Volevano massaggi hard: convocati dalla Finanza

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Massaggi hard
Massaggi hard

I clienti di un centro massaggi di Musile di Piave sono stati ascoltati in relazione a un caso di sfruttamento della prostituzione

Pensavano che quei massaggi “speciali” non potessero causare loro problemi. A sorpresa, invece, si sono ritrovati convocati dai finanzieri: è quanto è accaduto ai clienti del Centro Tuina Relax di Musile di Piave, in provincia di Venezia, che sono stati chiamati a presentarsi presso la caserma della Guardia di Finanza di San Donà.

Ai clienti in realtà non è stato contestato alcun illecito, ma ritrovarsi coinvolti pubblicamente in qualità di testimoni in un caso di sfruttamento della prostituzione – questo il principale reato contestato alla donna che gestiva il centro benessere – non deve essere stato propriamente piacevole: allo stress della vicenda, si aggiunge infatti lo stigma sociale di trovarsi collegati, seppure senza avere commesso niente di illegale, a un caso giudiziario di una certa rilevanza.

Il copione è identico a quello di tanti centri massaggi “borderline”: i clienti si recano sul posto ufficialmente per un normale massaggio, ma concordano in realtà prestazioni sessuali con le ragazze che lavorano nel centro. Peccato che queste vengano spesso cooptate con metodi a dir poco discutibili e che tra le lavoratrici di questi centri siano talvolta presenti persone in posizione di irregolarità (l’altra ipotesi di reato nel caso di Musina è proprio quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).

Ufficialmente, il centro massaggi di Musile di Piave era intestato a un uomo che è risultato irreperibile, probabilmente un prestanome o magari qualcuno del tutto inconsapevole della vicenda. Le ragazze da “offrire” ai clienti venivano cooptate tramite annunci di lavoro su WeChat, una sorta di “WhatsApp” made in China, mentre i contatti con gli interessati venivano gestiti dalla presunta proprietaria tramite un’utenza telefonica intestata a un altro uomo irrintracciabile.

Rivolgendosi a realtà poco affidabili come ad esempio i tanti centri massaggi dietro i quali si celano organizzazioni dedite allo sfruttamento, i clienti corrono pericoli non indifferenti: innanzitutto perché poi non sanno con chi si ritrovano veramente a che fare, e in secondo luogo perché rischiano di trovarsi coinvolti in vicende giudiziarie “più grandi di loro”. Nel caso del Centro Tuina Relax in questione, si dovrà infatti verificare che questo non faccia parte di un sistema più ampio di reclutamento di ragazze.

Per chi va in cerca di incontri piccanti con escort, l’unica alternativa sicura consiste nel rivolgersi a siti internet affidabili, dove sono previsti sistemi di verifica delle informazioni pubblicate e si sa quindi a chi ci si va ad affidare. Portali di questo tipo permettono agli utenti di pubblicare recensioni degli incontri con le escort: il più grande in Europa vanta oltre 5 milioni di utenti unici mensili e ospita quasi 600mila pareri degli utenti.

In questo modo, i profili e gli annunci presenti sono posti al continuo vaglio della community, che non solo indirizza verso le escort più “desiderabili”, ma mette anche in guardia dai casi in cui si prefigurano reati come quelli contestati al centro massaggi di Musile o al B&B Enjoy di Monfalcone, Gorizia, sequestrato dalla Polizia per il via vai di escort e trans che vi accoglievano i clienti con il benestare dei titolati. O ancora dai tentativi di truffa, molto diffusi nell’ambito degli incontri online, ma di fatto rarissimi quando si parla di servizi verificati, perché la semplice presenza di “sistemi di difesa” come le recensioni degli utenti fungono già da deterrente nei confronti dei criminali.

Sul portale di cui sopra, sono oltre 13mila le recensioni di escort pubblicate nel 2022 nel solo Veneto: con un simile repertorio di informazioni a propria disposizione, i veneti hanno tutto ciò che serve per andare alla ricerca di incontri in Rete senza incappare in brutte sorprese.