Lucca si è rifiutata di intitolare una strada o una piazza a Sandro Pertini, Psi Vicenza: ci riuscirà Vicenza?

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Sandro Pertini
Sandro Pertini

Lucca non intitolerà nessuna strada o piazza a Sandro Pertini – così inizia la nota che pubblichiamo a firma di Luca Fantò, segretario PSI Vicenza capoluogo. Il Consiglio comunale della città toscana ha bocciato la mozione presentata dal Consigliere Daniele Bianucci poiché “L’amministrazione – di destra – ha fissato una road map che contiene priorità diverse”. Non stupisce che intitolare una strada o una piazza ad uno dei più acerrimi nemici del fascismo non sia considerato prioritario dalle destre.
A Vicenza non esiste una piazza o una via dedicata al partigiano, al dirigente e compagno
socialista Sandro Pertini, a colui che è stato probabilmente il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani.

Noi socialisti da tempo chiediamo che si ponga rimedio a questa penosa assenza in
una città medaglia d’oro per la Resistenza.
“Non vediamo il motivo per cui oggi debbano chiederlo a noi dopo che per dieci anni hanno intitolato piazze, vie e monumenti ad altre figure”. Noi socialisti auspichiamo che tali parole non debbano riecheggiare nella sala Bernarda quando, un giorno, la destra tornerà a governare Vicenza. Noi socialisti ancora una volta, ci rivolgiamo ai Consiglieri comunali di Vicenza affinché vogliano presentare e sostenere l’intitolazione di una piazza o una via al
Presidente Pertini.
Luca Fantò
Segretario PSI Vicenza capoluogo


Biografia

Alessandro “Sandro” Pertini nacque a Stella (Savona) il 25 settembre 1896. Si laureò in giurisprudenza e in scienze sociali. Era sposato con Carla Voltolina.

Partecipò attivamente alla prima guerra mondiale e intraprese la professione forense. Dopo essere stato condannato a otto mesi di carcere per la sua attività politica, nel 1926 subì una condanna a cinque anni di confino.

Riuscì a evitare la cattura e si rifugiò prima a Milano e successivamente in Francia, dove ottenne asilo politico e lavorò a Parigi. In Francia, subì ulteriori due processi per la sua attività politica.

Tornato in Italia nel 1929, fu arrestato e processato nuovamente dal tribunale speciale per la difesa dello Stato, venendo condannato a 11 anni di reclusione. Dopo aver scontato sette anni di pena, fu assegnato all’confino per otto anni e rifiutò di chiedere la grazia, anche quando la richiesta fu avanzata da sua madre.

Nell’agosto 1943, dopo essere tornato in libertà, si unì al primo esecutivo del Partito Socialista. Fu catturato dalle SS e condannato a morte, ma la sentenza non fu eseguita. Nel 1944, riuscì a evadere dal carcere insieme a Giuseppe Saragat e si recò a Milano per assumere la carica di segretario del Partito Socialista nelle aree occupate dai tedeschi e guidare la lotta partigiana, per la quale ricevette la Medaglia d’Oro.

Dopo la fine della lotta armata, si dedicò alla vita politica e al giornalismo. Fu eletto Segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria nel 1945 e divenne Deputato all’Assemblea Costituente.

Negli anni successivi, fu eletto Senatore della Repubblica nel 1948 e divenne presidente del relativo gruppo parlamentare. Ricoprì la carica di Direttore dell'”Avanti” dal 1946 al 1947 e nuovamente dal 1949 al 1951. Nel 1947, assunse la direzione del quotidiano genovese “Il Lavoro”.

Fu eletto Deputato al Parlamento in varie legislature: 1953, 1958, 1963, 1968, 1972 e 1976. Nel 1963, divenne Vice-Presidente della Camera dei Deputati, mentre nel 1968 e nel 1972 fu eletto Presidente della Camera dei Deputati.

Dopo il fallimento del tentativo di riunificazione tra il P.S.I. e il P.S.D.I., presentò le dimissioni che furono respinte da tutti i gruppi parlamentari. Nel 1978, fu eletto Presidente della Repubblica il 6 luglio al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995, prestando giuramento il giorno successivo.

Sandro Pertini rassegnò le dimissioni il 29 giugno 1985 e divenne Senatore a vita in quanto ex Presidente della Repubblica. Morì il 24 febbraio 1990.