La domanda non è retorica, anzi è di stretta attualità: come fa una squadra come l’LR Vicenza a vincere una partita in trasferta contro una pericolante segnando sei gol e perdere quella successiva in casa contro un’altra candidata alla retrocessione? La risposta è secca: succede perché è una squadra senza personalità e senza continuità. Questo si sa da molto tempo, ma i correttivi non sono stati presi dalla società. Oltre che qualche affidabile difensore e un paio di mediani con i fiocchi, che comunque a gennaio non sono arrivati, serviva un leader, un giocatore alla Giancarlo Salvi, capace di guidare i compagni in campo. Ma questo lavoro dovrebbe farlo l’allenatore, si potrebbe obbiettare. È vero fino a un certo punto perché l’allenatore è in panchina e non nel campo e il contatto diretto con i giocatori ce l’ha solo nell’intervallo, mentre un leader è in mezzo al gioco e può guidare personalmente e in tempo reale il comportamento della squadra.
Un compagno esperto e autorevole, insomma, che rincuora o magari rimprovera (nel modo giusto), che dà i tempi dell’azione e consiglia la mossa migliore, che difende e sprona il giovane e tiene unito il gruppo nei momenti difficili. Un uomo così non c’è, almeno apparentemente, nell’LR Vicenza.
La continuità è una chimera
Quanto alla continuità, che è ormai acclarato sia il requisito sufficiente per vincere il girone, per questo Lane è una chimera. Non è l’unica squadra a difettarne, per fortuna, ma la lacuna è più vistosa per i biancorossi. Non c’è continuità né nel breve né nel medio termine, visto che si sono alternate prestazioni brillanti ad altre inguardabili e che si è passati più volte e senza spiegazioni tecniche da serie positive a serie negative e viceversa.
La continuità di rendimento è caratteristica di una squadra matura ed equilibrata e, invece, questo LR Vicenza è squilibrato nella qualità della rosa, in cui prevalgono buoni attaccanti e mancano difensori all’altezza, e non ha un suo esprit d’équipe, come si vede chiaramente nell’alternarsi di intensità agonistica nel corso della stessa partita.
Non sempre, è ovvio, si può giocare una gara intera a tutta birra e le pause ci stanno anche perché è l’avversario a imporle, ma non è normale giocare un tempo da leoni e un altro da mozzarelle. Non c’è una spiegazione evidente e non l’hanno trovata finora nemmeno i responsabili dell’area tecnica. E la fantasia del tifoso è autorizzata a insinuare (come succede da che mondo è mondo) che ci siano fattori, diciamo così, di distrazione nella vita dei giocatori o fratture in spogliatoio. Spiegazioni che, per carità, non si possono escludere ma che deviano l’attenzione dal vero punto critico che è sicuramente tecnico e sportivo.
Nella partita con il Sangiuliano l’evidenza dei limiti dei biancorossi
La partita con il Sangiuliano è stata esemplare della schizofrenia agonistica dell’LR Vicenza. Mai si era visto in maniera così evidente come contro i lombardi un cambiamento di rendimento. Altrettanto evidente è stata la dipendenza dalla giornata dei giocatori più qualitativi che, in biancorosso, sono gli attaccanti. Ferrari, Della Morte e Stoppa hanno ciccato tutte le conclusioni che hanno avuto a disposizione e non è bastato il gol di un centrocampista a vincere la partita. Anche su questo aspetto ci sarebbe da farsi qualche domanda: come si spiega che un attacco passi dal segnare caterve di gol a prestazioni stitiche? L’LR Vicenza si schiera con tre punte e ne cambia almeno una in corso di gara, e neppure così, certe volte, arriva il gol.
Contro il Sangiuliano si è visto, almeno, il miglior Ronaldo. Il brasiliano, agevolato dal controllo a distanza degli avversari, si è mosso con un dinamismo e una lucidità finora inediti, sciorinando passaggi sontuosi (come quello a Greco che ha fruttato l’1-0), dribbling e tiri. Un repertorio completo per un’ora intera che è, però, venuto a mancare nell’ultima mezzora. E non per niente, affievolendosi il contributo del regista, si è annacquato fino alla prevedibilità quell’accenno di gioco di squadra che aveva illustrato il primo tempo.
Nei minuti finali il peso del match è finito tutto sulle spalle della difesa e, come al solito, il reparto ha dimostrato tutti i suoi limiti e, in 37’, il Sangiuliano (che nelle precedenti 14 trasferte aveva segnato 15 gol) ne ha rifilati tre alla corazzata LR Vicenza.