Pedemontana Veneta, Zanoni e Bigon (Pd) chiedono chiarezza sui nodi irrisolti

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“Pedemontana Veneta: è dell’ottobre 2018 la lettera di Antonio Mezzera, magistrato della Corte dei Conti e presidente della Sezione Centrale di Controllo sulla Gestione delle Amministrazioni dello Stato, che incalzava la Regione del Veneto attorno ad alcuni nodi critici che la riguardano”. A ricordarlo in un’interrogazione i consiglieri regionali del Partito Democratico, Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon. 

“Il magistrato Antonio Mezzera in particolare, evidenziava che a fronte di un costo dell’opera che, attualmente, è previsto inferiore ai 3 miliardi, con il nuovo assetto convenzionale la Regione del Veneto dichiara che l’esborso nei confronti del privato sarà pari ad oltre 12 miliardi. Si chiede, pertanto, – aggiungono i consiglieri – di riferire sulle iniziative intraprese o che si intendono intraprendere nei confronti dei responsabili dell’assetto convenzionale produttivo di tale ingentissimo aggravio economico a carico delle finanze pubbliche”. 

“A quella richiesta – evidenziano gli esponenti dem – il Commissario straordinario alla Superstrada replicó con una non risposta, evitando anche solo di elencare le iniziative intraprese o che si intendevano intraprendere nei confronti dei responsabili del precedente assetto convenzionale relativo alla Pedemontana Veneta, che aveva causato un ingentissimo aggravio economico a carico delle finanze pubbliche.

Peraltro, con il Bilancio regionale di previsione 2023-2025, risultano pesantemente in negativo, sempre in relazione alla Pedemontana, tutti e tre gli esercizi finanziari considerati: Anno 2023 -29.188.799,83; Anno 2024 -19.179.463,8; Anno 2025 -17.254.068,38, per un totale di oltre 65 milioni e mezzo.

Con questo bilancio abbiamo avuto per la prima volta la prova evidente del buco che la Pedemontana provoca alle casse regionali. Da sempre denunciamo le condizioni folli di una convenzione di 39 anni a canoni annuali crescenti.

Se già oggi, con un canone di 150 milioni, ci ritroviamo perdite consistenti, cosa accadrà in futuro, quando le cifre che la Regione dovrà rinoscerere a Sis, toccheranno livelli via via sempre più elevati fino a 450 milioni? La Corte dei Conti ci aveva visto lungo. Chiediamo dunque che la Giunta regionale ci dica quali provvedimenti ha assunto nei confronti di chi ha stabilito queste condizioni capestro che vincolano tutti i futuri bilanci regionali ad una coperta cortissima, in nome della quale, per pagare la Pedemontana, si è già costretti a tagliare su servizi essenziali come quelli della sanità.

Pertanto, chiediamo all’Assessore regionale alle Infrastrutture – concludono Zanoni e Bigon – in cosa consistano, nel dettaglio, tutte le iniziative intraprese nei confronti dei responsabili dell’assetto convenzionale cui fa riferimento il magistrato Antonio Mezzera”.