Un tribunale russo ha condannato Vladimir Kara-Murza, uno dei principali critici del presidente Vladimir Putin, a 25 anni di carcere dopo averlo giudicato colpevole di tradimento per le sue opinioni contro la guerra in Ucraina, in un nuovo esempio di come avviene la repressione del dissenso.
Attivista, storico e giornalista, Kara-Murza è stato per anni una delle voci più intransigenti contro Putin e si è attirato a lungo le ire di Mosca, sopravvivendo a quelli che anni fa ha definito due tentativi di avvelenamento promossi dallo Stato.
Poco dopo che Putin aveva ordinato alle truppe di invadere l’Ucraina nel febbraio 2022, Kara-Murza ha tenuto una serie di discorsi negli Stati Uniti e in Europa opponendosi fermamente all’invasione.
Lo scorso aprile è stato arrestato a Mosca per aver disobbedito agli ordini della polizia e condannato agli arresti amministrativi, durante i quali è stato accusato di aver diffuso informazioni “false” sull’esercito russo.
Il processo, che le organizzazioni per i diritti umani hanno definito politicamente motivato, si è svolto a porte chiuse: né i pubblici ministeri né gli investigatori hanno presentato in pubblico alcuna prova a sostegno dell’accusa di tradimento.
“Sono in carcere per le mie idee politiche. Per aver parlato contro la guerra in Ucraina. Per aver lottato per molti anni contro la dittatura di Putin: non solo non mi pento di nulla di tutto questo, ma ne sono orgoglioso”, ha detto Vladimir Kara-Murza, senza chiedere l’assoluzione.
Fonte: The Vision