Il Consiglio regionale del Veneto ha votato all’unanimità il Progetto di legge regionale “Disciplina acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense”, primo firmatario Gabriele Michieletto (Lega/LV) e già licenziato in modo trasversale dalla Seconda commissione consiliare.
È stato anche votato all’unanimità un Ordine del Giorno, presentato in Aula dalla consigliera Baldin (M5S), per chiedere che gli interventi individuati per mitigare gli effetti dannosi prodotti dalla siccità, da un lato, e dalle intense precipitazioni, dall’altro, siano calibrati anche per affrontare il problema del cuneo salino che interessa in particolare il territorio di Chioggia.
La proposta normativa è stata illustrata in Aula dal Relatore Michieletto e dal Correlatore Lorenzoni (Misto). Il Pdl – come ha spiegato il Relatore Michieletto – trae origine dalla ciclicità delle variazioni climatiche che rende necessaria la prevenzione degli effetti della siccità e la mitigazione dei danni causati da precipitazioni che, sia pure meno frequenti rispetto al passato, sono sempre più intense e violente, provocando ingenti danni alle abitazioni e, soprattutto, all’agricoltura. Le misure adottate fino ad ora non sono quindi più sufficienti: è pertanto necessario creare più alvei e bacini possibili per ospitare l’acqua ‘di prima pioggia’ e trattenerla sul territorio, affinché non faccia danni nell’immediato e per poterla poi utilizzare nei periodi di carenza idrica.
Il Correlatore Arturo Lorenzoni, nel suo intervento, ha innanzitutto richiamato all’attenzione alcuni dati, contenuti nel bollettino di AMBI, relativi agli invasi montani, aggiornati al 31 marzo 2023, per dimostrare il periodo estremamente siccitoso che stiamo vivendo: gli invasi del bacino dell’Adige erano pieni al 34 percento, quelli del bacino del Brenta al 56 percento, quelli del bacino del Piave al 62 percento. E manca quest’anno anche il sufficiente volume nevoso per compensare questa carenza idrica. Così, per contrastare una siccità che è sempre più frequente e che provoca danni ingenti al territorio, Lorenzoni ha chiesto alla Regione di adottare interventi più incisivi, anche investendo nelle moderne tecnologie. Per il Correlatore, serve una gestione integrata delle risorse idriche, condivisa con il territorio, l’adozione di accordi interregionali, nonché una pianificazione sovraregionale degli interventi. Occorre altresì limitare il consumo di suolo, piantare più alberi, aumentare le riserve d’acqua costruendo bacini polifunzionali.
Più nello specifico, rispetto alla proposta normativa in esame, Lorenzoni ha evidenziato come il provvedimento, che pure va nella giusta direzione, sia tuttavia insufficiente rispetto alla gravità dell’emergenza che stiamo vivendo. Il Correlatore ha così invitato la Regione a fare di più e ha auspicato una collaborazione maggiore tra le istituzioni.
Durante la discussione generale, Andrea Zanoni (Pd) ha sottolineato come manchi una adeguata programmazione regionale a fronte della necessità di costruire più alvei per trattenere l’acqua, di efficientare l’irrigazione in agricoltura e di riutilizzare l’acqua caduta. Per il consigliere, il Pdl può andare bene ma serve fare di più.
Elena Ostanel (VcV) ha invece richiamato la necessità di coinvolgere di più la rete delle autonomie locali attorno ai temi trattati dal Progetto di legge in esame.
In sede di dichiarazione di voto, Stefano Valdegamberi (Misto) ha fatto appello alla Giunta regionale affinché si faccia promotrice, attraverso i propri rappresentanti in seno al Parlamento nazionale, per una revisione della Legge nazionale sul deflusso ecologico dei corsi d’acqua che, intrisa di posizioni ideologiche e contenendo misure anche più restrittive di quelle prescritte nelle Direttive europee di riferimento, rischia di mettere in difficoltà soprattutto il mondo agricolo.
Per Erika Baldin (M5S), il Progetto di legge può andare bene ma non è sufficiente, perché servono più interventi e, in particolare, sbarramenti efficaci per contenere il cuneo salino.
Giuseppe Pan (Lega/LV) ha sottolineato che il Progetto di legge va assolutamente nella direzione giusta, in quanto prevede opere e individua comportamenti virtuosi finalizzati a risparmiare acqua in un periodo di forte siccità. D’altra parte, per Pan è essenziale, da una parte pulire gli invasi e dall’altra progettare grandi opere in montagna, capaci di trattenere a monte la neve caduta.
Enoch Soranzo (FDI) ha evidenziato la bontà del Progetto di legge, ricordando al contempo come il Governo Meloni stia investendo nelle infrastrutture idriche.
Per Alberto Bozza (FI) il provvedimento sulle acque meteoriche in esame va bene perché servono interventi pragmatici finalizzati al risparmio idrico, dato che l’acqua è un bene prezioso e una risorsa comune.
“L’acqua è il bene più prezioso, ogni forma di vita dipende dall’acqua, acqua che va gestita con parsimonia e intelligenza”. Lo affermano i Consiglieri regionali di Lega-LV Gabriele Michieletto, Roberta Vianello e Fabrizio Boron dopo l’approvazione all’unanimità del Progetto di legge n. 163 per la “Disciplina della acque meteoriche: gestione e interventi atti a mitigare gli effetti di siccità e precipitazioni intense”, che spiegano: “Alla luce della ciclicità delle variazioni climatiche è urgente prevenire gli effetti della siccità e mitigare i danni causati da maltempo che, con frequenza, colpiscono i nostri territori. L’acqua è un bene da preservare e da incanalare in bacini idrici. Quella potabile non può più essere sprecata per utilizzi non umani, come lavare le auto o i parcheggi dei camion, l’annaffiare orti o giardini e così via”. È l’obiettivo del Progetto di legge a firma dei tre consiglieri “Sulla gestione delle acque meteoriche per trattenere più acqua possibile sui terreni in caso di precipitazioni atmosferiche, creare una riserva d’acqua da utilizzare in caso di siccità e alimentare i fiumi. Il tutto al fine di scongiurare le secche e l’avanzamento del cuneo salino alle foci”.
“L’acqua che cade al suolo in quantità enormi e improvvise deve essere incanalata per farne riserva preziosa, evitando danni di grave entità a centri abitati, colture agricole, aree produttive e strutture. Le azioni da intraprendere per mitigare entrambi i problemi – spiegano i Consiglieri – vanno dal trattenere più acqua possibile sul territorio, rallentandone la corsa verso i canali, all’agire attraverso il drenaggio dei fiumi, il tutto con opere finalizzate alla conservazione delle acque meteoriche che poi possono essere utilizzate per gli scopi più comuni”.
“Sarebbe il caso di ripensare, dopo 60 anni – concludono Michieletto, Vianello e Boron – all’eventualità di realizzare dighe serbatoio, per contenere acqua dolce e produrre energia, dove possibile. L’acqua è vita, è una risorsa da conservare e utilizzare con buonsenso, non può più essere sprecata”.