Evasione Fiscale, Il Sole 24 Ore: “Nel 2023 recuperati 24,7 miliardi”. Giorgetti: “Al lavoro per riscrivere il sistema”

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Nel 2023 la lotta all’evasione fiscale ha fatto segnare un dato importante: ben 24,7 miliardi di euro sono stati recuperati. A migliorare questa cifra, ci sono i 6,7 miliardi che hanno recuperato Inps, Inail, ministeri e Comuni, si sale a 31,4 miliardi di euro.

L’Agenzia delle Entrate e agenzia delle Entrate-Riscossione hanno presentato questi dati nelle scorse ore.

Questi risultati anti evasione fiscale sono composti da diverse voci: “Le attività di controllo ordinariesi legge su Il Sole 24 Ore di oggi – portano 19,6 miliardi, che per il 59,2% (11,6 miliardi) nascono da versamenti diretti e per il 21,4% sono figli delle azioni «di promozione della compliance», a partire dalle lettere che avvisano di “anomalie” nelle loro dichiarazioni o nei versamenti contribuenti come i forfetari e li spingono al ravvedimento operoso in un filone “preventivo” rispetto alla riscossione coattiva che si è rivelato piuttosto fortunato. Alle cartelle spedite ai contribuenti più riottosi all’appuntamento con la cassa è invece attribuito il resto, 3,8 miliardi in tutto.

Nei calcoli ufficiali la colonna delle «entrate antievasione» è poi spinta in alto dalle «misure straordinarie», definizione anodina in cui sono abbracciate le varie forme di accordo costruite con i contribuenti che non si erano presentati puntuali al versamento: fanno parte di questa famiglia la rottamazione delle cartelle, che l’anno scorso ha prodotto 4,3 miliardi di entrate dello Stato (6,8 con contributi ed entrate locali) ed è quindi la protagonista assoluta della scena, la definizione delle liti pendenti (586 milioni) e la «pace fiscale», che si è fermata a 245 milioni di euro, cifra piuttosto modesta se si richiama alla mente il peso della misura nel dibattito pubblico del tempo in cui è stata introdotta”.

La cosiddetta rottamazione quater, indicata come una delle voci salienti che hanno contribuito alla lotta all’evasione fiscale, ha portato 6,8 miliardi di euro: a tanto infatti ammonta l’incasso per le prime due rate.

Secondo il quotidiano economico, però, ci sarebbe un’altra voce che promette grandi cose ed è relativa a quelle attività di prevenzione messe in campo per evitare che si formi l’evasione. “La cifra che campeggia in questa casella è 7,6 miliardi, ed è il valore delle minori uscite assicurate dalle analisi di rischio e dei controlli preventivi antifrode sviluppati negli ultimi 12 mesi dall’Agenzia.

Con queste operazioni l’amministrazione finanziaria ha individuato in tempo utile indebite compensazioni, rimborsi Iva non spettanti e crediti fiscali fittizi; fenomeno, quest’ultimo, gonfiato dalle frodi fiorite intorno ai bonus edilizi, di cui però ieri all’Agenzia delle Entrate nessuno ha voluto parlare. È forse un altro segno del fatto che per il Governo la partita è definitivamente chiusa, nonostante i tentativi di riaprirla fatichino a fermarsi. Nel pacchetto del contrasto alle frodi entra anche la norma contro le partite Iva «apri e chiudi», che ha prodotto la cessazione d’ufficio di 2.300 posizioni”.

L’illustrazione dei dati 2023 ha riguardato anche i rimborsi fiscali: nell’anno in esame, questi hanno superato i 22,4 miliardi di euro, con un aumento del 12% sul 2022, andati in prevalenza alle imprese 19,5 miliardi, mentre alle famiglie sono stati indirizzati 2,9 miliardi di euro.

Era presente Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Meloni. A margine dell’evento ha parlato di “economia italiana resiliente” e dei buoni dati sull’occupazione. “Sulla delega fiscale – ha detto all’Ansa – è in corso un lavoro inteso con i decreti legislativi: alcuni sono stati fatti, altri lo saranno a breve e l’ambizione alta, di riscrivere il sistema fiscale, che era nel programma di governo, dovrebbe concludersi entro la primavera.

Non ci sarà nessuna persecuzione nei confronti dei soggetti che non si sono allineati ha aggiunto Giorgetti riferendosi agli autonomi che non dovessero accettare la proposta del Fisco, con il concordato preventivo -, ma nella normale prassi del rispetto legge e della privacy cercheremo di sapere perché il contribuente, a fronte di una proposta interessante non si adegua”.  E il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. ha aggiunto: “Nessuna caccia alle streghe, ma informazioni sul perché di un non disallineamento”.

Fonti: Il Sole 24 Ore e Ansa