I nuovi mostri della Tv

471

Mentre Matteo Salvini posta foto di gattini pucciosi sulla sua bacheca Facebook per rassicurare i mercati esteri e tentare con le fusa laddove non siamo riusciti con la manovra, in tv, da un paio di mesi a questa parte stanno scoppiando risse tra personaggi insospettabili e personaggi molto sospettabili. Tra questi ultimi un intramontabile Vittorio Sgarbi che dopo l’operazione al cuore e la raccomandazione dei medici di non incazzarsi, probabilmente ha impiccato i medici sull’asta della flebo. Qui di seguito la lista dei tafferugli più indimenticabili degli ultimi tempi:


Maurizio Belpietro vs Udo Gumpel

Entrambi ospiti di #Cartabianca, si trovano lì a discutere di sgomberi degli edifici occupati. Gumpel afferma di essere sdegnato dall’inciviltà del nostro Paese che lascia la gente per strada, senza un tetto sulla testa, sotto la pioggia. L’effetto è già di per sé abbastanza straniante perché Gumpel parla come fosse Laura Bordini ma con l’accento del gerarca nazista che scatena il cane lupo sulla giugulare del prigioniero. Belpietro non ci sta. “Gli edifici sgomberati vanno liberati, non venga a dare lezioni agli italiani, voi avete costretto a pagare l’Europa 6 miliardi per i migranti! Pensa alla tua democrazia, sei un agitprop!”, gli urla. A Gumpel, dall’incazzatura, si appannano gli occhiali: “Maleducato, facile sparare cazzate!”. Belpietro per fortuna è in collegamento perché altrimenti i due si starebbero già rotolando sul pavimento come due ragazzine che si contendono l’ultimo tubino nero ai saldi di Zara. La Berlinguer, con piglio eroico, tenta di calmarli e schiva di poco un “vaffanculo pure te”, poi chiude il programma con un definitivo: “Comunque lei qui non la inviterò più!”, detto a Gumpel che le risponde piccato: “E per fortuna, mi sono vergognato!”. Il siparietto riesce in un’impresa che pareva impossibile: rendere uno che sta sulle balle pure al club degli orsetti del cuore – Maurizio Belpietro – simpatico a tutti.

Francesca Donato vs Alan Friedman

Intanto bisogna spiegare chi è Francesca Donato. La Donato è un avvocato siciliano e la fondatrice di Eurexit, un’associazione che promuove l’uscita dall’euro per rilanciare l’economia. Per garantire serietà al progetto, su twitter, la Donato ha trovato un soprannome che fa tremare la Ue: Lady Onorato. Insomma, è la nostra Lady Oscar dell’economia. I suoi detrattori dicono che parla di economia senza capire una cippa di economia. I suoi sostenitori dicono che parla di economia senza capire una cippa di economia però ha un bel taglio di capelli. Floris è il suo fan più accanito, tanto da averla coinvolta di recente a DiMartedì in un faccia a faccia con Carlo Cottarelli, il quale dietro le quinte, andando via, avrebbe detto: “La prossima volta con chi mi fate parlare di spread, con Patrizia De Blanck?”. La sua lite più esilarante però è avvenuta a L’aria che tira con Alan Friedman, il quale era in collegamento. La Donato si lancia in una provocazione sull’economia inglese, Friedman finge di non capire chi stia parlando e chiede: “Sono collegato con quella donna anti-euro?”. Il “quella donna” è pronunciato con il disprezzo che si rivolge a un molestatore di bambini. “Lei non capisce un tubo, vada a studiare economia!” aggiunge. La Donato snocciola le sue teorie da economista navigata. In studio ridacchiano tutti. Friedman si toglie le cuffie: “Arrivederci a tutti e in bocca al lupo!” e se ne va. FriedmanExit.

Vittorio Sgarbi vs Mario Giordano

Un match a più riprese, iniziato in ottobre negli studi di #Cartabianca. Mario Giordano compie l’errore di proclamare che la legge è sacra, Sgarbi sbrocca al suono di “fallo tacere, questa rana”. A Matrix, solo un mese dopo, ritorna in scena la rissa Sgarbi-Giordano, stavolta scatenata dal tema delle aperture domenicali. Sgarbi difende l’economia liberale, Giordano i diritti dei lavoratori, allora Sgarbi gli dà del comunista e Giordano risponde con un “ma ti sei rincoglionito?”. Qualsiasi altra replica dell’ex direttore del Tg4 è resa impossibile dalla classica ripetizione a macchinetta di “Sei un comunista”, occasionale alternativa al classico “Sei una capra”. Nel fuori onda, poi, si produce in una squisita imitazione della voce di Giordano, o come lo chiama lui il “castrato di merda”. Per una corretta inquadratura della situazione, comunque, teniamo sempre a mente l’ultima fatica mediatica del critico d’arte: farsi riprendere col telefonino mentre rotola sul pavimento di un Autogrill, di notte.

Mauro Corona e Bianca Berlinguer

Dice Aldo Grasso che gli incontri televisivi tra Mauro Corona e Bianca Berlinguer sono un incrocio tra Casa Vianello e i falò tra innamorati litiganti di Temptation Island. Il livello in effetti, tra i battibecchi sul Vajont e le timide dichiarazioni da impacciati fidanzatini adolescenti, è sempre abbastanza alto, soprattutto quello alcolico. A tal proposito l’altro ieri Corona, parlando del suo uso di psicofarmaci, ha confidato alla Berlinguer che, in barba ai foglietti illustrativi, lui li prende insieme al vino e alla birra e “guarda caso, sono aumentati di potere e mi hanno fatto bene”. Lei tenta di prendere le distanze ricordando i danni che il mix di farmaci e alcolici può provocare e allora Corona la bacchetta “Questo lo dice lei, però!”, come ogni buon marito alcolista ricorda alla moglie che “il vino rosso fa sangue, lo dice il medico”. Diciamoci la verità, voi a chi credereste: alla letteratura scientifica o a un alpinista che va in televisione con lo smanicato e la bandana in testa?

Bruno Vespa vs Piercamillo Davigo

Nel gioco delle parti del salotto di DiMartedì, tecnicamente, il magistrato giustizialista Davigo avrebbe dovuto difendere l’abolizione della prescrizione, mentre Bruno Vespa difendere, come al solito, Berlusconi. Vespa allora esordisce con una battuta incredibile, ovvero “La gente sul comodino tiene la foto del figlio, Davigo ci tiene le manette”, riuscendo involontariamente in un doppio senso abbastanza sadomaso. Dimenticandosi, tuttavia, che quello che si farebbe rimbrottare con la frusta leccando le scarpe col tacco del proprio padrone, tra i due, non è Davigo.

di  Selvaggia Lucarelli , da Il Fatto Quotidiano