Il 27 e il 28 febbraio, in occasione dell’alluvione che ha colpito la città, numerosi volontari, in particolare i più giovani, si sono messi a disposizione per la composizione e la fornitura di sacchi di sabbia, uno dei pochi rimedi per arginare l’acqua. L’alluvione che ha interessato la nostra città in questi giorni e causato, soprattutto, dal Retrone, uno dei fiumi di Vicenza insieme a Bacchiglione e Dioma, è indubbiamente effetto a qualche livello della crisi climatica che stiamo vivendo, ma soprattutto dello sfruttamento del suolo che anno dopo anno è stato e viene portato avanti dai suoi abitanti. Non sorprende, quindi, il fatto che molti dei volontari abbiamo confessato di sentirsi in dovere di fornire il proprio aiuto, in questo momento così delicato, a sostegno della città che vivono quotidianamente.
I primi volontari, tra cui inizialmente i consiglieri comunali e gli assessori e poi i cittadini, si sono recati prima di tutto nella serata di martedì 27 presso la sede della Protezione Civile in Via Frescobaldi e hanno avuto il compito di produrre sacchi di sabbia. Il giorno seguente è stato invece rafforzato il punto di produzione nella sede di AMCPS (Viale Sant’Agostino). Dalle 4.00 di mattina volontari della protezione civile, cittadini e amministratori (tra i quali anche chi scrive) hanno preso in mano le pale e i sacchi di juta.
Nella prima mattinata di mercoledì, solo nella sede di AMCPS erano già stati prodotti 1500 sacchi. Una volta riempito e chiuso, il sacco veniva impilato secondo un ordine preciso nei bancali sotto l’occhio attento dei volontari della Protezione Civile. I bancali venivano poi caricati sui mezzi della Protezione Civile e scaricati nei tre punti indicati ai cittadini per la loro raccolta Contra’ S.S. Apostoli, Viale Giuriolo e Viale Fusinato. Ben presto abbiamo perso il conto dei sacchi di sabbia prodotti, ma il fatto che alle 16.30 del 28 febbraio non vi fossero più bancali disponibili dà la cifra dell’impegno dei volontari che, per mitigare gli effetti dell’alluvione, hanno continuato a lavorare fino alle 20.30. Al termine dei due giorni di allerta, sono stati distribuiti ben 12mila sacchi di cui più di 4mila erano già presenti in magazzino. Insomma, a spanne è possibile dire che i volontari hanno contribuito alla produzione (all’incirca) di 8mila sacchi di sabbia.
La struttura esterna di AMCPS permetteva di accogliere più volontari rispetto a quella offerta dalla sede della Protezione Civile. Verso le 12 di mercoledì 28, eravamo quasi cinquanta volontari “civici” impegnati, tra cui spiccavano in particolare i giovaniì dai 17 ai 35 anni che in quella giornata hanno deciso di abbandonare i banchi universitari o la scrivania in ufficio. In toto, più di cento volontari hanno preso parte alla produzione di sacchi per arginare l’acqua dell’alluvione che aveva invaso parti della città. All’interno di un gruppo eterogeneo di persone volontarie, vi era una presenza importante dei promotori dei festival vicentini (Jamrock, Lumen Festival, Spiorock e molti altri) e degli amministratori comunali che per primi sono giunti nei luoghi di assemblaggio. Ma non solo. Anche gli scout e gli animatori parrocchiali, nonché tantissime persone non identificate in un gruppo sociale preciso, hanno deciso di correre in soccorso della propria città.
Tra sabbia, sacchi, mensa conviviale e qualche battuta per mitigare la preoccupazione, il tempo passato a spalare sabbia e riempire sacchi e il “prodotto finale” ha dimostrato la capacità dei vicentini di rispondere prontamente alle difficoltà.
Chissà, magari un giorno capiremo anche come agire preventivamente per evitarle del tutto.