Sciopero trasporti venerdì, presidio sotto la sede di Confindustria Vicenza. D’Angelo (Usb): “Rigettiamo precetto di Salvini”

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sciopero Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture
Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, nel suo nuovo ufficio

Venerdì 15 dicembre ci sarà uno sciopero nazionale di 24 ore degli autoferrotranvieri e in concomitanza dello sciopero del trasporto pubblico a Vicenza si terrà un presidio organizzato dall’Unione Sindacale di Base sotto la sede di Confindustria in Piazza Castello, dalle ore 9,30 alle ore 11,30.

“Uno sciopero difficile – spiega Massimo D’Angelo di Usb lavoro Privato Vicenza – fortemente aggredito dal Ministro Matteo Salvini e associazioni datoriali. Per i lavoratori rimangono i continui carichi di lavoro, l’assenza di sicurezza sul lavoro e sul servizio svolto, i continui appalti, subappalti e sub affidamenti utilizzati per abbassare il costo del lavoro e legittimare il lavoro sottopagato. Uno sciopero che vogliono impedire. Per l’ennesima volta Salvini preannuncia una ordinanza di precetto allo scopo di annullare e ridurre lo sciopero regolarmente proclamato nel pieno delle leggi e normative vigenti”.

“Il Ministro vuole dettare la sua nuova regola – aggiunge – abolire la possibilità di proclamare scioperi di 24 ore nel settore del Trasporto Pubblico Locale nella piena consapevolezza che, in realtà, nelle 24 ore di sciopero sono garantite le fasce di garanzia che oltre a ridurre notevolmente le ore di sciopero effettivo, rappresentano gli orari di maggior richiesta di servizio garantendo le necessità primarie per la cittadinanza e, per assurdo, i ricavi economici alle aziende”.

L’Unione sindacale di Base, Lavoro Privato ha scelto di rigettare l’ordinanza di precetto preannunciata ormai da oltre quindici giorni per mezzo stampa.

“Siamo consapevoli – spiega D’Angelo – che per la nostra Organizzazione Sindacale, l’inosservanza dell’ordinanza ministeriale comporterà il rischio di una sanzione che può arrivare fino a cinquantamila euro. Altresì siamo consapevoli che, in caso di precetto, anche i lavoratori che scegliessero di non rispettare l’ordinanza di annullamento e riduzione dello sciopero, rischiano delle sanzioni, fino a mille euro; siamo coscienti di quanto queste sanzioni rappresentano un vile deterrente alla disobbedienza, nonostante la forte e diffusa denuncia di tutte le lavoratrici e lavoratori del settore sull’attuale inefficacia dello strumento dello sciopero proprio perché già enormemente limitato dalle vigenti leggi e normative, in tutta Europa quelle più repressive”.

“E’ soprattutto questo che fa dello sciopero del 15 dicembre uno sciopero difficile – conclude – una contraddizione pesante dove la forte pressione dell’atto repressivo attraverso le sanzioni verso lavoratori già tanto penalizzati nei salari e nel costo della vita saranno costretti ad adeguarsi all’ordinanza Ministeriale pur convinti della necessità di rompere questa cappa di omertà che si sta costruendo verso questi continui atti illegittimi delle istituzioni verso una intera categoria di lavoratori”.