“Schio galeotta”, su la Repubblica una pagina per le lesbiche del basket (e non solo). De Angelis: “nostro pubblico è avanti”

578

Nella pagine sportive del quotidiano nazionale la Repubblica una intera pagina è stata dedicata al matrimonio delle due cestiste lesbiche con le storie “intrecciate” nel Famila e con la cittadina di Schio.

La storia

Schio galeotta

Allie e Courtney il basket all’altare stoppa i pregiudizi

Quigley e Vandersloot, nozze a Seattle Due settimane prima erano rivali in campo

di COSIMO CITO

Due settimane prima di sposarsi Allie Quigley e Courtney Vandersloot hanno giocato contro in Eurolega a Schio, l’una con la canotta della Beretta Famila, l’altra con quella di Ekaterinburg. Il 27 dicembre, poi, Allie, 32 anni, e Courtney, 29, americane con passaporto ungherese, d’inverno avversarie in Europa e in estate compagne di squadra in Wnba nelle Chicago Sky, si sono promesse amore eterno. Al PalaRomare s’erano marcate senza risparmiarsi, come accade tra avversarie, quando ci sono di mezzo un pallone e un canestro.

Alla fine baci e sorrisi.

Al loro matrimonio, a Seattle, c’erano «in una stanza, tutte le persone più importanti della nostra vita». Il profilo Twitter di Courtney si apre con la parola “Equality”. L’hashtag #vanderquigs ha raccolto i tweet di invitati, amici, tifosi.

Galeotto fu il basket. «La partita contro Ekaterinburg» racconta il dg di Schio Paolo De Angelis, «è stata una grande festa, e il nostro pubblico è stato fantastico, e a fine partita tantissimi tifosi hanno chiesto un selfie ad Allie e Courtney. Allie è con noi dai primi di dicembre, della loro storia sapevamo già da parecchio, Courtney è stata a Schio nel 2013-2014 e al tempo loro stavano già assieme. È una storia molto bella, che vivono a distanza per forza di cose. E poi il calendario ci ha fatto questo scherzo, ed è stato uno spettacolo nello spettacolo». 9 punti per Allie Quigley, 8 per Courtney Vandersloot. Guardie tiratrici entrambe, due fisici simili, simili come sorelle.

Innamoratissime.

«Abbiamo anche avuto un precedente» prosegue De Angelis, «una decina di anni fa la nostra Penny Taylor affrontò da avversaria la compagna Diana Taurasi, che all’epoca giocava a Mosca. Botte da orbi in campo, baci dopo, anche loro sono compagne nella vita. Il basket è più avanti di molta parte della società, come il nostro pubblico. Spesso si racconta di come l’Italia sia bigotta. Noi del basket possiamo affermare tutto il contrario. E possiamo anche apprezzare un’evoluzione nella libertà delle ragazze, che dieci anni fa dovevano nascondere la propria sessualità, e invece oggi si sentono assai più libere di professare il loro amore».

Un anno e mezzo fa Schio, 40mila abitanti in provincia di Vicenza, una delle capitali storiche del basket italiano al femminile, era stata sfondo di un’altra storia esemplare. Al tempo due ragazze, Paola e Giovanna, residenti nella cittadina, avevano ospitato al loro matrimonio civile un sacerdote, don Giuseppe Gobbo, che aveva anche benedetto le fedi davanti all’officiante, Carlo Cunegato, un consigliere comunale. L’episodio aveva generato qualche polemica in seno alla curia, col vescovo che chiese chiarezza al sacerdote e il sindaco, Valter Orsi, che tenne a sottolineare il proprio «diverso concetto di famiglia». Nello sport certe barriere sono crollate assai prima che altrove.

La Wnba, il più grande campionato del mondo, è considerata una delle leghe a più alto indice di progressismo e conta al suo interno una grande quantità di “out athletes”. La miglior giocatrice americana, Elena Delle Donne, ha sposato nel 2017 con diretta su Facebook la compagna Amanda Clifton e ha poi scritto della sua vita in un bestseller, My shot. «Non voglio più che un’unione come la nostra diventi una notizia, ma che sia la normalità» aveva raccontato in un’intervista a Vogue la giocatrice nata nel Delaware, con bisnonni originari di Lazio e Abruzzo.

Intanto, dopo un breve viaggio di nozze, Allie Quigley torna oggi in Italia. Domenica è già campionato, Schio è ospite a Battipaglia.