Terzo mandato, resta il muro contro muro Fdi-Lega: in attesa soluzione big si pensa a voto

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Preso atto che la differenza di vedute resta evidente, sul terzo mandato per governatori e sindaci delle grandi città – previsto da due emendamenti leghisti al Dl Elezioni – in Senato si allargano le distanze tra Fratelli d’Italia e Forza Italia da un lato e salviniani dall’altro.

Dopo la riunione della Commissione Affari costituzionali del Senato e il successivo vertice di maggioranza alza le mani il presidente meloniano Alberto Balboni: “A questo punto – dice – in Commissione ciascuno sarà libero di esprimere il voto secondo il proprio convincimento”. Voto che, non manca di sottolineare il senatore di Ferrara, vedrebbe i contrari al terzo mandato (Fdi e Forza Italia, magari con l’apporto dei democratici, tuttora divisi, e di Iv) prevalere alla conta. La Lega in Senato tiene duro: “Noi non ritiriamo gli emendamenti sul terzo mandato per il presidente di regione e per i sindaci delle città sopra i 15mila abitanti”, mette in chiaro a ora di pranzo una fonte leghista di primo piano, vicina al dossier.

“A livello parlamentare – rivendica Balboni – questa è la soluzione che abbiamo adottato, se poi a livelli superiori i vertici dei quattro partiti della maggioranza trovassero una sintesi, ovviamente questa sarebbe valutata e accettata, nel momento in cui ci verrà comunicata”, spiega. Ma “a oggi non c’è nessuna comunicazione”. “Si registra una divergenza di opinioni come legittimo che sia su un tema che non faceva parte dell’accordo di programma quando abbiamo presentato la nostra coalizione alle elezioni”, sottolinea ancora il meloniano, provando a derubricare il tema come non concordato nel programma di governo.

La vicenda, che in Commissione pensano ormai di risolvere con il voto, non a caso slittato di una settimana e non più previsto per questo giovedì, registra però nuovi segnali di fumo che si scambiano i vertici. Tajani, che venerdì inizierà il congresso nazionale di Fi, cercando l’incoronazione, dice di apprezzare Salvini, il quale ha detto che “si troverà una sintesi”, ribadendo però il no al terzo mandato da parte della compagine azzurra. Lo stesso capogruppo Barelli spiega che alla fine “saranno i leader a trovare la quadra”.

Intanto però la Commissione fibrilla. A pesare sono anche gli altri temi all’ordine del giorno, a partire dalle regionali. Dove la Lega ancora attende la ‘compensazione’ per aver ceduto il passo in Sardegna al candidato di Fdi, Truzzu. Un ‘risarcimento’ che non sembra più passare dalla Basilicata (“Bardi è il candidato migliore”, punta i piedi Fi con Tajani) e neanche per il terzo mandato, dove la questione ormai pare abbandonata allo scontro parlamentare, con lo stesso Balboni che ricorda come sugli emendamenti “il governo si sia rimesso alla Commissione”.

Il partito di Salvini potrebbe invece ottenere la ‘golden share’ sul candidato alle comunali di Cagliari. Proprio nel capoluogo della Sardegna oggi Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini si ritroveranno per la chiusura della campagna elettorale di Truzzu. I sondaggi interni descrivono una lotta serrata tra il candidato del centrodestra e la sfidante del ‘campo progressista’, la pentastellata Alessandra Todde.

Al punto che un alto in grado della Lega parla di risultato da ‘1-X-2’ mentre un altro parlamentare sardo del centrodestra, chiacchierando nei corridoi di Montecitorio, ironizza: “Se perdiamo mi conviene emigrare…”. Un’altra riunione di maggioranza ha avuto al centro il tema delle amministrative. “Abbiamo fatto un’analisi dei comuni che vanno al voto, con le cose rimaste aperte. C’è stato un passaggio ulteriore rispetto alla fotografia di quelli che erano i candidati potenziali. Alcune cose si sono chiuse definitivamente, altre attendono”, il quadro tracciato dal ministro dell’Agricoltura ed esponente di Fdi, Francesco Lollobrigida, a margine dell’incontro a cui ha preso parte, per Forza Italia, il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri.

Se si è parlato di Basilicata? “Non è un comune”, ha ironizzato Lollobrigida, spiegando che nella riunione non è stato affrontato nemmeno il tema del terzo mandato dei governatori (“si è parlato solo di comuni”).

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