Concordato Partite Iva, Il Sole 24 Ore: “Sotto l’8 in pagella Isa redditi giù del 68,5%”

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La versione finale del concordato preventivo biennale per le partite Iva, previsto dalla riforma fiscale, aprirà le porte a tutte le partite Iva, anche a quelle considerate “inaffidabili” in base agli Indici sintetici di affidabilità (Isa).

Come ricostruisce Il Sole 24 Ore, nell’edizione in edicola di oggi, in precedenza, la bozza di decreto legislativo approvata in prima lettura dal Governo il 3 novembre scorso prevedeva l’esclusione delle partite Iva con un punteggio Isa inferiore a 8. Ma la Commissione Finanze del Senato, nella sua relazione approvata il 13 dicembre, ha chiesto l’apertura del concordato a tutte le partite Iva, anche a quelle considerate “inaffidabili”.

La richiesta è stata accolta dal Governo, che ha modificato il testo del decreto legislativo. La nuova versione, che sarà approvata dal Consiglio dei ministri entro la fine del mese, prevede che il concordato preventivo biennale sia aperto a tutte le partite Iva, senza alcuna distinzione in base al punteggio Isa.

Tuttavia, nel costruire le proprie proposte, l’amministrazione finanziaria non sarà vincolata alla richiesta di non superare del 10% il reddito dichiarato dal contribuente nell’ultimo anno utile. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate potrà proporre un reddito superiore al 10% di quello dichiarato, ma dovrà giustificare la propria proposta.

L’obiettivo del concordato preventivo biennale è quello di favorire la compliance fiscale delle partite Iva, incentivando l’adesione alla legalità. Il concordato prevede che il contribuente che aderisce al regime paghi le imposte dovute per i due anni successivi al concordato, in base alla proposta dell’Agenzia delle Entrate. In cambio, il contribuente ottiene una serie di vantaggi, tra cui l’esenzione da controlli fiscali per i due anni successivi al concordato.

La riforma fiscale prevede che il concordato preventivo biennale possa essere utilizzato anche dalle microimprese.

Il rapporto tra gettito e lotta all’evasione

L’apertura del concordato preventivo biennale a tutte le partite Iva, anche a quelle considerate “inaffidabili”, rappresenta un passo in avanti verso la semplificazione e la compliance fiscale. Tuttavia, solleva anche alcune questioni di carattere pratico.

Una delle questioni più delicate è quella del rapporto tra gettito e lotta all’evasione. Il concordato preventivo biennale, infatti, può favorire l’emersione di redditi non dichiarati. Tuttavia, l’amministrazione finanziaria potrebbe essere costretta a proporre redditi più bassi del reale reddito del contribuente, per evitare di perdere gettito.

Un’altra questione da considerare è quella della disparità di trattamento tra le partite Iva. Il concordato preventivo biennale prevede che l’amministrazione finanziaria possa proporre un reddito superiore al 10% di quello dichiarato. Tuttavia, questa possibilità non è garantita a tutte le partite Iva. Le partite Iva che hanno un punteggio Isa elevato, infatti, hanno maggiori probabilità di vedersi proposta una riduzione del reddito.

Il nuovo concordato preventivo biennale dovrà trovare un equilibrio tra gettito e lotta all’evasione, evitando di creare disparità di trattamento tra le partite Iva.