Il progetto Tav/Tac che interessa la città di Vicenza è stato oggetto di un ricorso presentato al Tar del Lazio da parte dell’associazione Italia Nostra che si batte per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale e che chiede l’annullamento del progetto di Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria.
Sabato mattina nella sede di via Arzignano sono state presentate le motivazioni della costituzione in giudizio attraverso la presidente Maria Grazia Pegoraro e l’architetto Francesca Leder per la sezione di Vicenza, Carmine Abate per della direzione nazionale dell’associazione e Renato Giaretta dei medici Isde.
Il ricorso al Tar romano è dovuto al commissario straordinario nominato dal governo, Vincenzo Macello, che ha firmato l’opera del progetto presentato lo scorso 13 luglio. L’esposto alla procura è stato depositato il 27 ottobre e sono state allegate due perizie giurate, oltre ad altri elementi giuridici sui quali verrà fissata una prossima udienza.
“É un progetto presentato nel pieno del periodo estivo – esordisce l’avvocato Pegoraro – abbiamo esaminato già le centinaia di cartelle, ed é un dovere civico per noi intervenire”.
“Questo progetto Tav non attraversa Vicenza – continua – é lasciata completamente scoperta la progettazione verso Est e ad oggi non sappiamo come sarà la seconda parte delle opere. Altro problema rilevante sono gli effetti dell’inquinamento e il progetto non rispetta le prescrizioni del vincolo storico monumentale nella zona subito dopo il Retrone e quello paesaggistico a Campo Marzo”.
“Ci saranno barriere antirumore alte nove metri – conclude – lavori che non sono stati autorizzati dalla Soprintendenza, un’alterazione di tutto il contesto cittadino, oltre ad essere totalmente assente la conformazione norme europee per i danni all’ambiente“.
Il dottor Giaretta ha quindi specificato che si tratta di un “disastro ambientale ma anche sanitario, soprattutto sulle emissioni di anidride carbonica CO2, non ci sono studi su questo. Non si fa menzione poi della parte relativa all’aumento delle PM10 che non colpiscono tanto i polmoni, ma piú le malattie cardiovascolari. Anche il progetto dello stadio a Milano è stato bloccato per la presenza di troppa CO2“.
Infine l’affondo della professoressa Leder: “Non essendo un progetto definitivo, i lavori non possono essere iniziati, deve esserci il passaggio da esecutivo a definitivo. Il progetto preliminare é partito nel 2014 e se n’è discusso fino al 2017, l’ex assessore Antonio Dalla Pozza rassicurava e affermava che era orgoglioso per sua figlia che potesse godere dell’alta velocità. Lui e l’ex sindaco Achille Variati che andava a Roma hanno una responsabilità politica pesantissima”.