Il Lago di Fimon: un malinconico paesaggio Preraffaellita

861
Veduta del Lago di Fimon calato nell' atmosfera primaverile - fontefonte"/>
Veduta del Lago di Fimon calato nell' atmosfera primaverile - fonte

Il Lago di Fimon, situato nel comune di Arcugnano in provincia di Vicenza, vanta origini molto antiche, derivando da una glaciazione, ed è stato oggetto di studi anche da parte del naturalista vicentino Paolo Lioy. Interessante è sia l’aspetto della fauna e flora che popolano il Lago di Fimon, sia l’ambito archeologico. Sono stati difatti ritrovati resti di insediamenti risalenti al neolitico e all’età del bronzo, fattori che rendono quindi il luogo una preziosa testimonianza giunta fino all’epoca moderna. 

Alcune “narrazioni” attribuiscono al Lago di Fimon un carattere molto particolare, malinconico, accentuato dalla presenza di imponenti salici, fitti canneti e cigni dal portamento regale. Tutti elementi che rimandano ad una pittura sopraffina e lontana nel tempo, datata 1848: la Confraternita dei Preraffaeliti.

Veduta del Lago di Fimon calato in un'atmosfera malinconica
Veduta del Lago di Fimon calato in un’atmosfera malinconica – fonte

Questo movimento artistico, nato in Gran Bretagna, mirava a ripristinare una tipologia di pittura staccata dallo stile accademico precedente a Raffaello Sanzio. Per certi versi si può accumunare al simbolismo o all’art nouveau e considerare il tardo romanticismo/decadentismo in versione britannica. Nelle opere dei pittori Preraffaelliti emergono riferimenti biblici, letterari, fiabeschi, storici e legati al paesaggio. Un paesaggio che in molti quadri, ricorda appunto l’ambientazione del Lago di Fimon, mesta e suggestiva.

Ophelia di John Everett Millais - fonte
Ophelia di John Everett Millais – fonte

La memoria collettiva richiama subito il dipinto di John Everett Millais: Ophelia. Ispirato all’omonimo personaggio nell’Amleto di Shakespeare, raffigura la disperata Ophelia mentre si abbandona alla morte tra le acque del ruscello, circondato da un’emblematica vegetazione. Nella tela si ritrovano, infatti, particolari tecnici e scientifici con rimandi simbolici. I ranuncoli bianchi, per esempio, significano ingratitudine e superficialità mentre le margherite simboleggiano l’innocenza della giovane o ancora le rose sono segno di giovinezza, amore e bellezza. La presenza dell’olmaria evidenzia invece la futilità della morte della fanciulla, l’adonide il dolore che la stava consumando e il papavero con i suoi semi neri, simboleggia il sonno e la morte.

Il Lago di Fimon, sebbene geograficamente molto lontano dai luoghi in cui dipingevano questi grandi artisti, rispecchia a pieno ciò che li ha ispirati nelle loro opere, così cariche di suggestione, mistero e significati velati.