repubblica”.

Molte le voci di dissenso, dunque, alle quali il ministro Calderoli ha replicato lamentando che forse nessuno ha letto bene il testo: “Francamente mi sfugge il motivo per cui abbiano deciso di scagliarsi con tale impeto contro quella che definiscono ‘una torta avvelenata’ senza nemmeno avere effettiva consapevolezza dell’argomento. Di fronte a chi sostiene che io intenda garantire diritti civili e sociali diversi tra regioni diverse, rispondo che questo è l’esatto contrario di ciò che ho messo nella legge e che rappresenta l’antitesi del mio pensiero”.