Era ben noto che l’amministrazione, lecitamente, eletta dai vicentini, guidata, sempre di più solo sulla carta, dal sindaco Francesco Rucco, avrebbe oscillato tra i moderati di Forza Italia griffati Matteo Tosetto e di alcuni veri civici, la destra democratica di Fratelli d’Italia guidata da Sergio Berlato, i populisti sovranisti della Lega con Roberto Ciambetti “ambulante” piccione porta ordini tra Venezia e palazzo Trissino, i nostalgici un po’ folkloristici alla Claudio Cicero e l’estrema destra della simpatizzante, a dir poco, della Repubblica Sociale Italiana Elena Donazzan, rappresentata da Silvio Giovine, suo segretario, e da Simona Siotto inclusa nel ticket con Giorgio Conte e perfetta capo gruppo… dell’opposizione.
L’inefficace resistenza passiva di Rucco
Rucco ha, però e ben presto, di molto deluso le nostre ingenue aspettative, che, pur se piene di rischi ideali, erano quelle di una rottura col passato all’insegna della legalità.
Dopo non più di un mese di sua resistenza passiva (seguita dal silenzio sull’immobilismo pro Gianni Zonin della Fondazione Roi, dall’oblio della revisione promessa dell’impatto su Vicenza del progetto Tac Tav, dall’accettazione per conto del Pd e dei soliti noti della presidenza della provincia con la sua stazione appaltante unica, etc.) il nuovo sindaco ha abbracciato subito il sistema che, con le labbra intrise d’olio e salse varie, per un decennio ha gozzovigliato con l’amministrazione Variati a spese dei cittadini di Vicenza e del territorio di cui è capoluogo.
La minaccia della restaurazione
Ma ci ha sorpreso che Rucco, l’avvocato Rucco si consegnasse gattopardescamente alla restaurazione di quanto e di chi diceva di voler cambiare così palesemente da mostrare una scarsa perspicacia politica e, forse, anche una disattenzione, diciamo, procedurale, quella in cui Variati mai si è fatto sorprendere. Se disattendere le promesse e le aspettative pre elettorali riporta il sindaco e presidente della provincia sul piano di un politico qualunque, anche lui ex An, poi Pdl con Berlato, poi defilatosi, quindi rieletto da “civico” con Emanuela Dal Lago, infine scopertosi in balia dei partiti e dei loro accordi, non certo programmatici, ci preoccupa che Rucco non solo si sconfessi ma si faccia sconfessare nelle sue affermazioni di correttezza e trasparenza dal segretario della nostalgica Donazzan con un metodo che neanche il peggior Achille Variati usò o, per lo meno, mai mostrò di usare (questa è la diversità di spessore).
La prova mediatica della non cessata restaurazione
Ebbene Silvio Giovine, assessore al turismo, al lavoro e a tante altre faccende, sulla cui chiarezza ci stiamo impegnando a far luce, oggi in un colpo solo, imitando dal basso, bisogna dire anche questo, Jacopo Bulgarini d’Elci, e con un comunicato ufficiale dimostra questo nostro assunto. Ebbene parte VIOFF, il Vicenza Fuori Fiera realizzato, scrive il comunicato, dal Comune di Vicenza a firma Giovine per promuovere la città e le sue eccellenze in occasione di Vicenzaoro January, ha BEN 5 media partner. Quali sono? Eccoli: Il Giornale di Vicenza, Rete Veneta, TVA Vicenza, Tviweb, Vvox.
I media partner di Vioff
Ebbene è noto che
- Il Giornale di Vicenza e Tva Vicenza appartengono alla Athesys di Confindustria Vicenza e Verona (ben noto è stato, ad esempio, il loro supporto a chi hanno adeguatamente informato per acquistare le azioni della di Gianni Zonin e del presidente confindustriale Giuseppe Zigliotto, consigliere di amministrazione della banca, entrambi ora imputati per il crac della ex Popolare vicentina)
- Rete Veneta è della famiglia Jannacopulos storicamente e mediaticamente vicina all’assessore regionale alla formazione
- Tviweb fa riferimento ad Arrigo Abalti, uno dei collezionisti di maggior successo nella raccolta di cariche con matrice Donazzan, Conte e Signorin
- Vvox ha come socia di maggioranza una Meneghini, la cui omonima agenzia Meneghini & Associati raccoglie la sua pubblicità e ospita la sua redazione.
Le domande a Isabella Dotto, assessore alla legalità
Per non coinvolgere. allora, Francesco Rucco, così impegnato a volare basso che prima o poi si schianterà contro un… dosso (è per questo che Cicero li sta eliminando di gran carriera?) se non raccoglierà il nostro ennesimo ed ancora fiducioso appello ad alzare la schiena (lui ci ha sempre detto di avere due figlie e una moglie a cui non darebbe dispiaceri neanche solo per dubbi sulla sua linearità), ebbene, se l’elenco di cui sopra è come è, allora ad Isabella Dotto, assessore alla legalità con deleghe in materia di affari legali, contratti, trasparenza amministrativa, prevenzione della corruzione…) chiediamo se
- per la scelta dei media Partner di Vioff è stata seguita una procedura di scelta
- se sì, con quali criteri e in base a quale “trattativa” ad accesso trasparente
- se sì, chi e da chi è stato invitato a partecipare oltre ai media partner ufficializzati
- quale è il “ritorno” in servizi immateriali e fee concretii che il Comune di Vicenza ha ottenuto dall’accordo con i media partner
- nel caso la procedura non fosse stata corretta quali azioni intende intraprendere, oltre all’immediata sospensione pubblica della qualifica.
Le coltri di nebbia da dissipare
Questo lo chiediamo non tanto per noi, che come testata siamo in grado di dimostrare tecnicamente la nostra diffusione locale e pluri regionale maggiore di almeno due delle testate prescelte dall’assessore Giovine, ma per i cittadini che non devono ancora una volta temere che anche la nuova amministrazione continui a spargere coltri di nebbia come quelle che hanno coperto le vicende, quali BPVi, Roi e Fiera di Vicenza, che hanno impoverito drammaticamente il territorio, economicamente e culturalmente, grazie a contiguità del sistema politico con partner mediatici, diciamo, non particolarmente attenti agli interessi pubblici.