Francesco Ferasin ha percorso i primi, ottimi, passi come collaboratore della nostra testata, da cui, forte anche dei suoi studi universitari, di un super corso a Perugia e della sua capacità, è sbarcato a Il Fatto Quotidiano. portando con sé un po’ dei nostri germi “portatori sani” di inchieste e ricerche di eventuali scorrettezze e/o illegalità. Sono molti i giovani partiti da questa testata per cui non possiamo non riprendere il suo articolo odierno proprio su Il Fatto che riguarda un possibile brutto “fatto”, ci si perdoni il gioco di parole, che riguarderebbe la falsificazione delle liste di FdI a Vicenza a supporto del sindaco uscente candidato del centro destra.
Della coalizione FdI è parte importante tanto da essere risultata la formazione che, da più votata dei tre partiti maggiori, grazie alla sua dote del 10% di voti “consegnati” alla coalizione intorno alla civica del sindaco uscente, ha consentito a Francesco Rucco di andare al ballottaggio con Giacomo Possamai pur avendo perso al primo turno in maniera inattesa in base alle certezze esibite fin dall’inizio della campagna elettorale in base ai sondaggi commissionati dal suo staff, col candidato del centro sinistra unito e allargato.
In attesa di approfondire ulteriormente noi stessi con i diretti interessati, tra cui Daniele Pedrazzoli di FdI, il deputato di FdI Silvio Giovine, assessore di FdI ancora in carica a Vicenza con la maggioranza uscente, e il candidato Francesco Rucco, citati come parti attive nell’articolo per bocca dell’accusatore, l’avvocato Marco Bortolan, ex di Fratelli d’Italia (“Le regole vanno rispettate, in primis dalla mia parte politica”, così ha motivato la sua denuncia), vi proponiamo l’articolo odierno di Francesco Ferasin per il quale ci complimentiamo anche con un pizzico di soddisfazione per la citazione, frequente peraltro su FQ, di una delle nostre denunce in questa campagna che ha registrato diversi scivoloni del centrodestra a trazione Rucco.
Il direttore
Comunali, a Vicenza firme false per le liste: gli audio che coinvolgono FdI
IL CASO – L’esposto di un avvocato di destra che ha ricevuto i whatsapp dell’esponente del partito di Meloni: “Mi bastano i dati, sarò io a firmare”
di Francesco Ferasin
“Mi basta nome, cognome, data di nascita, luogo, iscrizione nelle liste elettorali di Vicenza e poi farò io la firma. Sono già a tre firme. Veloce, manda!”. Due audio di pochi secondi, inviati via Whatsapp l’11 aprile scorso da un esponente vicentino di Fratelli d’Italia, giusto quattro giorni prima che scadesse il termine per presentare le liste del partito di Giorgia Meloni alle Comunali di Vicenza.
Tanto è bastato al destinatario di quei messaggi, Marco Bortolan, avvocato vicentino già candidato alle scorse Comunali con FdI (ora non più nel partito), per inviare un esposto alla Procura di Vicenza e denunciare le presunte irregolarità. La voce nei file audio sarebbe quella di Daniele Pedrazzoli, esponente di rilievo di FdI in città e candidato in queste elezioni. Il Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali punisce con un’ammenda fino a 1.000 euro “chiunque forma falsamente, in tutto o in parte, liste di elettori o di candidati”.
Sentito dal Fatto, Pedrazzoli ha replicato spiegando che le richieste negli audio erano relative ai “moduli di tesseramento del partito”, e non alla raccolta delle firme per presentare la sua lista. Allora perché tanta fretta? Pedrazzoli ha ritenuto di non rilasciare ulteriori dichiarazioni. Le accuse – si è limitato a ribadire – sono “infamanti, fatte solo per infangare il nome del partito”. Dall’altra parte anche Bortolan chiarisce: “Il mio intento non è quello di nuocere al partito, ma tutelare me stesso. Le regole vanno rispettate, in primis dalla mia parte politica”.
Di quell’esposto, però, non si è avuta più notizia. E c’è di più. Sempre Bortolan racconta di essere stato preso da parte, nel corso di una cena del 30 aprile, dal sindaco uscente Francesco Rucco (lista civica, ma appoggiato da FdI) per chiarimenti su cosa fosse successo con Pedrazzoli: “Io, sorpreso che ne fosse a conoscenza, ho spiegato dei messaggi vocali Whatsapp ricevuti e di esser stato costretto a depositare l’esposto”. Prosegue: “Quindi gli ho riferito: ‘Se scoppia la bomba, c’è il rischio che Fratelli d’Italia stia ferma un turno’. Ma lui ha risposto: ‘Non ti preoccupare che qui ha preso la cosa in mano Silvio Giovine (assessore e deputato di FdI, nda)’”. In che modo la questione sia stata “presa in mano”, non si sa. Abbiamo provato a chiedere spiegazioni ai diretti interessati, ma non è arrivata alcuna risposta.
Silvio Giovine, del resto, non è una esponente locale qualunque di FdI: è stato eletto alla Camera lo scorso settembre, sempre mantenendo il posto da assessore alle attività produttive nella giunta Rucco. Meloniano doc, nel corso del suo mandato cittadino è stato anche protagonista di numerose polemiche, ad esempio quando Palazzo Trissino (sede del Comune di Vicenza) ha rimosso la cosiddetta “clausola antifascista” per l’utilizzo dei luoghi pubblici; oppure firmando una delibera per vietare i kebab nel centro storico.
Un altro scivolone dell’amministrazione del sindaco uscente è quello dei comunicati “a mitraglia” provenienti dai canali ufficiali del Comune. L’anomalia era stata segnalata nei giorni scorsi dal giornale web VicenzaPiù e la consigliera regionale del M5S, Erika Baldin, aveva presentato un esposto al Comitato regionale per la comunicazione (Corecom). Il responso è arrivato dall’Agcom, che ha bacchettato il Comune per alcuni spot istituzionali ritenuti troppo riferibili alla campagna elettorale del candidato di centrodestra.
Francesco Ferasin
Qui tutta o quasi la storia in divenire delle elezioni amministrative Vicenza 2023.
