Salario minimo, on. Cappelletti e sen. Guidolin (M5S): massiccia raccolta firme in Veneto

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Reddito di cittadinanza e salario minimo, sfruttatori e sfruttati, straricchi e strapoveri by Claudio Mellana
Reddito di cittadinanza e salario minimo, sfruttatori e sfruttati, straricchi e strapoveri by Claudio Mellana

«Dopo l’incontro inconcludente con la premier Meloni, che ha avuto l’unico merito di consentire di illustrarle la proposta di legge sul salario minimo legale che, evidentemente, non aveva ancora letto, in Veneto faremo partire una massiccia raccolta firme per far arrivare al governo la voce dei cittadini della nostra regione»: inizia così al nota che pubblichiamo a firma dell’on. Enrico Cappelletti e della sen. Barbara Guidolin (M5S).

Sen. Barbara Guidolin e on. Enrico Cappelletti (M5S)
Sen. Barbara Guidolin e on. Enrico Cappelletti (M5S)

«Il M5S – continuano i suoi due parlamentari residenti nel Vicentino – ha portato a Palazzo Chigi una proposta chiara che cambierebbe la vita in Veneto, secondo l’INPS, ad almeno 450 mila lavoratori. Ma dalla Meloni non sono arrivate né proposte né idee. Perché il Governo, evidentemente, non ne ha. L’idea di scomodare il CNEL di Brunetta, organo costituzionale che tutte le forze politiche hanno chiesto di eliminare per evidente inutilità, appare come il lancio di una palla in tribuna».

«Positivo è il fatto che il salario minimo legale a 9 euro – concludono Cappelletti e Guidolin –, che il M5S propone da 10 anni, ora unisce le opposizioni. Il nostro impegno proseguirà fino in fondo, con l’obiettivo di migliorare gli stipendi dei lavoratori di tutto il Veneto».

Si legge infatti dai media (ad esempio TgCom 24): «Per le opposizioni, però, è il segno che “il governo non ha le idee chiare”, dice la segretaria del Pd Elly Schlein. Della stessa opinione Giuseppe Conte: il governo, dice il leader M5S, “butta la palla in tribuna” perché, incalza anche Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), in realtà “non hanno una proposta alternativa”.

Più ottimista Carlo Calenda, pivot dell’incontro, che un dato positivo lo vede: “Nessuno ha sbattuto la porta”. Ma, lamentano un po’ tutti, ci sono stati quattro mesi di discussione in commissione, compresa l’audizione del Cnel. C’era tutto il tempo per studiare una controproposta. Che non è arrivata. E ora si ritorna al Cnel. “Dovevamo chiuderlo, andrà a finire che chiuderemo il Parlamento” la battuta, amara, di Benedetto della Vedova».