Anarchici, 41 Bis e Donzelli, Zanettin (FI): “Fiducia in Nordio, l’articolo non si tocca, serviva più prudenza”

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Pierantonio Zanettin

Dagli anarchici in protesta per Cospito e il 41 bis fino alle dichiarazioni shock di Donzelli: sono stati giorni intensi per i dibattito politico. E una summa di tutto questo si è avuta ieri, mercoledì 1 febbraio 2023, durante l’informativa del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulla vicenda che riguarda Alfredo Cospito e sulle polemiche seguite alle affermazioni di ieri di Giovanni Donzelli.

Si parte dunque dallo sciopero della fame portato avanti dal terrorista e anarchico italiano in segno di protesta contro il regime carcerario duro al quale è sottoposto da ergastolano per gravi reati (leggi qui), alle frasi fuori dal seminato istitutzionale dell’esponente di Fratelli d’Italia.

Martedì scorso, il deputato Giovanni Donzelli – per la cronaca – ha parlato alla Camera durante la discussione sulla proposta di legge per l’istituzione della Commissione parlamentare antimafia e ha commentato il caso Cospito, definendo l’anarchico un “influencer che la mafia sta utilizzando ​​per far cedere lo Stato sul 41-bis”.

Nordio, nell’informativa al Parlamento, ha ribadito l’intransigenza dello Stato sul 41 bis. Su Donzelli ha chiarito che i documenti in suo possesso “meritano doverosi approfondimenti” sul livello di segretezza degli stessi e se si possano divulgare. Se ne occuperà il suo Capo di Gabinetto con una sorta di indagine.

Su tutto questo è intervenuto il senatore vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin, sia in aula che con i cronisti a margine dell’informativa.

“Al di là dell’esito degli accertamenti, maggiore prudenza in certe esternazioni sarebbe stata più opportuna – ha detto, riferendosi a Donzelli –. Se si trattava di dati segreti, riservati o liberi, le conseguenze giuridiche e politiche sarebbero diverse. Questo accertamento spetta in primis a Nordio e agli uffici del ministero. Accetteremo con serenità tutte le decisioni che andrà ad assumere”.

Inoltre ha aggiunto: “Il dato grave che è emerso da quanto riferito e fino ad ora non smentito da nessuno, è che c’è stata una saldatura fra la battaglia politica di Cospito ed elementi della criminalità organizzata mafiosa”.

Zanettin ha poi commentato sul 41 bis, chiarendo che “non si tocca”, ma “lo Stato dovrà fare di tutto perché (Cospito, ndr) non muoia in carcere, financo il Tso, non possiamo permetterci che diventi il Bobby Sands italiano”. E ha inoltre ricordato che “il 41 bis, messo a regime dal governo Berlusconi nel 2002 e rafforzato nel 2009, ha funzionato e continua a funzionare bene e permette di recidere in modo netto i legami tra i vertici delle organizzazioni criminali e i loro sodali”.

Poi, dall’esponente azzurro una stoccata al Partito Democratico: “Chi ritiene che il 41 bis debba essere revocato o abolito deve dirlo chiaramente. In una recente intervista dell’ex ministro Orlando si coglie un senso di critica al 41 bis. Chiedo dunque al Pd: condividete quelle posizioni? Pensate che debba essere modificato? Ma ricordatevi che la legge è uguale per tutti. Non possiamo pensare di modificare il 41-bis magari per gli anarcoinsurrezionalisti e lasciarla invece per i mafiosi o per i terroristi islamici. Se la norma del 41-bis deve esistere, deve valere per tutti quelli che aggrediscono lo Stato, senza simpatie da una parte o dall’altra. Questa non vuole essere una polemica, ma la verità, perché è troppo facile fare i garantisti a tempo alterno”.

Inoltre, in aula, Pierantonio Zanettin ha approfondito la sua opinione sui contrari al carcere duro: “Chi ritiene che il 41-bis debba essere modificato o abolito ha il dovere di dirlo in modo esplicito. Qualcuno nei giorni scorsi ha detto che il 41-bis ha fatto troppi danni e va abolito. Chi è stato? Lo ha detto a chiare lettere Gherardo Colombo, un ex magistrato di Mani pulite. Pongo pertanto un quesito a quest’assemblea: se queste dichiarazioni, invece di renderle Gherardo Colombo, le avesse rese il presidente Berlusconi, cosa sarebbe successo? Quali ululati si sarebbero alzati dai banchi del Movimento 5 Stelle? Quanta indignazione sarebbe stata manifestata, credo, anche all’interno del Partito Democratico?

Noi – ha proseguito Zanettin rivolgendosi all’assemblea – sappiamo bene che essere garantisti non è facile: noi lo siamo sempre stati a 360 gradi, non andando da una parte o dall’altra a seconda delle convenienze politiche del momento”.