I dati raccolti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riferiscono di circa 1 miliardo di persone nel mondo con una o più disAbilità. Tra queste, 240 milioni sono bambini e ragazzi. Il numero è superiore del 5% alle precedenti stime. che risalgono agli anni ’70; un aumento forse spiegabile con l’invecchiamento della popolazione, la rapida diffusione di malattie croniche, nonché i miglioramenti delle metodologie utilizzate per misurare la disAbilità.
In Italia, sono 2,8 milioni le famiglie che comprendono una persona con disAbilità (un anziano non autosufficiente, un minore o un adulto che ha bisogno di assistenza e aiuto quotidiano), e tra queste un quinto è in condizioni di deprivazione economica, con gravi conseguenze sulla qualità della vita.
Il rapporto ISTAT 2022, a tal proposito, punta il dito sul sistema di welfare del Paese, basato su sussidi economici insufficienti a evitare che la fragilità di un componente influisca negativamente sulle condizioni economiche e di vita della intera famiglia.
La sostenibilità economica è una delle principali barriere al miglioramento della qualità della vita.
Secondo un recente rapporto pubblicato sempre dall’OMS e dall’UNICEF, più di 2,5 miliardi di persone hanno bisogno di uno o più prodotti di assistenza, come sedie a rotelle, apparecchi acustici o applicazioni che supportano la comunicazione e la cognizione. Tuttavia, a quasi un miliardo di loro, è negato l’accesso, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove l’accesso può essere ridotto al 3% rispetto alla necessità di questi prodotti che cambiano la vita.
L’OMS ha supportato gli Stati membri nella misurazione dell’accesso alle tecnologie assistive per mezzo dell’intervista rATA rapid Assistive Technology Assesment 2020. Per l’Italia, l’implementazione è stata affidata a un consorzio di enti (l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione CENSIS, la rete Nazionale dei Centri Ausili GLIC e AIAS Bologna onlus). I risultati sono tuttavia parziali, in quanto il campione sottoposto a indagine (il più numeroso tra le ricerche sugli ausili in Italia) non può considerarsi rappresentativo dell’intera popolazione disabile del nostro territorio.
Ciò considerato, è impellente la necessità di promuovere la riforma già avviata con la l. delega n. 227 del 2021, i cui ambiti di intervento andrebbero a revisionare e riordinare la normativa di settore, a rafforzare la spinta alla digitalizzazione dei servizi, a semplificare l’iter di accertamento della malattia, a una valutazione multidimensionale della disabilità, per un progetto di vita personalizzato e partecipato, perché la disabilità non è una.
Quando si parla di disAbilità, si parla di persone che hanno bisogno di avere risposte diverse, in base ai particolari bisogni.
Ed è appunto la Persona che deve tornare a essere centro di attenzione e azione del Governo, ma è necessaria anche la rieducazione della cura dell’altro nel quotidiano.
Una vera Cultura al rispetto, fatta anche di piccoli accorgimenti ed empatia, è il presupposto dell’inclusione.
Per sensibilizzare, è istituita una Giornata mondiale della DisAbilità, che si celebra ogni anno il 3 dicembre, ma gli altri 364 giorni servano per concretizzare interventi utili a rendere per tutti la vita degna di essere vissuta.
Tutti possiamo e dobbiamo collaborare semplicemente partendo dai nostri comportamenti e correggendo cattive abitudini, spesso inconsapevoli, così da non rendere la vita di alcuni più complicata di quella di altri, ad esempio stando attenti a non occupare mai le aree di sosta (e gli spazi adiacenti indicati dalla relativa segnaletica) riservate alle auto di persone disAbili, a non bloccare con l’auto gli scivoli dei marciapiedi impedendone la fruizione, a rispettare gli spazi e i tempi di altri.
Sono tanti i cittadini e le Associazioni che, partendo da esperienze personali, si adoperano per sensibilizzare, supportare e proporre.
È fondamentale, insomma, agire su due fronti: istituzionale e culturale, nella volontà di un cambiamento che è necessario parta da azioni concrete, per il superamento di quelle barriere che aumentano le difficoltà giornaliere nella vita di tante persone.
Quante stazioni ferroviarie o metropolitane non sono ancora dotate di ascensori?
Quanti semafori non sono dotati almeno di segnalatore acustico?
Lo stesso linguaggio alza muri invece di costruire ponti: perché Disability e non Ability card? Perché “persone speciali” e non semplicemente “persone”?
«La disabilità è quindi un prodotto sociale: siamo noi, con i nostri comportamenti, a fare in modo che le vite di alcuni siano più complicate di altre» (Iacopo Melio)
FONTI
https://www.who.int/publications/i/item/WHO-NMH-VIP-11.01
https://www.iss.it/documents/20126/0/rATA_ITALIA_PRIMA+SINTESI.pdf/d1fa81d2-20d0-591c-6af3-18dde1b3dd7d?t=1652345273119
Sia il 3 Dicembre tutto l’anno! Anche perché “è facile parlare di disabilità”
https://www.unicef.it/media/rapporto-oms-unicef-piu-di-2-5-miliardi-di-persone-hanno-bisogno-di-uno-o-piu-ausili-medici/
https://www.cnr.it/it/news/11562/3-dicembre-giornata-internazionale-dei-diritti-delle-persone-con-disabilita