Canone RAI: Mauriello (Meritocrazia Italia) ne chiede l’abolizione per famiglie e per gli esercizi commerciali che non ne usufruiscano

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Se tanto si discute dei cambiamenti nel palinsesto delle reti della televisione pubblica, e, insieme, si torna a ragionare sulle reali utilità e sostenibilità del canone Rai, non bisogna dimenticare che l’informazione e la cultura rappresentano uno dei servizi pubblici più importanti, fondamentale per la crescita della comunità e per l’effettività della libertà di partecipazione democratica. È legittimo, quindi, con questa premessa, sostiene Meritocrazia Italia col suo presidente Walter Mauriello, chiedere maggiore attenzione nella selezione dei contenuti e maggiori trasparenza e imparzialità nella gestione e delle comunicazioni.

Walter Mauriello presidente Meritocrazia Italia a Verona convegno sull'acqua
Walter Mauriello presidente Meritocrazia Italia a Verona per convegno sull’acqua

E invece la differenza impercettibile tra televisione di Stato e vera e propria attività commerciale – osserva Mauriello – , le spese vertiginose sostenute per la remunerazione di ospiti e conduttori di alcune trasmissioni, la frequente strumentalizzazione del mezzo per esigenze di carattere politico, fanno crescere la sfiducia rispetto alle effettive utilità del sistema e l’insofferenza rispetto alla richiesta di pagamento del canone. L’ennesima tassa a carico di famiglie già fortemente provate dagli affanni del momento“.

Il canone Rai è, in realtà, il ‘canone tv’, un’imposta da pagare non per accedere ai canali, ma semplicemente in relazione al possesso di un televisore, indipendentemente dall’uso che se voglia fare, e, addirittura, in base a nuove ipotesi del MEF, da estendere a chi sia in possesso anche in un cellulare o di un dispositivo elettronico da cui si possa accedere a visualizzazioni televisive.Rilevante è, poi, il fatto che, in certe aree, i canali Rai non si vedano o che si scelga di non guardarli anche se questa obiezione potrebbe essere superata dall’accesso con i predetti dispositivi alla rete Internet, pure essa non totalmente fruibile con coperture e prestazioni adeguate su tutto il territorio nazionale.

Per altro verso – insiste Mauriello per Meritocrazia Italia –, la Rai non offre un servizio troppo diverso da quello offerto dalle emittenti commerciali, che si sostengono con la pubblicità, quella stessa della quale anche la televisione di Stato si serve come fonte di finanziamento, e spesso con migliore accortezza nel contenimento dei costi operativi”.

Non è mai semplice operare tagli al gettito erariale – conclude Mauriello sul canone Rai -, ma ci sono operazioni particolarmente semplici e soluzioni immediate che possono rappresentare un aiuto importante per milioni di famiglie. L’abolizione del canone sarebbe un contributo alla riduzione dei costi della vita e alla realizzazione di quel rinnovato rapporto tra servizi pubblici erogati dallo Stato ma spesso ceduti in concessione a dei privati senza le dovute azioni di monitoraggio sulla qualità dei servizi erogati a tutela dei cittadini.
Meritocrazia Italia, quindi, propone che il canone Rai venga abolito per le famiglie e per tutti quegli esercizi commerciali oggi costretti a pagare per un servizio pubblico del quale spesso neppure fruiscono.

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Fonte: Meritocrazia Italia chiede l’abolizione del canone RAI

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