Una delle opere simbolicamente più importanti del Museo d’arte sacra di Monte Berico, è il ritratto di Vincenza Pasini, testimone delle apparizioni mariane che hanno portato alla fondazione nel 1428 del santuario vicentino, verrà nei prossimi giorni sottoposto a indagini diagnostiche non invasive per comprendere in modo più approfondito la sua genesi pittorica.
L’intento è di riuscire conoscere gli aspetti tecnico-esecutivi, contestuali e le dinamiche che hanno portato alla creazione dell’opera, di proprietà della Conservatoria dei Musei civici di Vicenza, probabilmente una copia seicentesca di un perduto originale quattrocentesco.
L’intervento sarà realizzato grazie alla generosità dell’Associazione Domenico Cariolato, nell’ambito del Premio Domenico Cariolato, giunto alla sua seconda edizione, che include una sezione dedicata a finanziare dei progetti culturali e sociali.
La collaborazione con il Museo d’arte sacra di Monte Berico, diretto da padre Roberto Cocco dell’Ordine de Servi di Maria, risponde agli obiettivi dell’associazione che, in nome del celebre garibaldino vicentino e del suo importante contributo alla vita civile e sociale della sua città, vuole attualizzarne la memoria, incentivando la partecipazione attiva della cittadinanza in ambito sociale e culturale, e incrementare la valorizzazione della città di Vicenza.
“Il cammino verso le celebrazioni del 7 marzo 2026, quarto centenario dell’apparizione della Vergine Maria a Vincenza Pasini, a cui è seguita la fondazione del santuario, si arricchisce di un nuovo progetto grazie all’iniziativa dell’Associazione Domenico Cariolato e del Museo d’arte sacra di Monte Berico – commentano il sindaco e l’assessore alla cultura -. L’avvio delle indagini su un dipinto, di proprietà dei Comune di Vicenza, che raffigura la veggente consentirà di conoscere alcuni aspetti dell’opera tutt’ora ignoti. L’iniziativa ha soprattutto una valenza devozionale che aggiunge un nuovo approfondimento in vista dell’iniziativa Un Giubileo per la rinascita – Monte Berico 2026”.
“Questo ritratto è una vera e propria icona devozionale nel santuario, perché custodisce la memoria del volto di quell’anziana donna che si è fatta messaggera della volontà mariana, all’origine dell’atto fondativo di questo luogo di fede e bellezza – rammenta padre Carlo Rossato, rettore del santuario e priore della comunità dei Servi di Maria di Monte Berico -.
“L’Associazione Domenico Cariolato, in occasione della seconda edizione del Premio Domenico Cariolato, oltre alla sezione dedicata al riconoscimento al merito, ha deciso di sostenere e finanziare anche un progetto culturale e sarà questo un modo di ribadire il suo amore verso Vicenza, la sua cultura, le sue più radicate e sentite tradizioni. E’ nata una bella collaborazione con il Museo e ne siamo felici”- dichiara Patrizia Rossini, presidente dell’Associazione.
Il ritratto rappresenta il volto di Vincenza Pasini (morta nel 1431), “che fu degna di vedere la Beata Maria Vergine”, come afferma l’iscrizione presente sulla tela. Analizzando gli aspetti paleografici, il testo della dedica – formulato in prima persona – risale a non prima del XVII secolo. Tuttavia, tale iscrizione fa riferimento a un certo “Girolimo Tonisi pittor senese”, il quale si dichiara risanato dalla peste, assieme alla consorte, grazie all’intercessione di questa “buona donna di età di anni settanta”, tra l’altro sua vicina di casa. Fino al XIX secolo l’opera era collocata nella chiesa di Ognissanti, in Borgo Berga, dove si trovava il sepolcro di donna Vicenza. La chiesa aveva un altare dedicato alle apparizioni mariane a Monte Berico, con la pala dipinta nella bottega dei Maganza, custodita ora nella chiesa di San Giorgio in Gogna.
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Fonte: Comune di Vicenza