Protesta agricoltori, politici veneti della Lega al fianco dei manifestanti. Bizzotto: “Politiche scellerate”. Pan: “Cappio al collo”

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Giusta la protesta degli agricoltori. La pensa così anche la Lega che oggi interviene sul tema con alcuni suoi esponenti veneti. All’unisono, dal Carroccio sostengono la battaglia, soprattutto in relazione alla difesa del settore che nel Veneto mantiene un peso considerevole.

Dopo le parole del vicentino Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale (leggi qui) interviene la senatrice Mara Bizzotto, anche lei originaria della provincia di Vicenza, vicepresidente vicario del gruppo Lega a Palazzo Madama e componente della commissione Agricoltura.

“Siamo a fianco della protesta degli agricoltori che in Italia e in tutta Europa si stanno ribellando contro le scellerate politiche di Bruxelles, anche se gli atti vandalici vanno sempre condannati. Da anni, purtroppo, l’Europa sta portando avanti misure che puntano a distruggere l’agricoltura italiana e a scardinare il modello agroalimentare Made in Italy, con il solo scopo di favorire le lobby industriali e le multinazionali del cibo sintetico.

Come ho più volte denunciato nei miei anni da europarlamentare, l’Ue ha sfornato regolamenti e direttive folli che faranno chiudere migliaia di aziende italiane. È ora di finirla con i disastri provocati dai burocrati europei e dai falsi ambientalisti radical-chic della sinistra italiana ed europea.

Non esiste sostenibilità ambientale se prima non viene garantita la sostenibilità economica dei nostri agricoltori. Serve un cambio di rotta totale per rimediare ai danni fatti dalla Von der Leyen e dal pessimo Timmermans che in questi anni hanno mal governato la Commissione Ue”, ha concluso la Bizzotto.

Alle parole della senatrice fa da eco il consigliere regionale Giuseppe Pan, appartenente all’Intergruppo Lega – Liga Veneta.

“Le politiche del Green Deal europeo rischiano di diventare un cappio al collo per i nostri agricoltori e allevatori, in particolare se consideriamo le prescrizioni già presenti e il mutato contesto internazionale. Pertanto, condivido in pieno le loro proteste quando sono pacifiche e legittime.

Chi lavora in questo comparto – sottolinea Pan – si ritrova già a fronteggiare gli aumenti dei costi delle materie prime e del gasolio, a fronte di guadagni ridotti e salari bassi, per non parlare della concorrenza sleale di molti prodotti stranieri, peraltro di qualità notevolmente più bassa rispetto ai nostri.

Imporre, adesso, così tanti adempimenti in prospettiva ambientale, ma di ingenti costi e investimenti, rischia di danneggiare irrimediabilmente la loro attività. Pertanto, sarebbe opportuno che l’UE facesse un passo indietro e tenesse conto dei cambiamenti nell’economia mondiale negli ultimi due anni”, conclude Giuseppe Pan.