Le battaglie per i diritti non hanno un inizio e una fine, Meritocrazia Italia: “Sono storia continua”

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Le battaglie per i diritti non hanno un inizio e una fine
Le battaglie per i diritti non hanno un inizio e una fine

Le battaglie per i diritti non hanno un inizio e una fine. Condividere con altri un sogno comune, un progetto ambizioso, può regalare momenti di grande soddisfazione. In nessun percorso impegnativo, però, mancano difficoltà e ostacoli all’apparenza insormontabili. La costruzione è sempre complicata, anche sul piano emotivo.

La Direzione Nazionale della scorsa settimana ha segnato un momento di crescita importante per il gruppo e per i singoli. L’insegnamento più grande è venuto da chi, pur vivendo situazioni personali molto complesse, ha voluto ricordare che è presuntuoso credere che i propri problemi vengano prima di quelli altrui. Nessuno è libero da pensieri e preoccupazioni. Per nessuno è facile mai. Nessuno è legittimato a crogiolarsi nella lamentela, affidandosi all’impegno e al sacrificio d’altri.
Per fortuna ci sono persone capaci di dare l’esempio, combattendo quotidianamente contro i propri limiti e cercando il coraggio di essere felici e di guardare al futuro con ottimismo.

Parlando di modelli di virtù, Martin Luther King non si limitò a prendere atto delle evidenti contraddizioni che lo circondavano. Da persona di colore condivideva tanto, fin da bambino, con persone bianche, ma subiva comunque ingiuste esclusioni. Non è un passato troppo lontano quello in cui le classi scolastiche o anche solo le sedute degli autobus erano divise secondo il colore della pelle. Luther King volle aspirare a un mondo diverso e adoperarsi per la conquista di diritti fondamentali. Per prima cosa, si mise a studiare. La svolta l’ebbe quando iniziò la fase di predicazione nelle varie chiese, convinto che la vicinanza a Dio potesse assicurare realizzazione al sogno di eguaglianza. All’inizio non fu semplice e sembrava che il suo impegno non facesse presa. Ma non mollò. Continuò a insistere sulla necessità del riconoscimento della pari dignità. Poi un giorno accadde un fatto. Una donna di colore, Rosa Parks, salendo in autobus alla fine di un’estenuante giornata di lavoro, trovò tutti i posti assegnati alla gente di colore occupati. Non riuscendo a stare in piedi, occupò uno di quelli dei bianchi. Non bastarono le sollecitazioni del controllore a convincerla a spostarsi. Finì per essere arrestata, ma da allora Rosa Parks è l’emblema di una cultura nuova, della reazione che Martin Luther King cercava di sollecitare con i suoi tanti discorsi. A seguire, infatti, fu fatto divieto alle persone di colore di utilizzare gli autobus, ma incredibilmente, in segno di solidarietà, neppure i bianchi vollero più salire. E gli autobus restarono vuoti. Martin Luther King fu incriminato per aver fermato il servizio pubblico. E vinse la sua battaglia.

Questo per dire che, per cogliere i frutti della semina, bisogna sempre saper attendere. Non esistono progetti in grado di dare immediata soddisfazione. Serve tempo soprattutto per quelli che puntano a risultati importanti, che richiedono la collaborazione di molti. Allineare le idee è cosa complicata.

Ma la goccia, che cade con costanza nello stesso punto, finisce per scavare la roccia più dura.

Il segreto è nella voglia di esserci. Nella capacità di fare squadra. Di essere davvero differenti da tutto il resto, per proporre soluzioni originali, sfuggendo alla trappola della banalità nella quale in tanti cadono inconsapevolmente. Il progresso impone di abbandonare logiche di stretta emergenza e di puntare al meglio, con visione.

All’esito della Direzione Nazionale, Meritocrazia ha confermato i suoi obiettivi e si è impegnata ad avviare una raccolta firme per la modifica della legge elettorale, in sinergia con chiunque voglia unirsi al gruppo per affrontare la nuova sfida. Intanto continua a studiare, per proporre una riforma adeguata a garantire stabilità e rappresentatività, e affrontare con consapevolezza un tema da sempre divisivo.
Si tratta, ancora una volta e sia pure in modo diverso, di una battaglia per la libertà. Per la libertà del cittadino, che deve poter decidere, e decidere con coscienza, perché la vera democrazia sia realizzata. Va sanata quella frattura tra Stato e popolo, che è parte delle ingiustizie della società moderna.

Le battaglie per i diritti non hanno mai un inizio e una fine. Sono storia continua di coraggio e intraprendenza. Sono storia continua di rispetto, per se stessi e per gli altri.

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Fonte: Le battaglie per i diritti non hanno un inizio e una fine. Sono storia continua

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