«Vediamo confermati da parte della Regione del Veneto un atteggiamento di reale dialogo e la volontà fattiva di mettere in campo azioni sistemiche e politiche mirate, per un potenziamento globale del sistema sociosanitario regionale, a partire dalle priorità da noi indicate in diverse occasioni. Restiamo senz’altro attenti a verificare che gli impegni presi siano mantenuti, continuando a evidenziare la necessità di interventi sistemici e di una visione strategica globale». Così Gianfranco Refosco e Roberto Toigo, segretari generali di Cisl Veneto e Uil Veneto, commentano gli esiti del terzo incontro di approfondimento con il tavolo permanente di confronto tra Regione e Sindacati, svoltosi nei giorni scorsi a Palazzo Balbi.
Un percorso di ascolto e dialogo arrivato dopo la tenace sollecitazione dei sindacati, che fin dall’emergenza pandemica avevano chiesto il proprio coinvolgimento sia nell’analisi dei fronti di crisi che nel disegno di un piano di interventi concreti e soluzioni condivise.
Tempi di attesa insostenibili per visite ed esami, carenza di medici di medicina generale, servizi territoriali ridotti ai minimi termini. Queste le prime priorità messe al centro dai sindacati – a seguito delle numerose segnalazioni di criticità e mal funzionamento giunte dai cittadini e dalle cittadine del Veneto –, rispetto alle quali la Regione ha già avviato, almeno in parte, iniziative concrete e annunciato anche sperimentazioni di forme avanzate di supporto ai cittadini.
Riguardo alle liste di attesa, l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, presente all’incontro, ha evidenziato come il piano messo in atto stia producendo i primi risultati nell’accorciarne le tempistiche.
Rispetto alla mancanza di medici di medicina generale, la Regione si è detta consapevole della carenza e delle connesse conseguenze, ha evidenziato le già note difficoltà di reclutamento e presentato un piano di medio termine per affrontare il problema con misure strutturali e non occasionali.
Nello specifico, poi, l’ultimo incontro ha affrontato le problematiche connesse alle “dimissioni protette” dagli ospedali: «Avvengono sempre più a ridosso degli interventi a cui sono sottoposti i pazienti, e lasciano le famiglie troppo spesso abbandonate a se stesse, senza accompagnamento né supporto. Si tratta di criticità che fanno emergere in tutta la loro evidenza la fragilità globale e l’inefficienza di un sistema di servizi territoriali (dalla medicina di base all’assistenza domiciliare e agli ospedali di comunità) in questi ultimi anni via via depotenziato a fronte dell’incremento dei bisogni della popolazione» evidenziano Refosco e Toigo, che continuano: «Apprezziamo lo sforzo fatto dalla Regione con il decreto del direttore generale dello scorso aprile che fissa standard di gestione delle dimissioni unici per tutto il territorio regionale e un sistema di monitoraggio per misurare il livello di supporto ai cittadini».
Infine, la Regione ha ribadito che la rimodulazione del PNRR non avrà alcun impatto sui previsti investimenti per rafforzare i servizi nel territorio, un potenziamento resosi sempre più necessario anche in relazione all’invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento delle necessità di cura e assistenza.
Condivisa l’intenzione di proseguire e intensificare il confronto del tavolo permanente, si è definito che il prossimo incontro avrà il compito di fornire un aggiornamento dell’andamento del programma di riduzione delle liste d’attesa, nonché dell’iter di approvazione della legge regionale sugli ATS, gli ambiti territoriali sociali.