Tempi processi e arretrato giudiziario da abbattere come da PNRR. Senatore Zanettin a ViPiu.it: “Ecco perché non ce la facciamo, anche a Vicenza”

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Tempi dei processi lunghi
Tempi dei processi lunghi

Negli ultimi giorni sono evidenti le difficoltà nel conseguire gli obiettivi di abbattimento dei tempi dei processi e dell’arretrato giudiziario, concordati in sede di PNRR. Per sapere a cosa sono dovute queste difficoltà ci siamo rivolti al senatore vicentino Pierantonio Zanettin di Forza Italia, parlamentare al suo quinto mandato ma, soprattutto, avvocato e già membro laico del CSM oltre che membro varie volte della Commissione Giustizia, di cui questa volta è capogruppo di Forza Italia al Senato.

Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza
L’avv. on. Pierantonio Zanettin di fronte al tribunale di Vicenza

Il governo – ci risponde Zanettin – ha concordato con l’Europa target assai ambizioni da conseguire entro il 2026. L’abbattimento dell’arretrato dovrebbe raggiungere, rispetto al 2019, quota 65% nel 2024 e addirittura il 90% entro la scadenza dell’intero Piano, cioè nel 2026. Il monitoraggio dagli uffici giudiziari ci dice che purtroppo siamo parecchio lontani da questi obiettivi. Sicuramente le difficoltà che si sono manifestate nel ridurre i tempi dei processi nel periodo Covid hanno comportato dei ritardi nello smaltimento delle pratiche arretrate. Anche l’ufficio del processo  pare avere deluso certe  aspettative della vigilia.

Le carenze del personale amministrativo sono particolarmente gravi nel nord Italia e nel tribunale di Vicenza si aggiungono a quelle “togate” legate anche al trasferimento al Ministero della Giustizia di due suoi magistrati chiave, tra cui il presidente Rizzo. Come quantizzarle e cosa fare? 

Il Tribunale di Vicenza evidenzia vistose scoperture. Attualmente  mancano il presidente del Tribunale  e  due  presidenti di sezione su tre. A settembre lascerà Vicenza anche l’attuale procuratore aggiunto dott.ssa Canova, promossa procuratore capo a Rovereto. Però le carenze più gravi riguardano il personale amministrativo e di cancelleria.

Lei, senatore Zanettin, ha appena presentato al ministro Nordio un’interrogazione su queste problematiche. Ce la può illustrare?

Ho raccolto il grido di dolore degli avvocati ed anche dei magistrati. A Vicenza manca più del 30 per cento per cento del personale amministrativo. Ricordo che, se anche il magistrato scrive la sentenza, è il cancelliere che la carica e la pubblica sul sistema. Il suo ruolo è fondamentale per il buon andamento dell’ufficio giudiziario. Ma in tutto il nord Italia si evidenzia una eccezionale carenza di personale amministrativo.

Da cosa dipende?

Il genere chi vince questi concorsi è originario prevalentemente del centro sud e, dopo qualche anno di lavoro, aspira a ritornare nelle regioni di provenienza, dove, tra l’altro, spesso la vita costa meno che al nord. Così le mancanze restano croniche, nonostante le nuove assunzioni nel comparto

Come si può rimediare?

Recentemente è stato firmato un protocollo tra Il ministro Nordio ed il Presidente Zaia per attingere risorse umane dalle graduatorie regionali. Mi pare un  bell’esempio di autonomia differenziata. Il ministro Nordio  ha anche ipotizzato di regionalizzare i concorsi. Mi pare un’altra  buona idea.

Con queste premesse di carenza di organici ha ancora senso pensare a un Tribunale a Bassano?

Il ministro Nordio ha già precisato che nuove aperture di Tribunali si potranno fare solo a condizione di non sguarnire  gli uffici giudiziari esistenti. Con le attuali percentuali di scoperture quella di Bassano mi pare una ipotesi decisamente irrealizzabile.

Allargando il discorso molti settori pubblici, tra cui, oltre alla Giustizia, la Sanità e l’Istruzione, lamentano carenze di personale a volte per reale mancanza di “candidati” a certe posizioni, per assenza di requisiti o per scelte professionali che privilegiano il settore privato, altre volte per la burocrazia e le normative che limitano o bloccano la fruizione di chi è presente in graduatorie per assorbimenti di personale. Se da un lato, quindi, c’è un numero di disoccupati preoccupante dall’altro c’è l’incapacità dello Stato e delle strutture pubbliche nel coprire ruoli scoperti con danni per l‘efficienza di quelle strutture e per i costi sociali e morali dei disoccupati. Cosa fare, anche se non le chiediamo di fare il mago?

In molti settori purtroppo  il pubblico perde competitività. Soprattutto per il personale più qualificato. Tanti bravi medici stanno lasciando la sanità pubblica per passare a quella privata, dove trovano migliori condizioni contrattuali e di stipendio. Lo stesso si sta verificando per il gli addetti all’ufficio del processo. Questi giovani laureati, ai quali il Ministero della giustizia ha offerto solo un contratto a tempo determinato per tre anni, nel frattempo vincono altri concorsi pubblici o vengono assunti in studi professionali prestigiosi, e lasciano i Tribunali. In origine dovevano essere 16.000, ma ora sono ridotti a circa 9.000, ed il loro numero pare destinato a scendere ancora.

Ecco un altro caso, quello dell’abbattimento del tempi dei processi, in cui il PNRR potrebbe fare da volano per il miglioramento strutturale del Paese ma pare proprio che da noi, certe, molte, volte, manchino proprio gli ingranaggi di base per farlo girare… il volano.