Apre domani 2 marzo in Basilica Palladiana a Vicenza la mostra “POP/BEAT – Italia 1960-1979, Liberi di Sognare”. Progetto inedito per l’Italia che unisce arti figurative, video e letteratura, è stato ideato e curato dall’artista Roberto Floreani per il Comune di Vicenza e Silvana Editoriale – che ne hanno assunto la coproduzione – portando nel salone del capolavoro palladiano 100 opere di 35 artisti provenienti da Collezione Intesa Sanpaolo, Gió Marconi, Mart, Museo Novecento di Firenze, MAMbo, dagli archivi di molti degli artisti in mostra nonché da alcune delle collezioni private più importanti d’Italia.
Il progetto è realizzato grazie al sostegno di Confindustria Vicenza e di BVR Banca, Banca delle Terre Venete, BCC Veneta, Banca del Veneto Centrale, BCC Vicentino Pojana Maggiore, Vescogiaretta Group, Belluscio Assicurazioni, oltre agli sponsor tecnici Unifor e Viabizzuno e ai Media Partner Il Giornale di Vicenza, Telechiara, TVA.
A dare ufficialmente inizio all’evento in Basilica palladiana sono stati oggi il sindaco Giacomo Possamai, gli assessori Ilaria Fantin, Leonardo Nicolai e Giovanni Selmo, il direttore generale di Silvana editoriale, Michele Pizzi e il curatore Roberto Floreani.
Il sindaco Possamai si è soffermato sull’importanza storica della mostra «Che ci permetterà di focalizzare l’attenzione – ha detto – su un doppio decennio cruciale per la storia del nostro Paese. Sarà interessante, curioso, stimolante comprendere come con il boom economico del dopoguerra la società si sia trasformata. A fare da filo conduttore sarà lo slogan “Liberi di sognare” che ricorda fin da subito la promessa attorno a cui nuove generazioni si formarono e si lanciarono alla conquista del mondo.» E i visitatori della mostra potranno davvero vivere e quasi “respirare” il binomio libertà/sogno «non solo negli esempi della produzione artistica pittorica del periodo – ha aggiunto Possamai -, ma anche nella musica e nella letteratura che ancora oggi rendono quel tempo indimenticabile. E indimenticato».
Il curatore Roberto Floreani ha parlato di una mostra viva, comprensibile, popolare, pensata per riportare nella collettività la leggerezza e la propositività sociale degli anni Sessanta e Settanta, attualizzando quella ‘Libertà di sognare’ che oggi può rivelarsi salvifica dopo le costrizioni del lockdown: «Un progetto sul “sentire comune” di artisti, letterati, musicisti di un ventennio cruciale del nostro Paese, che supera le barriere strettamente storiografiche, le rispettive rivendicazioni tematiche individuali, le stesse classificazioni Pop e Beat in gran parte nemmeno condivise dagli stessi artisti che han finito col farne parte».
Per la prima volta infatti vengono raccontate ed esposte insieme le generazioni Pop e Beat italiane, testimoni di un sentire comune di quegli anni, legato a una visione ottimistica del futuro e all’impegno movimentista del Sessantotto, rendendosi quindi originali e autonome dalle suggestioni Pop e Beat americane, per troppi anni indicate come determinanti. Sarà messa in evidenza l’unicità propositiva e la statura assoluta della Pop italiana in Europa, nonché le differenze sostanziali e l’autonomia dei suoi artisti rispetto a quelli americani. In Italia si alimenterà infatti una frequentazione dal basso, sensibile alla tradizione artistica nazionale, al paesaggio, all’avanguardia futurista, che sarà protagonista dei mutamenti sociali, politici e culturali nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche, nelle università: istanze diventate oggetto di gran parte delle opere e dei documenti esposti. Distanti, quindi, da quelle degli artisti e letterati americani, presto vezzeggiati in ambito mercantile e universitario, spesso ricevuti come autentiche star e orientati all’evidenza dei prodotti di consumo della società di massa amplificati dalla pubblicità.
La sezione Pop, con un centinaio di opere selezionate di trentacinque artisti, privilegerà i grandi formati che verranno spettacolarizzati da un’ampia sezione di sculture.
La temperatura Beat in mostra sarà garantita dalla musica di quegli anni, diffusa in loop, e rappresentata dai rari documenti originali di Gianni Milano, mentore di un’intera generazione, Aldo Piromalli, Andrea D’Anna, Gianni De Martino, Pietro Tartamella, Eros Alesi, Vincenzo Parrella e molti altri, nonché dalla vicenda artistica militante dell’Antigruppo siciliano.
Il progetto di Floreani ricontestualizzerà la stessa natura della Pop e della Beat italiane, dando priorità a ciò che gli artisti stessi dichiaravano circa la loro ricerca, che ben distaccava il loro percorso da quello degli artisti americani, raccontando anche il tragitto che dalla Libertà di sognare approderà fatalmente alla Fine del sogno degli anni di piombo, della disillusione e della diffusione delle droghe pesanti, messe in scena in tutta la loro crudezza al Festival di Castelporziano nel 1979.
Vicenza, grazie anche all’impegno degli assessorati alla Cultura, al Turismo e all’attrattività della città; all’Istruzione; alle Politiche giovanili, digitalizzazione e innovazione, diventerà dal 2 marzo al 30 giugno 2024 un autentico laboratorio.
Eventi collaterali ad hoc saranno proposti in alcuni dei principali luoghi monumentali della città, in collaborazione con istituzioni e associazioni.
Anche le scuole saranno coinvolte, a partire da una specifica sezione didattica allestita al piano terra della Basilica Palladiana, nel Salone degli Zavatteri.
Sarà, quindi, una grande festa collettiva, dove tutti saranno Liberi di sognare.
In mostra sarà riprodotto un estratto, montato ad hoc per l’occasione dal regista Andrea Andermann, del film Castelporziano Ostia dei poeti, prodotto da Rada Film.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, a cura di Roberto Floreani, con testi di Roberto Floreani, Gaspare Luigi Marcone, Alessandro Manca.
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Fonte: “POP/BEAT – Italia 1960-1979, Liberi di Sognare”, apre la mostra in Basilica Palladiana , Comune di Vicenza