Il mercato della politica: Elena Donazzan con Giovine e Siotto sgambetta Rucco, che deve reagire

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Il mercato della politica, Donazzan e Giovine contro Rucco
Il mercato della politica, Donazzan e Giovine contro Rucco

Mercato del lavoro” è una delle peggiori definizioni nate con la globalizzazione ma il “mercato della politica” è nato con la proposta/pretesa di governare il mondo con una organizzazione che, una volta insediati i suoi vertici, rappresentanti elettivi o golpisti più o meno nazional popolari che siano, è scelta in base a criteri sempre più lontani dalla meritocrazia e sempre più favorevoli ai servitori, non del popolo ma dei governanti di turno.

Le qualifiche dell’assessore da più di 13 anni

Ne è la conferma più lampante a casa nostra l’ex assistente di Berlato Elena Donazzan, che inizialmente col poi condannato Giancarlo Galan, quindi con l’imperscrutabile (banche venete, Pedemontana, sanità …) Luca Zaia, da più di 13 anni è assessore

  • al lavoro (lei che non avuto altri lavori se non la politica, anticipando in questo il vice premier M5S Luigi Di Maio, che, però. almeno il pizzaiolo e lo steward allo stadio lo aveva fatto)
  • all’istruzione (lei che mai ha terminato gli studi universitari da precorritrice della “collega” ministra senza laurea Valeria Fedeli)
  • alla formazione, quella del dossier predisposto con copiosa documentazione da Sergio Berlato, che lo consegnò al governatore veneto perché lo portasse in procura di Venezia e da noi raccontato in parte (ci è valso l’ennesima denuncia urbi et orbi addirittura dalla regione poi imitata dall’assessore o assessora che dir si voglia).
Morena Martini, sindaco di Rossano
Morena Martini, sindaco di Rossano

Il no delle forze politiche provinciale a Donazzan

Dell’evoluzione del mercato della politica, dicevamo, sono una cartina di tornasole proprio Le polemiche vicentine o, meglio, le bordate alzo zero di questi giorni dell’assessora (che brutta parola!) contro il sindaco di Vicenza Francesco Rucco, che da presidente della provincia, avrebbe ostacolato l’inserimento nel consiglio provinciale di uno di due designati da Elena di Venezia (per alcuni solo di Pove, dove è nata) cioè Morena Martini, sindaco di Rossano, o il suo vice Davide Berton.

L’ex candidata a palazzo Trissino (candidata da se stessa, visto che nessun partito, neanche la sua, ex, Forza Italia, la appoggiò) sostiene ora di aver supportato nelle urne il sindaco lanciato tra i partiti, invece, da Berlato, condiviso da tutto il centro destra ed eletto dalla maggioranza dei vicentini e, quindi, lo ripete il GdV, lo accusa di mancanza di riconoscenza perché da presidente della provincia non avrebbe scelto “suoi”  candidati e non quelli che Rucco afferma di aver “accettato” come garante delle scelte condivise da tutte le formazioni di partito o liste civiche.

Sono state queste, quindi, e tutte insieme, salvo marginali e chissà se realmente esistenti eccezioni, ad aver bocciato all’unanimità le mire di chi sta con Donazzan aspettandosi da lei quella riconoscenza che, invece, il presidente unitario della provincia ha riservato a tutte insieme le forze che lo hanno “eletto” (scelto, cioè).

Il mercato della politica

Ma l’assessora regionale, che dopo aver lasciato Berlato per Galan da pochi giorni ha fatto bye bye anche a Forza Italia strizzando l’occhio per il futuro in regione a Zaia, se costui non sceglierà altri lidi, se la prende con rumorosi strombazzamenti non certo ideali ma su questioni di “seggiole” con Rucco, che pure ha messo un importante assessorato nelle mani del suo capo della segreteria in regione, Silvio Giovine, e che ha issato a capo del gruppo della sua lista l’ambiziosa Simona Siotto, braccio destro di Giorgio Conte che per le amministrative ha “tickettato” con Donazzan.

Rucco, sindaco sconfessato

Ebbene oggi il sindaco di Vicenza può (deve) prendere atto che è stato “sconfessato” più volte dalla referente di un suo assessore e della capo gruppo della sua lista, che un giorno sì e l’altro invece pure, lancia bombe contro gli altri assessori, del cui club mai ha nascosto di voler entrare a far parte.

E allora Francesco Rucco, se non vuole continuare ad esporsi alla berlina quotidiana del fuoco, falsamente, amico e se non vuol perdere la fiducia dei cittadini, che devono sentirsi guidati da un sindaco capace di decidere e non solo di navigare a zig zag tra troppi compromessi (dopo quelli, temuti ma sempre più verosimili, col vecchio sistema), deve fare a meno di una “fettina” di alleati interessati chiaramente non a condividere il suo progetto di città ma a fette di potere per gestirla.

Mai si è visto un sindaco che non mandi a casa un assessore, che risponde non a lui e ai cittadini ma alla esponente politica di cui è capo della segreteria in regione e che sbertuccia il primo cittadino pubblicamente) e mai si è visto un leader di una lista che non ridimensioni un suo capo gruppo che fa la guerra agli altri assessori a turno.

Azioni da leader e primo cittadino

“Perdere” Silvio Giovine, si rassicuri Rucco, sarebbe un servizio doppio alla comunità: restituire alla regione al 100% le competenze che gli riconosce la sua “capa” e designare un altro assessore, magari su basi più meritocratiche e meno da mercato della politica, che si dedichi al 100% al Comune come voleva Rucco e come l’attuale assessore non fa.

Simona Siotto, capogruppo di #RuccoSindaco
Simona Siotto, capogruppo di #RuccoSindaco

Recuperare Simona Siotto, infine, inducendola, prima, a un doveroso passo indietro a favore di un vero capo gruppo che sappia fare squadra come pure il sindaco sta chiedendo a un assessore esperto come Cicero, potrebbe essere anche questo un servizio doppio: dimostrare al popolo di rispettare i voti dati a una eletta perché si metta al suo servizio e consentire alla consigliera al suo primo mandato di mettere in campo la sua esperienza professionale per il bene publico ma solo dopo un preventivo “praticantato” la cui necessità e utilità la Siotto di certo comprenderà visto che prima di diventare avvocato ha seguito la strada umile, faticosa ma formativa della praticante.

Con queste due mosse, che rafforzerebbero non solo la sua maggioranza ma soprattutto la sua dignità e la sua credibilità come primo cittadino, Rucco darebbe finalmente un primo stop all’avvilente spettacolo del mercato della politica che tutti condannano ma di cui stiamo vedendo un pessimo spettacolo a Vicenza.