Suicidio assistito Gloria, il dottor Mario Riccio (Associazione Luca Coscioni): “Ampliati i requisiti”. Marco Cappato: “Aiuto di Zaia”

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Mario Riccio
Mario Riccio

Ad assistere la signora veneta Gloria, paziente oncologica veneta di 78 anni morta il 23 luglio tramite l’aiuto alla morte volontaria e con la consegna del farmaco da parte dell’azienda sanitaria, c’era anche il dottor Mario Riccio, anestesista, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby e un anno fa aveva supervisionato la parte tecnica del primo suicidio assistito scelto da Federico Carboni, il primo italiano ad aver chiesto e ottenuto nelle l’accesso alla tecnica.

“Ho seguito la vicenda umana e clinica della signora Gloria sin dal suo inizio, un caso storico in quanto l’azienda sanitaria tramite i propri medici, nel corso delle verifiche necessarie, aveva riscontrato la presenza di tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta, ma la novità riguarda il quarto requisito  (oltre alla “consapevolezza”, alla “patologia irreversibile” e “fonte di sofferenze che lei stessa reputava intollerabili”), ovvero  quello relativo alla presenza di “trattamenti di sostegno vitale”, dove per la prima volta  sono stati intesi i “farmaci antitumorali mirati” che Gloria assumeva, scelta che dunque amplia le possibilità di accesso alla morte volontaria assistita a una fetta ancora maggiore di italiani.

“Ritengo che sia un dovere morale del medico sostenere il paziente che – in determinate condizioni del suicidio assistito -chiede di porre fine alla sua vita. Oggi questo in Italia è possibile solo come assistenza al suicidio – come nel caso di Gloria e come è stato un anno fa per Mario/Federico-. Spero che presto questo diritto di autodeterminazione possa avvenire anche con un atto di eutanasia”.

Interviene anche Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “La sanità del Veneto ha evitato a Gloria una morte tra sofferenze che non avrebbe mai voluto. Il fatto che l’aiuto sia arrivato nella Regione presieduta da Luca Zaia della Lega dimostra che su questo tema non valgono i recinti dei partiti e delle coalizioni, ma conta la sensibilità nei confronti delle persone che soffrono e delle loro scelte”