Anche il Cub Veneto avverte puzza di marcio nelle intercettazioni di Zaia nell’inchiesta tamponi e annesso “Caso Crisanti”.
L’inchiesta della Procura di Padova sulle presunte irregolarità nelle commesse di tamponi rapidi fatte da Regione Veneto alla Abbott non hanno ancora portato a una decisione sul rinvio a giudizio o meno degli indagati.
Ovvero il medico trevigiano Roberto Rigoli, ex responsabile delle microbiologie del Veneto, e la vicentina Patrizia Simionato che all’epoca era la direttrice generale di Azienda Zero (oggi guida l’Aulss 5 Polesana). I due sono accusati di falso ideologico e di turbata libertà di scelta del contraente, mentre sul primo indagato pesa anche l’accusa di depistaggio.
Ma nella vicenda, ancora tutta da definire sul piano giudiziario, e tornata d’attualità in queste ore per via dell’approfondimento offerto ieri sera su Rai3 da Report (leggi qui), fioccano commenti. Tra questi quello di Maria Teresa Turetta, che del CUB federazione del Veneto è segretaria.
“Le novità uscite sui media regionali e nazionali prima dopo e durante la puntata di Report andata in onda ieri su Rai tre ci lasciano basiti: non solo per la gravità di quanto riferito rispetto al contenuto delle intercettazioni telefoniche, che hanno tirato in ballo il governatore veneto Luca Zaia, ma soprattutto per lo squallore umano nonché politico della manovre che avrebbero avuto l’attuale presidente della giunta regionale come fulcro di una campagna denigratoria nei confronti del professore Andrea Crisanti. Campagna che si giustifica alla fin fine con una vertigine da potere che sembra aver obnubilato lo stesso Zaia.
Alla luce di quanto è emerso in tv come sulla carta stampata troviamo una conferma importante rispetto alla scelta da noi fatta alcuni mesi fa di indirizzare alle autorità competenti un esposto sul dossier relativo ai cosiddetti tamponi rapidi: troppi, infatti, sono i sacrifici cui pazienti e lavoratori del settore sanitario furono costretti a patire
nel periodo della pandemia da Covid-19 per non capire che rispetto a quella vicenda c’era e c’è pane per i denti dei magistrati. Ora, specie per chi è indagato, come il dottor Roberto Rigoli, sarà la magistratura a dire una parola definitiva”.
Poi l’affondo sul governatore: “Diversa invece e per certi versi ben più grave è la posizione di Zaia – dice la Turetta -. Sebbene non sia indagato, le intercettazioni che lo hanno visto
bersaglio indiretto mostrano come il governatore fosse completamente assorbito in una operazione di character assaniation nei confronti di Crisanti i contorni della quale appaiano avvolti in una nebbia putrida.
E ancora, se per quanto riguarda Crisanti una cabina di regia occulta avesse deciso di affossarlo per ragioni inconfessabili, se questa cabina di regia fosse costituita da personaggi politici, da uomini delle istituzioni o degli apparati, da soggetti legati ad un qualsiasi sodalizio o legati magari al mondo delle imprese editoriali e persino da giornalisti collusi col potere e se questa consorteria avesse violato le norme penali, allora la magistratura dovrebbe intervenire all’istante: in primis per identificare e punire eventuali responsabili”.