Nei primi due anni di attuazione, il PNRR è stato oggetto di revisione nella programmazione delle risorse, ferma restando la dimensione finanziaria complessiva. Il nuovo piano contempla una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi. Ciò in quanto oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostra ritardi o è ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti.
Il controllo contabile da ultimo espletato dalla Corte dei Conti ha evidenziato problemi che emergono lungo tutta la filiera degli interventi e mescolano, in misura quasi uguale, responsabilità centrali e locali. La debolezza progettuale aggravata dalla «estrema eterogeneità» degli interventi e dalla «assenza di elementi sulla congruità del dimensionamento finanziario» ha coinvolto tutti, Ministeri ed Enti territoriali, che hanno fatto la corsa a inserire i propri piani all’interno del PNRR.
I ritardi nella scelta dei progetti da finanziare sono, invece, soprattutto un problema delle amministrazioni centrali, titolari degli interventi del Piano, e spesso si sono rivelati tali da comportare la necessità di una revisione del cronoprogramma.
Gli slittamenti sono intervenuti per esempio negli investimenti su edilizia scolastica e sport nelle scuole, ma anche in quelli per l’accessibilità di musei, biblioteche e archivi. E, sottolinea la Corte dei Conti, le lentezze domestiche sono gravi perché erodono lo «spazio di tempo» per fronteggiare le eventuali criticità successive ed evitare il rischio di sforare le scadenze europee.
Di non marginale rilievo è, infine, il riscontrato disallineamento tra le informazioni pubblicate dalle amministrazioni titolari e dai soggetti attuatori. Gli enti territoriali, quali soggetti attuatori, hanno reiteratamente segnalato disfunzioni in merito alle modalità di accesso e utilizzo del Sistema informativo Regis, la farraginosità delle regole di gestione finanziaria delle risorse PNRR e i conseguenti ritardi nei pagamenti, oltre che il disallineamento tra la percentuale di anticipazione, dovuta ai soggetti attuatori, e quella, maggiore, che gli stessi devono garantire alle imprese.
Nel rimarcare la necessità di tenere in debito conto le tensioni amplificate dalle dinamiche dei mercati internazionali, sul fronte dei prezzi e le preannunciate ulteriori esigenze del comparto edilizio che, approssimandosi alla saturazione della propria capacità produttiva, necessita di investimenti e allargamento della base produttiva per tenere il passo degli obiettivi ambiziosi del PNRR, si auspica siano colmate per tempo le criticità già riscontrate mediante:
– la predisposizione da parte di tutte le Amministrazioni Centrali titolari di Misure PNRR di manuali operativi per l’inserimento dei dati nel Sistema informativo Regis;
– il caricamento dei codici di progetto (CUP) da parte dei Ministeri, necessario per consentire ai soggetti attuatori di accedere al sistema;
– la stabilizzazione del sistema Regis, che, per via delle ripetute modifiche delle pagine di compilazione dei dati, produce effetti di disorientamento degli operatori accreditati e di ostacolo alla necessaria diffusione capillare delle istruzioni, fungendo per tal verso da grave ostacolo all’intero circuito di attuazione del PNRR, con particolare riguardo ai Comuni di minore dimensione, meno dotati di personale dedicabile all’interazione;
– il rispetto della tempistica di pagamento ai soggetti attuatori delle anticipazioni iniziali e la semplificazione del meccanismo di incremento eccezionale e motivato dell’anticipazione;
– la semplificazione della procedura di pagamento delle piccole opere, in larga parte non registrate nel sistema Regis, essendo confluite nel PNRR successivamente alle assegnazioni e spesso dopo la materiale realizzazione degli interventi;
– una maggiore flessibilità nella riprogrammazione degli interventi, aumentando la tolleranza a fronte di maggiori costi unitari rideterminati in fase di progettazione esecutiva.
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Fonte: Stato di attuazione del PNRR