Black Mirror: la serie che mette a nudo il presente rivelandoci un futuro inquietante

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Black Mirror
Black Mirror

(Articolo da TecnologicaMente n. 1, supplemento di Vicenza Più Viva, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Lo schermo nero a cui fa riferimento il titolo di questa serie antologica britannica trasmessa per la prima volta nel 2011 e rinnovata nel 2022 per una sesta stagione è quello dei nostri televisori, computer e smartphone. Ogni episodio racconta una storia diversa, quindi abbiamo avuto finora ventisei storie, ambientate in differenti epoche e luoghi, e un film, tutti accumunati dal fil rouge tematico del rapporto tra l’uomo, sia come individuo singolo che come animale sociale, e la tecnologia, intesa come videogame, internet, app, ma anche nelle sue implicazioni politiche, economiche, o di convivenza con l’intelligenza artificiale, sia essa contenuta in programmi, elettrodomestici, o veri e propri robot o automi. Il tono è drammatico, non perché gli autori siano luddisti (break the machine), ma per una semplice questione narrativa: il pessimismo nell’arte tira di più. La serie insomma ci mette in guardia sui rischi di questo rapporto con la tecnologia; sta poi a noi invece, nella nostra quotidianità, nel nostro dibattito pubblico, in tv, sui giornali, nei bar, nelle piazze, cercare di vedere i lati positivi e le opportunità. In uno degli episodi le persone hanno dei congegni in testa, una sorta di scatola nera, che registrano tutti i ricordi e consentono di proiettarli su uno schermo per farli vedere agli altri. In un altro episodio un orsetto blu guidato in motion capture da un comico si candida alle elezioni e rischia di vincere. Un’altra storia ancora racconta di un mondo in cui le persone si votano tra di loro e tutti vogliono essere popolari e raggiungere almeno un punteggio di 4.5 stelline, voto da cui dipendono anche questioni importanti come poter comprare una casa. Altri temi trattati sono l’intelligenza artificiale, usata da una donna per sostituire il marito defunto con un bot che ne riproduce la voce e che in seguito viene installato in un clone di carne sintetica. Spazio anche per una sorta di app per incontri, che usa, come, per dirne solo una molto in voga, Tinder, un algoritmo per abbinare le persone, promettendo una percentuale di successo del 99,8%.
Questa app, chiamata Coach, è obbligatoria, e stabilisce un tempo limite, dopo il quale le persone non devono più frequentarsi. Capita così che coppie con un ottimo feeling debbano stare insieme solo 12 ore, mentre coppie che non si sopportano stiano insieme per un anno, fino alla sorpresa finale. In un altro caso un microchip consente a un medico di provare il dolore dei pazienti, per guarirli meglio.
Altri temi sono quelli dell’intrattenimento, declinato sia nei reality show e nelle serie tv, sia nei videogiochi, dove l’interazione tra realtà e finzione raggiunge livelli paradossali ed estremi.
Bandersnatch, film tv interattivo pubblicato su Netflix, scritto da uno degli autori di Black Mirror, è stato pensato in modo tale che in alcuni punti della trama lo spettatore sia chiamato a scegliere personalmente quale sviluppo preferisce, e in base a queste scelte si sviluppano diverse trame e diversi finali. Per concludere, è una serie che non punta sui personaggi, ma sulle storie che offrono molti spunti per riflettere sulla nostra attualità, presente e futura.