Annarita Simone (La Comune) dopo elezioni Vicenza: “Torno nelle strade con le lavoratrici e i lavoratori sfruttati”

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Annarita Simone Vallese Opeeano Calzedonia

Annarita Simone (La Comune) prospetta il suo prossimo impegno dopo che da candidata sindaco di Vicenza è risultata non eletta nel consiglio comunale. In una nota, la sindacalista fa sapere che da subito rientrerà a pieno ad occuparsi delle battaglie per il lavoro solo in parte accantonate durante la campagna elettorale.

Annarita Simone
Annarita Simone

“Lo scorso venerdì 26 maggio – spiega la diretta interessata – ho partecipato al presidio con annessa manifestazione indetto dall’USB e ho scelto di essere tra le lavoratrici della Clazedonia dello stabilimento di Vallese, frazione di Oppeano in provincia di Verona. Un marchio che si presenta prestigioso sul mercato che però con gli appalti al ribasso e l’uso di false cooperative si lava le mani da ogni responsabilità verso i lavoratori.

Sono stata con le donne lavoratrici che devono conciliare il lavoro con la vita privata – aggiunge Annarita Simone -, che devono accudire bambini piccoli, che non hanno il privilegio di avere un orario di lavoro predefinito, ma sono utilizzate a chiamata. Donne che si ammalano per le condizioni di lavoro nelle quali ogni giorno sono costrette ad operare.

Milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori.

Al peggioramento delle condizioni di lavoro hanno concorso in egual misura nel tempo i due schieramenti politici che si contendono la poltrona di sindaco a Vicenza.

Alla contrazione dei salari di milioni di lavoratori e lavoratrici hanno concorso i sindacati confederali che hanno firmato troppo benevolmente contratti nazionali che fissano il salario orario anche sotto i 7 euro lordi l’ora.

Nel Veneto di Zaia le disuguaglianze si amplificano: i padroni si arricchiscono a scapito dei lavoratori obbligati a precarietà sistemica e a condizioni di lavoro disumanizzanti, vero e proprio sfruttamento nella mitica locomotiva del nordest”, conclude Annarita Simone.