Maltempo a Vicenza, Legambiente: “L’emergenza è passata, ma il meno è fatto”

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maltempo e bacino di laminazione
Per il consigliere Regionale Polato, oltre ai bacini di laminazione, servno infrastrutture per non sprecare l'acqua piovana

“L’emergenza è passata, ma il meno è fatto” è il commento provocatorio della presidente del circolo Legambiente di Vicenza Valentina Dovigo nell’analizzare quanto accaduto la settimana scorsa, con la città messa in pericolo da un’ondata di maltempo che peraltro non sembra aver visto ancora la fine. Certo, il peggio sembra essere passato e senza che si sia ripetuto un altro 2010, ma non si può certo dire che Vicenza abbia attraversato indenne la pioggia di fine febbraio.

Valentina Dovigo pone all’attenzione tre riflessioni che Legambiente suggerisce alla città. La prima è che sicuramente i bacini di laminazione si sono rivelati utili, hanno evitato il peggio, soprattutto per quel che riguarda il Bacchiglione, ma non sono l’unica soluzione possibile, né sarà sufficiente realizzarne di nuovi per risolvere il problema del dissesto idrogeologico.

La seconda è che gli eventi metereologici estremi non sono più eccezioni, e bisogna mettere in conto di doverli affrontare sempre più spesso: l’innalzamento delle temperature medie nello scorso anno 2023 è stato il più elevato da quando l’umanità ha iniziato ad effettuare le misurazioni; è in atto una crisi climatica, che ha come conseguenza anche l’estremizzazione degli eventi atmosferici, siano essi piovosità o siccità. “Accadono cose che finora non abbiamo mai visto – spiega la presidente di Legambiente Vicenza – quindi ogni ragionamento, ogni calcolo, ogni manufatto, ogni programmazione, deve tenere conto che siamo già in una fase di instabilità climatica”.

La terza considerazione, riguarda più direttamente quello che può essere fatto a livello di politica urbanistica: “Da tempo ripetiamo – insiste Dovigo – che bisogna fermare il consumo di suolo, un consumo che, nonostante le varie norme SalvaSuolo o le varie pianificazioni green, continua a presentare numeri giganteschi in questa regione, ed anche in questa provincia ed in questa città.” Tra i suggerimenti, iniziare a “depavimentare” le aree totalmente impermeabilizzate, avviare la rigenerazione di quartieri o pezzi di quartieri, costruire un mosaico di aree verdi e naturali in ambito urbano, pensare ad una cintura verde, ad un parco agricolo, in collegamento ed in relazione con i comuni limitrofi. Una città di pieni, ma anche di vuoti, per affrontare meglio sia le piogge torrenziali sia le grandi calure estive.