Non c’è tregua alcuna, i lavoratori continuano a morire: sono già 15 i morti sul lavoro da inizio anno e di sicurezza sul lavoro si sente solo parlare. Nonostante le “feste comandate”. Come riporta l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro “Negli ultimi 3 giorni sono morti un operatore ecologico, un operaio, un addetto all’agricoltura e tre autotrasportatori.”
Ma per chi è tutto preso dalla necessità di gridare qualche slogan standosene comodamente seduto nelle poltrone del governo e del parlamento, evidentemente “va tutto bene”. Non si chiede neppure di “fare” (cosa impensabile nell’indifferenza imperante), ma si è, almeno, detto qualcosa? Si è sentito, almeno, un sussurro da parte di “lorsignori” sulla sicurezza sul lavoro? No, niente.
Intanto arriva la notizia che la produzione è in calo del 2,6% rispetto all’anno scorso. Se ne accorgono adesso, così, improvvisamente … ma, non bastava forse, guardarsi attorno, entrare in qualche fabbrica, rendersi conto che la povertà continua a crescere, che la disoccupazione non cala. Mah.
Vogliamo pensare male. Non è che, tra poco, ci diranno che sarà necessario diminuire ulteriormente i costi del lavoro (tra i quali la sicurezza è uno dei principali) e che bisognerà diminuire i diritti di chi lavora (che è un “privilegiato”) e che si dovrà “lavorare di più” per aumentare la produttività?
Parlano della necessità di fare la TAV e di come in tanti la vogliono, scendono in piazza per questo. Assicurano che bisogna finire la Pedemontana e le grandi opere (spesso inutili e dai costi, questi sì, esorbitanti) per modernizzare il paese.
Discutono di un “reddito di cittadinanza” che non si capisce ancora cosa sia, quanto sarà e a chi verrà elargito.
Litigano per la liberalizzazione o meno delle droghe leggere.
Ci dicono che per garantire la sicurezza sul lavoro bisogna cacciare i migranti, colpire chi occupa e presidia fabbriche e centri commerciali …
Ci vogliono, forse, convincere che il calo della produzione e la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro siano anch’esse responsabilità dei migranti, di quelli che “ci rubano il lavoro”, di quelli che magari sono poco produttivi o che non hanno voglia di lavorare o non lo sanno fare?
In definitiva la produzione è in forte calo e i decessi per infortunio nei luoghi di lavoro in drammatico aumento …
… ma dobbiamo restare tranquilli e pieni di ottimismo perché il ministro del lavoro, quel Di Maio che ha decisamente poche conoscenze di cosa significhi lavorare e faticare, dichiara che ci potrebbe essere un nuovo boom economico come quello del 1968.
Siamo messi male.
Abbiamo un governo che fa della cattiveria e dell’incompetenza le sue caratteristiche principali.
Povera Patria