Due mamme, la questione di Padova nelle parole della politica Veneta

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due mamme

Due mamme e sospensione degli atti di nascita: ha fatto bene la Procura di Padova? Ha sbagliato? Cose ne pensa la politica in Veneto? È d’accordo con quanto detto questa mattina dal ministro del Governo Meloni Luca Ciriani: “In Italia il matrimonio è soltanto quello tra uomo e donna?

Le posizioni sono varie, a giudicare dai commenti espressi oggi, dopo che – lo ricordiamo – la Procura della Repubblica di Padova ha chiesto al tribunale della città veneta la rettifica di 33 atti di nascita chiesti da coppie di mamme e registrati dal sindaco Sergio Giordani a partire dal 2017. I PM chiedono in sostanza di cancellare il nome della madre non biologica e di rettificare il cognome attribuito ai bambini, cancellando quello della seconda mamma (leggi qui).

Di seguito ecco cosa hanno detto i consiglieri della Regione Veneto sulla questione “due mamme”.

Elisa Venturini e decreto assunzioni
La capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Elisa Venturini

Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in consiglio, ha detto: “Come centro destra, siamo contrari all’utero in affitto, una donna che fa crescere una vita nel proprio corpo non può essere messa addirittura nelle condizioni di vendere quel bambino. Altra cosa è tutelare anche sotto il profilo normativo questi bambini che sono nati e che devono essere tutelati. È senza dubbio una questione molto complessa e delicata, che va affrontata senza pregiudizi e mettendo tutte le questioni sul tavolo, ma trovando una soluzione anche per non lasciare i sindaci da soli in mezzo al guado. Una cosa però è certa: questa situazione così complicata è data da un vuoto normativo che non può certo essere imputato al centro destra. Il centro sinistra ha governato per 9 degli ultimi 11 anni e in tutto questo tempo non è mai riuscito a normare queste situazioni. Quindi che adesso ci sia chi si straccia le vesti dopo aver avuto un grande lasso di tempo a disposizione per dirimere la questione senza riuscirci è davvero inopportuno”.

figli di coppie omosessuali
Vanessa Camani

“I 33 bambini di Padova, e le loro famiglie, hanno bisogno di protezione e di diritti. La cancellazione del genitore non biologico da parte della Procura di Padova è generata dalla mancanza di coraggio della destra che non interviene per colmare il vuoto normativo. Si tratta di una politica irresponsabile”. Il giudizio è della capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Vanessa Camani che definisce “Forma di violenza inaccettabile la scelta del Governo di ostacolare la registrazione dei genitori non biologici, che siano due mamme o due papà, nei certificati di nascita di bambini nati all’estero attraverso gestazione per altri o procreazione assistita”. Secondo l’esponente dem “La Regione da parte sua può e ha il dovere di sostenere attivamente la scelta di molti sindaci che hanno deciso di iscrivere alle anagrafi comunali i bambini figli di coppie omosessuali. Distinguendosi così da un Governo che sulla base di posizioni ideologiche sta umiliando i sindaci e sta negando una realtà che già esiste e che riguarda centinaia di famiglie anche in Veneto. I nuclei omoparentali sono un dato di fatto: negarne l’esistenza determina non solo una compressione dei diritti degli adulti, ma soprattutto calpesta l’interesse superiore del minore ad avere una famiglia, oltre che un progetto genitoriale affettivo e di cura”.

“Purtroppo – conclude Camani – il silenzio di Zaia, sempre in prima linea a parole sul campo dei diritti, è significativo”.

Arturo Lorenzoni (portavoce opposizione nel consiglio regionale del Veneto)
Arturo Lorenzoni (portavoce opposizione nel consiglio regionale del Veneto)

“Sono sorpreso e ferito dalla decisione della Procura di Padova di impugnare gli atti di nascita di tutti i bambini con due mamme”. Così il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni che aggiunge: “Alcuni di loro hanno oggi più di 5 anni e, di punto in bianco, si vedono privati di un genitore, per legge. Trovo ingiustificata questa azione, tanto più che gli atti in questione sono ormai datati. Ha ragione il sindaco Sergio Giordani quando afferma che la vita delle persone è più avanti della legge. Perché non prendere atto che esistono situazioni familiari con genitori dello stesso sesso? Che non c’è un amore genitoriale di serie A e uno di serie B? Chi siamo noi per dare giudizi di qualità rispetto alle responsabilità verso i figli?. Mi auguro che la norma che regola la materia si adegui presto alla realtà – conclude Lorenzoni – nella libertà di scelta che ciascuno deve avere nel Paese che io auguro a tutti, e soprattutto ai miei figli”.

Vallone Moranzani
Erika Baldin

Questo è l’effetto della furia ideologica del Governo contro i diritti civili. In tutti questi anni, a Padova non era mai stato impugnato alcun certificato. Ora invece la Procura ha deciso di risalire fino al 2017. A pochi mesi dalla circolare del Ministro dell’Interno, ecco la mannaia per le famiglie arcobaleno”. Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, che esprime solidarietà ai bambini e alle loro mamme, oltre che il sostegno all’amministrazione Giordani che ha scelto di stare dalla loro parte. “Un esempio per tutti: si vuole andare da una bambina di 6 anni, toglierle un cognome e dirle: quella non è più tua madre. Ma ci rendiamo conto? Con le politiche retrograde, il Governo e la destra discriminano migliaia di bambini. Si comincia con i 33 bimbi a Padova, ma non si sa dove si arriva. L’unica cosa certa è che così si creano figli di serie A e figli di serie B. Qualcosa di indegno in qualsiasi Paese civile. Lo abbiamo visto anche la settimana scorsa in Consiglio regionale, – conclude Erika Baldin – dove la maggioranza del Presidente Zaia ha votato contro il mio emendamento per estendere alle coppie omogenitoriali il congedo parentale per malattia fino ai 14 anni del figlio”.

Elena Ostanel (Vcv) sanità veneto
Elena Ostanel (Vcv)

“Uno Stato è disumano quando colpisce i più deboli e riduce i diritti. Parliamo di una decisione che disgrega vite che si erano consolidate, procurando dolore”. Questo il commento della consigliera regionale del gruppo Il Veneto che Vogliamo, Elena Ostanel, sulla richiesta della Procura di Padova di impugnare 33 atti di nascita di figli di coppie omogenitoriali. Qualcuno ha pensato di mettersi nei panni di quella bambina che per sei anni è vissuta con due cognomi, con due mondi di relazione e che oggi, in virtù di quanto accaduto, è costretta a cambiare identità, a perdere una parte della propria identità? I diritti dei bambini – sottolinea la consigliera – non possono sottostare alle dinamiche politiche. Non è ammissibile che, a seconda del governo esistente, cambi la situazione. Questo è un tema etico di rilevanza nazionale, ma il fatto che sia stata la Procura di Padova a prendere questa iniziativa – aggiunge Ostanel – unisce la tristezza allo sconcerto per chi, come me, è totalmente a favore del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Concordo con il sindaco di Padova Sergio Giordani, quando afferma che si deve decidere nell’interesse primario dei bambini, nel pieno solco della Costituzione Italiana. In effetti assistiamo ad un vuoto legislativo gravissimo, e le forze politiche dovrebbero legiferare senza pensare alla battaglia ideologica, ma soltanto al benessere dei bambini. Ringrazio Giordani e tutti gli altri coraggiosi amministratori locali, di appartenenza bipartisan, che non mollano e rispondono a questa assenza normativa. Contro l’oscurantismo di chi vuole fermare l’evoluzione della società con una circolare ministeriale che ci riporta indietro nel tempo e trancia con burocratico disprezzo i diritti di genitori, figli, ambiti familiari”.