Per la prima volta in Italia, è stata utilizzata nel reparto di Oculistica del San Bassiano l’ultimo aggiornamento di una innovativa metodica laser per il trattamento del glaucoma, già usata in altri paesi ma inedita nel nostro. L’ospedale di Bassano del Grappa è stato scelto dal produttore in quanto centro di riferimento regionale per la cura del Glaucoma e per la sua esperienza riconosciuta a livello nazionale e internazionale.
A spiegare il funzionamento dell’apparecchiatura è la dott.ssa Simonetta Morselli, direttrice dell’unità Operativa Complessa di Oculistica del San Bassiano: «L’occhio è una sorta di sistema chiuso come un palloncino pieno di acqua, il liquido viene prodotto in un punto al suo interno e si riassorbe attraverso un “canale di scolo” il quale è protetto da una specie di filtro che si chiama “trabecolato”. Attraverso il trabecolato il liquido si scarica nelle vene episclerali del circolo sanguigno. In un occhio sano c’è un perfetto equilibrio tra la quantità di nuovo liquido introdotto e quello riassorbito. Tuttavia può capitare che per detriti, problemi congeniti o altri fattori anatomici l’occhio non riesca più a far defluire il liquido in eccesso attraverso il filtro che si chiude: questo fa sì che la pressione intraoculare aumenti, provocando così il glaucoma, che si manifesta con una progressiva alterazione del campo visivo, dapprima nelle zone periferiche, poi nella parte centrale, fino alla cecità se non viene tempestivamente trattato».
L’approccio terapeutico iniziale è di tipo farmacologico, ma se i farmaci non sono sufficienti a ridurre la pressione all’interno dell’occhio si rende necessario l’intervento. Ed è qui che entra in gioco il nuovo laser: «Il laser ha il potere di sublimare i tessuti – spiega ancora la dott.ssa Morselli -, ovvero li trasforma dallo stato solido a quello gassoso, andando a praticare di fatto dieci fori di 210 micron nell’area del trabecolato proprio con l’obiettivo di ripristinare il corretto deflusso del liquido all’interno dell’occhio. Voglio sottolineare che l’utilizzo del laser ad eccimeri in oculistica non è certo una novità; da molti anni viene utilizzato per correggere la miopia, ma in questo caso l’innovazione consiste nell’applicazione al trattamento del glaucoma».
A spiegare i vantaggi di questa metodica rispetto a quella tradizionale è la dott.ssa Alessandra De Gregorio, responsabile del Centro di Riferimento per la cura del Glaucoma all’interno del San Bassiano: «La proceduta standard che utilizziamo per questi tipi di glaucoma, prevede l’utilizzo di piccoli stent in titanio “iStent inject W”. Il principio è lo stesso utilizzato in chirurgia vascolare ovvero bypassare dei restringimenti inserendo piccole tubature che nel nostro caso hanno un diametro di 80 micron favorendo il deflusso del liquido attraverso il trabecolato. Rispetto a questa metodica, il laser consente di effettuare molteplici “buchi” e dunque di calibrare in modo più preciso il deflusso del liquido all’interno dell’occhio: di conseguenza il trattamento risulta più mirato. Inoltre il laser è indolore e la procedura è davvero molto rapida, circa 3 minuti, dopodiché il paziente può tornare immediatamente a casa. Non solo, è una procedura che si può fare anche in concomitanza con l’intervento di cataratta, così da evitare accessi e procedure multiple nei pazienti che presentano entrambe le problematiche».
Sono 30 le procedure programmate al San Bassiano con questa tecnologia: «Avere avuto la possibilità di utilizzare questa tecnologia innovativa rappresenta una preziosa esperienza per l’équipe di Oculistica – commenta il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana Carlo Bramezza -. Allo stesso tempo il fatto di essere stati scelti per le prime procedure in Italia dimostra quanto l’Oculistica del San Bassiano sia considerata di altissimo livello in ambito internazionale e nazionale, in particolare per la cura del Glaucoma, per la quale non a caso siamo centro di riferimento regionale».