Il Castello di Santa Severa a Santa Marinella, la “Perla del Tirreno”

1878
Castello di Santa Severa a Santa Marinella, ph. Simona Servillo
Castello di Santa Severa a Santa Marinella, ph. Simona Servillo

È chiamata proprio così Santa Marinella, la “Perla del Tirreno”, grazie alla vocazione turistica della località, che attira numerosi visitatori per la mitezza della sua temperatura e la bellezza delle sue spiagge, oltre all’interesse archeologico che riveste.

E, infatti, muoversi in un territorio come quello della zona costiera laziale significa anche fare un bagno in un coacervo culturale che affonda le radici nei secoli e nei millenni passati, segnati dalla presenza di fenici, greci, etruschi, romani e tante altre popolazioni che hanno abitato la zona, come abbiamo potuto testimoniare durante i viaggi nella Tuscia.

La città di Santa Marinella conserva in maniera magistrale, infatti, un patrimonio artistico, storico e archeologico che vale davvero la pena visitare: dalla zona più a nord, quella al confine con Civitavecchia, fino a quella più a sud al confine con Cerveteri e Ladispoli, Santa Marinella è costellata di siti estremamente interessanti, come il Santuario etrusco di Punta della Vipera, l’abitato etrusco di Castellina fino ad arrivare al Castello di Santa Severa e l’area archeologica di Pyrgi.

Interessanti sono anche i numerosi ponti romani che costellano la città, oltre alle caratteristiche Peschiere di Punta della Vipera e Castrum novum, collocate sulla litoranea lungo la via Aurelia. Le peschiere sono singolari strutture sommerse, visibili in maniera più puntuale attraverso strumenti aerofotografici, di forma generalmente rettangolare, anche se in quella di Punta delle Vipera, leggermente riaffiorante dal livello del mare, è visibile un bacino centrale di forma circolare di oltre 20 metri di diametro. Gli impianti, risalenti addirittura al I secolo a. C., servivano per l’allevamento di pesci e molluschi ed erano dotati di tecnologie idrauliche per il deflusso della fauna e la purificazione delle acque.

Lungo la punta meridionale di Santa Marinella si colloca la frazione di Santa Severa, al confine con Cerveteri, l’antica Caere, alla quale è collegata, in cui sorge l’interessante sito archeologico di Pyrgi. Così si chiama, infatti, dal nome greco Πύργοι, la località portuale abitata dagli Etruschi alle pendici dei Monti della Tolfa, diventata poi una colonia marittima dotata di una fortezza a pianta rettangolare con la romanizzazione dell’area. All’interno del sito gli scavi archeologici hanno portato in superficie due diversi templi: uno di ordine tuscanico a tre celle, risalente al 470-460 a.C. e uno più antico databile, addirittura, intorno alla fine del VI secolo a.C.

Gli storici e gli archeologi, ricostruendo tutto il traffico fenicio, greco ed etrusco della zona, hanno ipotizzato che il santuario, che è l’elemento caratterizzante del porto di Pyrgi, fosse dedicato alla dea etrusca Uni, assimilata alla romana Giunone e alla Grande Madre fenicia Astarte.

A pochi kilometri di distanza dal sito archeologico di Pyrgi sorge, sempre a Santa Marinella, il monumentale Castello di Santa Severa, situato su un promontorio che si spinge fin dentro il mare e che, secondo recenti scoperte archeologiche, vanterebbe un nucleo risalente, addirittura, all’epoca paleocristiana. Si tratterebbe di una chiesetta dedicata a Santa Severa, una giovane cristiana di origini pyrgensi martirizzata sotto l’imperatore Diocleziano nel III secolo. Probabilmente nel luogo in cui venne martirizzata oppure nella casa in cui visse fu eretta poi la chiesetta, venuta alla luce solo nel 2007. Altrettanto interessante sarebbe poi comprendere come mai il culto di questa giovane cristiana pyrgense sia poi approdato al di là del Tirreno in terra sarda, dal momento che ancora oggi viene celebrata in almeno quattro diverse località sarde: Santa Giusta (OR), Ollastra Simaxis (OR), San Gavino Monreale (SU, cioè Provincia Sud Sardegna) e Gonnosfanadiga (SU).

In realtà, però, quello che viene generalmente chiamato Castello di Santa Severa non è che un bellissimo borghetto medievale e rinascimentale cinto da poderose mura, un complesso architettonico recuperato dall’Ordine del Santo Spirito, che ne rimase il proprietario fino al 1980, all’interno del quale ci sono giardini, edifici che accolgono un Museo del mare e della navigazione, La Rocca, vero e proprio castrum del XIV secolo, che ospita il Museo del Castello di Santa Severa e, infine, una Torre saracena probabilmente del IX secolo.

Il nostro invito è a visitare il borghetto durante manifestazioni particolari in cui il borgo è tirato a lustro e si respira aria festosa anche per i più piccoli, come in prossimità delle festività natalizie, quando numerose associazioni si prodigano per organizzare il Villaggio di Natale al magico Castello di Santa Severa…approfittatene, è aperto fino all’8 gennaio!