Caso Crisanti, opposizione in Consiglio regionale del Veneto: “Zaia riferisca in aula, soprattutto sulle politiche anticovid”

580
Andrea Crisanti caso report diritto di critica Salute in Veneto

Il Caso Crisanti tiene banco e le minoranze del Consiglio Regionale del Veneto chiamano all’appello il governatore Zaia.

È ancora tutto da capire l’esito delle indagini di Padova sulle presunte irregolarità nelle commesse di tamponi rapidi della Abbott e altrettanto presunte macchinazioni del governatore Veneto Luca Zaia contro Andrea Crisanti, microbiologo ex UniPd e senatore del Partito democratico (leggi qui).

Intanto, però, la polemica politica ha preso piede: già prima che andasse in onda ieri una puntata di Report, programma di inchiesta giornalistica di Rai3, dedicata proprio al caso, Crisanti si era dimesso dal suo ruolo accademico in Veneto e la struttura regionale della sanità aveva fornito la sua versione (che puoi consultare qui).

Quello che sta venendo fuori dalle intercettazioni del presidente Luca Zaia che riguardano la mia persona è gravissimo. E non ha nulla a che fare con la politica. Per come la vedo io, la scienza e la ricerca sono libere e tali devono rimanere. In alcun modo tollero pressioni e intimidazioni e le perseguirò nelle sedi opportune“, ha scritto ieri Crisanti sul suo profilo Facebook.

Oggi, tocca ai gruppi di opposizione che siedono nel Consiglio della Regione Veneto farsi avanti e trattare l’argomento chiamando in causa Zaia.

“Dopo il servizio di Report – fanno sapere in una nota congiunta – è tornato di grande rilievo sui media un tema sul quale abbiamo posto dubbi fin da subito, e cioè l‘utilizzo dei tamponi rapidi in regione Veneto durante la seconda ondata di Covid.

D’altronde è noto come la nostra regione sia stata tristemente tra le più colpite nel corso della seconda ondata, con uno dei rapporti più elevati tra il numero di decessi e quello di abitanti. Ed è quindi nostro dovere analizzare i fatti per comprendere come sia potuto accadere”.

I consiglieri e le consigliere quindi continuano: “A tal fine come forze di opposizione in consiglio regionale abbiamo chiesto ripetutamente di fare chiarezza in merito ai dati a supporto delle scelte di privilegiare i tamponi rapidi rispetto ai tamponi molecolari, in modo difforme da quanto suggerito dalle circolari ministeriali.

Dati che non sono mai arrivati, anche se Zaia sosteneva di essere in possesso di elementi che giustificavano la scelta. Alla luce però delle nuove evidenze emerse in questi giorni, il presidente Zaia ha il dovere di venire urgentemente in Consiglio a rendere conto delle politiche adottate nel contrasto al Covid e anche della vera e propria battaglia politica e legale intentata contro il professor Crisanti”.

Insomma, il caso Crisanti non passa inosservato: “Gli attacchi a Crisanti infatti – proseguono dall’opposizione consiliare – gettano una luce allarmante sui rapporti tra la sanità veneta e i vertici dell’amministrazione regionale.

Quella che pare essere di fronte a noi è una guerra tra politica e scienza. Una cosa che non accadeva dai tempi del Medioevo, perché istituzioni e mondo scientifico dovrebbero collaborare e non sfidarsi a colpi di carte bollate. Sembra un match di pugilato, che però non è ad armi pari: a partire dall’utilizzo delle querele contro uomini e donne di scienza, che non ha alcun senso di esistere.

A contare dovrebbe essere la salvaguardia dei cittadini, non dei singoli. Se Zaia ha sbagliato può serenamente ammetterlo e non fare una battaglia a tutti i livelli contro chi lo critica. Riteniamo indispensabile che si faccia chiarezza assoluta sui fatti emersi in questi giorni, a partire dal livello di scontro nei confronti del professor Crisanti da parte di chi guida la nostra Regione”, concludono i consiglieri.