Finco (Lega-LV): “Sui documenti tornano i genitori 1 e 2: la corte d’Appello di Roma favorisce le teorie gender”

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Nicola Finco contro Corte d'Appello Roma
Il Vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Finco contro la Corte d'Appello di Roma: "Favorisce teorie gender"

Netta presa di posizione del vice presidente del consiglio Regionale del Veneto Nicola Finco (Lega-LV) contro la decisione della corte d’Appello di Roma di ripristinare la dicitura genitore 1 e genitore 2 anziché madre e padre. “Con un tempismo degno di miglior causa – dice in una nota -, entra nel merito di una vicenda che risale al 2019, all’operato di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, e affossa di fatto la natura umana per pennellare un assist mirabolante a favore delle mode del momento, colorate d’arcobaleno, e delle teorie gender tanto care al radicalismo chic e ‘à la page’ di una parte minoritaria della popolazione che però si erge a supremo arbitro dei costumi e cerca di imporre a chiunque, con protervia, la propria visione del mondo”. Finco si dichiara invece dalla parte di chi “crede che sia ancora naturale chiamare padre e madre i propri genitori, perché così è, da che mondo è mondo”.

Il vicepresidente del Consiglio regionale evidenzia la coincidenza temporale: “È un fatto ciclico, ricorrente, che si manifesta soprattutto quando ci troviamo in prossimità di scadenze elettorali importanti. Questa volta, sotto la scure della giustizia italiana è finito il decreto firmato 5 anni fa dal ministro Salvini che ripristinava un dato di fatto incontestabile, lapalissiano, elementare, evidente a chiunque, fuorché a coloro che si ostinano ad osservare la realtà con occhi storti: se il decreto del 2019 ripristinava la dicitura padre e madre sulle carte d’identità dei bambini, il giudice oggi con la sua decisione riammette l’ircocervo anodino del genitore 1 e 2 sui documenti legati al rilascio della carta d’identità, accogliendo le resistenze di una coppia di mamme supportate da quei gruppi gender, legati ad una politica ideologica radicale, scollata dalla realtà e da ciò che ci dice la natura.” La decisione, oltretutto, sostiene Finco, innesca un effetto non trascurabile nella Pubblica Amministrazione, in quanto i funzionari pubblici rischiano l’accusa di falso ideologico per aver indicato il padre e la madre in luogo del genitore 1 e 2. “C’è il massimo rispetto del lavoro della magistratura – conclude Finco – anche quando prende queste strade, ma a mio parere c’è un limite a ciò che il nostro ordinamento può ammettere: certe sentenze, di fatto, assecondano teorie che assimilano e conformano tutto e a ogni costo, anche ciò che la natura ha reso differente.”