Venerdì 22 dicembre 2023 apre nelle sale ipogee del Museo civico di Palazzo Chiericati la mostra “Opere di Mario Mirko Vucetich. La donazione Breganze“. Promossa dai Musei Civici di Vicenza e dall’Accademia Olimpica in continuità ideale con la precedente esposizione “Gli amici della gaia gioventù. Arte e poesia a Vicenza dal 1930 al 1950”, la mostra restituisce la proteiforme e versatile attività dell’artista grazie alla ricca donazione di opere disposta nel 2023 da Maurizio Breganze e dalle nipoti, Laura e Paola Baldisserotto, in memoria di Maria Grazia Breganze, rispettivamente sorella e madre dei donatori.
La mostra sarà inaugurata giovedì 21 dicembre alle 17.30.
Di formazione architetto, scultore per vocazione, poeta e illustratore, regista, scenografo per il teatro, per il cinema e per rievocazioni storiche, tanto che ai più è noto per essere l’ispiratore e inventore nel 1954 della celebre “Partita a scacchi” di Marostica, Mario Mirko Vucetich (Bologna, 1898 – Vicenza, 1975), cosmopolita e poliedrica figura del Novecento italiano, si è cimentato in tutte le arti, da quelle progettuali alle plastiche, dalle grafiche alle pittoriche.
Dotato di perizia tecnica e incessante curiosità sperimentale, lo rendono difficilmente circoscrivibile nelle categorie artistiche del secolo scorso. L’eclettismo e la prensile poliedricità, insieme al suo coinvolgimento nella produzione plastica del Ventennio, ne hanno per troppo tempo appannato la fama, anche se una recente monografia pubblicata nel 2020 ne ha riportato in auge la figura.
A Vicenza condusse gli ultimi trent’anni di vita, approdatovi nel 1945 dopo lo sconquasso bellico; qui operò in stretta adesione umana e professionale con Neri Pozza e la cerchia degli industriali più colti e illuminati della città berica, segnandone di fatto la vita culturale e artistica.
«Le raccolte d’arte delle collezioni civiche vicentine s’arricchiscono, grazie alla generosità e lungimiranza dei donatori, Maurizio Breganze e le nipoti, delle opere di un artista, Mario Mirko Vucetich, la cui carriera e produzione hanno inciso in modo rilevante sulla vita artistica vicentina e veneta, segnando di fatto lo sviluppo culturale del capoluogo berico, città d’elezione dell’artista nella quale egli ha lungamente vissuto ed operato – dichiara Ilaria Fantin, assessore alla cultura, turismo e attrattività della città -. Grati all’Accademia Olimpica per la collaborazione e a tutte le istituzioni e i privati che hanno contribuito alla buona riuscita, siamo certi che la mostra – che abbiamo fortemente voluto e che s’inserisce nel ricco programma culturale promosso da questa giunta nel primo semestre – ne restituisca appieno la sfaccettata carriera, la qualità della sua arte, la rilevanza nazionale e la dimensione internazionale».
“Una figura sfaccettata come quella di Mario Mirko Vucetich, con la sua vivace creatività e la genialità brillante di cui è stato portatore – commenta Giovanni Luigi Fontana, presidente dell’Accademia Olimpica – merita certamente un ricordo e una valorizzazione speciali da parte del mondo culturale vicentino, che di molte realizzazioni e di molti stimoli gli è debitore. Significativo, inoltre, il fatto che l’esposizione della nuova donazione a lui dedicata si collochi in virtuale continuità con quella già realizzata in stretta collaborazione con l’assessorato e i Musei civici, che ha avuto come protagonisti in quegli stessi spazi “Gli amici della Gaia Gioventù”, anch’essi geniali, poliedrici ed entusiasti ideatori di arte e cultura. Doverosi e sentiti, dunque, entrambi questi tributi, che ben si confanno all’attività del Museo civico di Palazzo Chiericati, che esprime e valorizza la storia e la cultura della città».
Opere di Mario Mirko Vucetich. La donazione Breganze
Musei Civici di Vicenza, Museo Civico di Palazzo Chiericati, Sale ipogee
22 dicembre 2023 – 4 giugno 2024
Promossa da Musei Civici di Vicenza e Accademia Olimpica
A cura di Maria Elisa Avagnina, Angelo Colla, Alessandro Martoni, Mauro Zocchetta
Ingresso gratuito.
Inaugurazione: 21 dicembre 2023 17.30 nel Salone d’onore del Museo Civico di Palazzo Chiericati. Seguirà la visita alla mostra.
L’esposizione, promossa e organizzata dai Musei Civici di Vicenza e dall’Accademia Olimpica, con la collaborazione di molti enti e istituzioni, intende ripercorrere le varie fasi della vita e della produzione dell’artista, con l’intento primario di valorizzare appieno la donazione Breganze, selezionando, dalle circa 300 opere pervenute, quelle maggiormente significative e utili a rappresentarne la valenza, l’importanza storico-artistica, la ricca e articolata carriera.
La mostra ripercorre le tappe più significative della vita e della carriera professionale dell’artista, restituendone la ricchezza di stimoli, l’internazionalità (Parigi, New York, San Paolo), la versatile intraprendenza. Gli anni giovanili sono caratterizzati dall’adesione al Movimento Futurista Giuliano – fu firmatario del Manifesto goriziano del 1919 con il poeta e pittore Sofronio Pocarini – e dall’esercizio della professione d’architetto, svolta tra Vittorio Veneto, Bologna, Venezia, Riccione, dove realizza la villa Antolini (1923), esempio pregevole di architettura tra Liberty e il Decò. Si prosegue con l’esplorazione degli anni trascorsi a Roma, dove si trasferisce nel 1922: dalla frequentazione del cenacolo d’artisti della villa Strohl Fern a Villa Borghese, dove conosce Arturo Martini e Massimo Bontempelli, alla collaborazione assidua, come scenografo, costumista, attore e traduttore, con il Teatro Sperimentale degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia; dall’impegno come architetto e scultore nei numerosi cantieri pubblici promossi dal regime durante il Ventennio, in collaborazione con Armando Brasini, Vittorio Ballio Morpurgo, Alessandro Limongelli alla ricca produzione ritrattistica in gesso, bronzo, terracotta, sino alla partecipazione alle Biennali di Venezia, dove nel 1942 presenta la scultura in pietra di Vicenza “Il primo sonno”, scolpita nella città berica, nella quale si trasferirà dopo la guerra nel 1945.
Larga parte dell’esposizione si profonde sul periodo vicentino: la frequentazione dei circoli intellettuali cittadini; l’amicizia e la collaborazione con Neri Pozza, sopratutto come illustratore di edizioni del vicentino, come Il Primo Libro delle Favole di Carlo Emilio Gadda del 1952, di cui si espongono i disegni preparatori delle xilografie; i rapporti con l’industriale Antonio Pellizzari per le attività della Scuola di Arzignano; l’intensa attività di allestitore e scenografo, soprattutto per il Teatro Olimpico; l’ideazione e realizzazione di scene, costumi e scrittura scenica della “Partita a scacchi in costume con personaggi viventi” di Marostica (prima edizione 1955); ma anche la scultura monumentale e memoriale.
Un’intera sala è dedicata ai testamenti iconici di questi anni: le opere realizzate per il Tempio votivo dell’Internato Ignoto di Terranegra di Padova: il toccante “Cristo di Buchenwald” (1952-1953), in terracotta, il “Crocifisso degli internati” (1958-1960), dipinto per l’altar maggiore, e la “Pietà del perdono” (1966) in bronzo, per la Cappella dedicata a Mafalda di Savoia, opere sacre di intensa spiritualità e di toccante umanità che sono il disperato grido di Vucetich contro gli orrori e gli inutili massacri della guerra.
Donazione Breganze
La donazione Breganze consta di un nucleo di 45 sculture, tra bronzi, gessi e terrecotte, entro un ampio arco cronologico che va dagli anni venti agli anni settanta; tra queste il bozzetto per la scultura in pietra di Vicenza “Il primo sonno”, presentata alla XXIII Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1942, tuttora esposta nei Giardini della Biennale; il bozzetto del “Monumento ai caduti di tutte le guerre” di Bolzano Vicentino del 1957 e l’ingente gruppo di busti ritratti di personaggi illustri, amici e committenti, come Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Corrado Pavolini, Umberto Notari, Lamberto Picasso, Giacomo Pellizzari, Don Federigo Mistrorigo (tra le opere donate vi è anche il bozzetto in gesso del monumento, mai realizzato, che doveva essere collocato sulla facciata della chiesa di Sant’Agostino di Vicenza nel 1955). Tra i ritratti vi è l’effigie in bronzo del donatore, Maurizio Breganze, da giovinetto (1949).
Accanto alle sculture si è disposto il conferimento di alcuni dipinti, tra i quali alcuni autoritratti e i bozzetti preparatori per il “Crocifisso degli internati”, dipinto per il Tempio votivo all’Internato Ignoto di Terranegra, nell’immediata periferia di Padova, Tempio-Ossario con annesso museo, che custodisce le spoglie dell’Internato Ignoto, inaugurato nel 1955 e dedicato alla memoria dei soldati italiani vittime delle brutali rappresaglie naziste dopo l’armistizio di Cassibile del 1943. E in relazione al Tempio padovano, che conserva uno dei suoi capolavori scultorei, il “Cristo di Buchenwald” in terracotta, la donazione conta anche alcuni bozzetti e repliche della “Pietà del perdono”, scultura del 1940 che Vucetich ripropose nel 1960 per la cappella di Mafalda di Savoia- Assia, secondogenita di Vittorio Emanuele III deportata e deceduta a Buchenwald.
Insieme a dipinti e sculture, approdano al Museo civico di Palazzo Chiericati grazie alla donazione Breganze un nucleo di 285 disegni, molti dei quali studi e progetti per statue, giardini, fontane (legate queste ultime alla sua attività statunitense tra anni Venti e Trenta) e un corpus ricchissimo di disegni preparatori per il “Crocifisso degli internati”; preziosi materiali d’archivio, con lettere, fotografie e poesie; e 4 scenografie per l’allestimento RAI del 1961 del testo teatrale “La Guerra di Troia” non si farà di Jean Giraudoux, che bene rappresentano la sua attività di scenografo.
La donazione si completa con il Ritratto di Vucetich dell’amico bolognese Nino Corrado Corazza e due pezzi d’eccezione: due sculture in terracotta di soggetto animalistico di Ugo Pozza, padre del celebre editore, scrittore, artista vicentino cui Vucetich fu particolarmente legato nei suoi anni vicentini.
Con la donazione Breganze, che si qualifica di fatto come la più ricca raccolta di opere di Vucetich, proveniente dallo studio e dall’eredità dello stesso artista, le collezioni dei Musei Civici di Vicenza, che già vantava la presenza di un paio di opere di Vucetich come il bronzo con il “Ritratto di Pietro Brasini” del 1937, la sezione novecentesca s’accresce di una testimonianza di assoluto rilievo dell’arte italiana del Novecento.
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Fonte: Comune di Vicenza