Proviamo a leggere la proposta di legge denominata «Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana Presentata il 23 dicembre 2022» a firma dei 23 deputati Rampelli, Amich, Caiata, Ciaburro, Ciocchetti, Colombo, Comba, De Corato, Gardini, Longi, Maiorano, Marchetto Aliprandi, Milani, Pietrella, Polo, Pozzolo, Roscani, Fabrizio Rossi, Testa, Tremaglia, Vietri, Vinci
Proviamo, quindi, a leggere il presente proclama con tono fermo, audace e solenne, come i cinegiornali dell’Istituto Luce: Italiani! In attesa che si torni al Voi nelle comunicazioni ufficiali, al posto del “lei femmineo, sgrammaticato, straniero“, ventitre italici patrioti, fieramente capitanati dall’Onorevole Deputato Fabio Rampelli, del PNF di FdI, hanno depositato alla Camera una Proposta di Legge per tutelare l’Italico idioma, dalle nefaste influenze straniere!
Ecco che in conferenze, manifestazioni, o pubbliche riunioni, organizzate sul Patrio Suolo, non saranno consentite altre lingue, se non sia messo a disposizione l’utilizzo di sistemi di traduzione che garantiscano la perfetta comprensione in lingua italiana dei contenuti dell’evento. -Art 3.
Capiremo quindi, finalmente, cosa dicono quei maledetti arabacci nelle loro moschee… o quello che si dice nei congressi della Liga Veneta!
Nondimeno, le sigle e le denominazioni delle funzioni ricoperte nelle pubbliche amministrazioni e nelle aziende che operano nel territorio nazionale dovranno essere in lingua italiana, quindi addio a manager, marketing, in house ed altro simile gergo, mutuato dalla perfida Albione! -Art. 4
Modifica dell’art. 1346 del codice civile. I contratti dovranno essere stipulati in Italico idioma. Il contratto è tradotto in lingua straniera qualora una delle parti contraenti sia residente o cittadino in un Paese diverso da quello italiano. -Art. 5
Le bestemmie, imprecazioni e profanazioni varie degli imprenditori veneti, che hanno operai di 13 nazionalità diverse e dovranno far tradurre i loro contratti di lavoro nelle varie lingue, andranno anch’esse debitamente tradotte, ai sensi del precitato art. 3.
Chi non ottempererà a questi sacri obblighi verrà sottoposto a persuasive sanzioni pecuniarie (manganello e olio di ricino dicono siano, per ora, incostituzionali) da 5.000,00 a 100.000,00 euro. -Art. 8
…. a cominciare, credo, dal ministro Adolfo Urso e dal suo ministero delle imprese e del Made in Italy…
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