Parole dure quelle espresse dal presidente del consiglio regionale del Veneto, il vicentino Roberto Ciambetti, in merito alle critiche rivolte dai sindacati al processo che sta portando al varo legislativo dell’Autonomia differenziata. Appena ieri, sulla stessa linea si sono mossi i consiglieri regionali della Lega Michieletto e Vianello (leggi qui).
“I sindacati in piazza contro l’autonomia? Mi viene in mente il 12 dicembre 2011, quando le maggiori sigle sindacali si opposero niente popò di meno che con 4 ore di sciopero generale alla manovra del governo Monti che comprendeva anche la riforma Fornero dimostrando, allora come oggi, un atteggiamento caudatario di autentica subalternità ai poteri forti e al mondo finanziario”.
Il presidente del Consiglio regionale del veneto aggiunge: “Protestano contro la Costituzione, visto che il cammino intrapreso dal Veneto è quello previsto dalla Carta costituzionale italiana: noi, nel solco della Costituzione, diamo esecuzione a quanto deciso dai cittadini in un regolare referendum celebrato il 22 ottobre 2017 con il risultato di oltre 2 milioni 273 mila favorevoli all’autonomia, pari a più del 98% dei votanti in Veneto.
Cgil-Cisl-Uil – prosegue Ciambetti – sono contrari alla Costituzione? Di certo contestando quanto previsto dalla Carta vogliono delegittimare un percorso democratico. In realtà, oggi come nel dicembre del 2012, sono al servizio di un progetto che esautora completamente la democrazia rappresentativa lasciando il potere decisionale nelle mani delle multinazionali, delle agenzie di rating, del mondo della finanza. La Costituzione italiana affida al Parlamento e al confronto tra governo e regionali le sorti dell’autonomia. Ma ai sindacati, e alla grande finanza evidentemente, questo processo democratico non piace.
L’atteggiamento di Cgil-Cisl-Uil conferma quanto scrisse con estrema lucidità di analisi Sergio Romano per il quale ‘la verità è che la classe politica nazionale sa perfettamente che l’autentica autonomia di alcune importanti regioni la priverebbe di gran parte della sua autorità… Esiste una nomenklatura politica, amministrativa, economica, sindacale, per cui l’Italia deve restare una e indivisibile. Per coloro che ne fanno parte non è soltanto una patria: è anche un grande collegio elettorale, un serbatoio di voti, un datore di lavoro, la ragione sociale del loro mestiere’.
Parole che spiegano perfettamente il perché dell’ostilità al progetto autonomista, contestato proprio perché processo democratico che riporta i cittadini ad essere protagonisti della democrazia”, conclude Ciambetti.