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Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi all’unanimità la risoluzione n. 79 con la quale l’assemblea legislativa esprime adesione al manifesto per l’urgente messa al bando dei Pfas, #BanPfas, illustrata dalla proponente, la consigliera di Europa Verde Cristina Guarda, ed emendata su proposta del consigliere Marco Zecchinato (Lega-LV) con l’indicazione, nelle premesse della risoluzione, delle azioni messe in opera dalla Regione del Veneto dal 2013.
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L’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, nel definire “un’ottima cosa” l’adesione al manifesto no Pfas evidenzia che si tratta di una battaglia iniziata da quasi dieci anni: “È dal 2015 che chiedo a Roma e a Bruxelles, ovvero a Stato ed Europa, di intervenire con limiti e messa al bando dei PFAS. Il mio impegno è testimoniato dai verbali dell’apposita Commissione bicamerale che – sottolinea l’Assessore -, dopo avermi audito più volte, ha ammesso che i limiti e la messa al bando non sono di competenza della Regione, ma bensì dello Stato e dell’Europa. Finalmente, con questa risoluzione, emerge quanto sostengo da anni e mi fa piacere che lo si affermi in un documento votato oggi all’unanimità, dalla maggioranza e dalla minoranza”.
Particolarmente soddisfatta la consigliera di Europa Verde Cristina Guarda, che considera il voto unanime un grande risultato: “Un voto davvero desiderato da parte di chi, in Veneto ed in Italia, ha sostenuto fin dall’inizio, dal 2013, l’urgenza di fermare l’uso e la diffusione dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche”.
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La risoluzione approvata propone infatti al Consiglio Regionale di aderire e sostenere il Maniferso Ban Pfas redatto da numerose organizzazioni attive su questo tema, che tra gli impegni contenuti ha quello di mettere al bando, gradualmente seppure a tappe forzate, la produzione di PFAS e la loro dispersione “Alla luce dei dati che confermano quanto la presenza di sostanze perfluoroalchiliche in Europa sia diffusa – aggiunge Guarda -, si impegna l’Unione Europea a sostenere l’abbandono dell’uso dei PFAS e le azioni di bonifica delle varie aree contaminate e di adottare il principio ‘chi inquina paga’. Il prezzo che paghiamo, in termini di salute e di economia, per la mancata adozione di provvedimenti preventivi e stringenti, sono incalcolabili.”
Conclude la consigliera di Europa Verde: “Dopo 9 anni di lotte che ho condiviso con cittadini e associazioni in Veneto, al fine di far riconoscere l’urgenza di un intervento, il Veneto assume un importante impegno nei confronti dei cittadini. Ringrazio i colleghi di opposizione e maggioranza per il sostegno. Ricordo che sono ancora tanti passi da fare in Veneto per la salute e la sicurezza in ambiente e agricoltura. Rimane una nota dolente: nonostante in Veneto e Piemonte si registrino i casi peggiori in Europa per contaminazione da PFAS, l’Italia non è tra le 5 nazioni europee che hanno proposto la revisione della normativa REACH riguardante i PFAS. È tempo di accelerare a questo cambiamento epocale, per rispetto della dei cittadini vittime di questo avvelenamento e, oggi come in futuro, saranno costretti a fare i conti con la presenza di PFAS nel sangue”.