Il Caseifico vicentino che assume i 60enni. Su Il Sole 24 Ore la storia di Brazzale, con sede a Zané

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caseificio brazzale

In un contesto economico in cui i giovani faticano a trovare lavoro, il Caseificio Brazzale di Zanè (Vicenza) si distingue per una scelta controcorrente: assumere lavoratori over 60. Questa storia di lavoro molto particolare è stata presa in esame da Il Sole 24 Ore oggi in edicola.

“L’ideologia del welfare ci ha abituati a credere che i sessantenni non abbiano più nulla da dare al lavoro e che sognino solo la pensione”, spiega Roberto Brazzale, settima generazione alla guida dell’azienda. “Ciò può essere vero per una parte, ma sono moltissimi quelli che desiderano continuare a lavorare e vivere pienamente, quando invece sono costretti all’angolo, espulsi dal mercato del lavoro o avviliti da attività proprie in crisi.”

Brazzale non è un’azienda che guarda la carta d’identità. “A 60 anni, se ci si è presi cura di sé, si ha la forza dei 40 e tanta voglia di imparare cose nuove e ripartire”, afferma il proprietario. L’idea di assumere over 60 è nata quasi per caso, con l’autocandidatura di un ex compagno di scuola di Roberto Brazzale. Da lì, si sono aggiunte altre persone, fino a ricevere centinaia di candidature.

“Crediamo che guardare la carta d’identità sia una sciocchezza e che vada rovesciato il paradigma”, sottolinea. “In alcuni casi ho preso io l’iniziativa con persone che conoscevo, e hanno accettato”.

In Brazzale, diverse generazioni di lavoratori convivono e collaborano. “Facendo convivere diverse generazioni nei reparti lasciamo che accada quello che è sempre successo, con i più anziani ed esperti che trasmettono le proprie competenze ai giovani”, spiega Brazzale.

Del resto, l’azienda è giovane: quasi il 50% degli oltre mille addetti ha meno di 35 anni. La storia del Caseificio Brazzale è un esempio virtuoso di come l’esperienza e la competenza possano essere valorizzate, a dispetto dell’anagrafe. Un modello da seguire per contrastare l’esclusione lavorativa degli over 60 e per creare un ambiente di lavoro intergenerazionale ricco di scambi e di crescita.

Barbara Ganz, che ha firmato l’articolo per il quotidiano economico, riporta infine una considerazione molto significativa di Roberto Brazzale: “L’ideologia del welfare ci ha abituati a credere che i sessantenni non abbiano più nulla da dare al lavoro e che sognino solo la pensione. Ciò può essere vero per una parte, come per chi ha svolto lavori usuranti. Sono tuttavia moltissimi quelli che desiderano continuare a lavorare e vivere pienamente, quando invece sono costretti all’angolo, espulsi dal mercato del lavoro o avviliti da attività proprie in crisi, pronti a nuove occasioni, ricchi di competenze e di entusiasmo”.

L’esperienza del Caseificio Brazzale dimostra che assumere over 60 può essere una scelta vincente, non solo per l’azienda, ma anche per la società. Un esempio da seguire per costruire un futuro più inclusivo e intergenerazionale.

Fonte: Il Sole 24 Ore