(Adnkronos) – Israele bombarda Damasco, colpisce l’area dell’ambasciata dell’Iran in Siria e uccide un comandante dei pasdaran (leggi “Ambasciata Iran in Siria, Israele uccide comandante pasdaran: chi era“). In una giornata ad altissima tensione, Teheran preannuncia una risposta “dura” all’attacco portato dai caccia di Tel Aviv. I media iraniani diffondono le news nel pomeriggio italiano, facendo riferimento inizialmente a dn raid di Israele contro un sito adiacente all’ambasciata iraniana nella capitale siriana, secondo il report dell’agenzia Tasnim. Il complesso comprende il consolato e la residenza dell’ambasciatore iraniano. Il primo bilancio è di almeno 7 morti, tra le vittime anche l’alto ufficiale dei Guardiani della rivoluzione Mohammad Reza Zahedi. L’obiettivo del raid israeliano sarebbe stato, secondo l’emittente pubblica iraniana al-Alam, il consolato che è stato “completamente distrutto”. Il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran annuncia quindi che che “Israele ha compiuto un crimine a Damasco, che ha portato al martirio del generale di brigata Mohammad Reza Zahedi, del generale di brigata Mohammad Hadi Haji Rahimi e di 5 degli ufficiali che li accompagnavano”. L’attacco, secondo i pasdaran, “arriva dopo il fallimento” di Israele “di fronte alla resistenza palestinese e ai combattenti del Fronte di resistenza islamica nella regione”.
L’ambasciatore iraniano in Siria e la sua famiglia non figurano tra le vittime. E’ proprio il diplomatico, Hossein Akbari, a promettere che la risposta di Teheran “sarà dura”. “Risponderemo all’attacco nello stesso modo, al momento giusto e nel luogo giusto”, dice. “Prendere di mira il consolato iraniano è una violazione delle norme internazionali e Israele dovrà sopportarne le ripercussioni”, afferma dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian. “La comunità internazionale deve prendere una posizione ferma contro tali atti criminali”, dice. L’attacco a Damasco fa passare quasi in secondo piano l’altra novità della giornata, nella Striscia di Gaza, con il ritiro delle forze di difesa israeliane dall’ospedale al-Shifa. I residenti denunciano la “distruzione totale” della struttura. I soldati israeliani “hanno raso al suolo ogni segno di vita”, testimonia un civile a Damasco. Diversi edifici sono stati incendiati. A terra ci sono ancora cadaveri, due dei quali proprio nel cortile dell’ospedale. Ma alcuni pazienti e medici e paramedici, così come sfollati, si trovano ancora nel complesso. Secondo Israele, le persone detenute nell’ospedale durante il raid militare sono state “trattate in conformità con il diritto internazionale”. Davanti alle proteste dei medici di al-Shifa secondo cui il personale sarebbe stato costretto a spogliarsi nudo, le Idf rispondono che “spesso è necessario che i sospetti terroristi consegnino i loro vestiti in modo che i loro vestiti possano essere perquisiti e per assicurarsi che non nascondano giubbotti esplosivi o altre armi”. Le Idf aggiunge che ai membri del personale sono stati restituiti i loro vestiti “quando è stato possibile farlo”. Nelle operazioni, durate nel complesso 14 giorni, sarebbero stati uccisi militanti di Hamas e sequestrati armi e documenti di intelligence. La Protezione Civile di Gaza ha riferito in precedenza che almeno 300 corpi sono stati trovati finora all’ospedale. L’organizzazione ha aggiunto che è difficile determinare il numero esatto di persone uccise, poiché le forze israeliane avrebbero seppellito i corpi all’interno e intorno al complesso demolendo le strade vicine. Se confermate, le notizie sui cadaveri “sarebbero molto preoccupanti”, dice la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre rispondendo nel corso del briefing con la stampa ad una domanda di una giornalista. “Chiederemo ulteriori informazioni” a Israele. La portavoce della Casa Bianca ricorda “il diritto di Israele a difendersi ma nello stesso tempo sottolinea che non vogliamo vedere sparatorie all’interno degli ospedali anche se sappiamo che Hamas usa le strutture civili”. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano nelle stesse ore chiede un’indagine internazionale urgente. Nasser Kanaani in un post su ‘X’, secondo quanto riferisce l’agenzia stampa iraniana ‘Tasnim’, afferma che le immagini dell’ospedale al-Shifa, le testimonianze e i resoconti dei media sull’entità della distruzione “del massacro e del numero di palestinesi detenuti lì sono spaventosi e terribili”. Kanaani sottolinea “l’urgente necessità di un’indagine internazionale sulle atrocità israeliane nell’ospedale”. “Le istituzioni internazionali adempiranno ai loro doveri? I noti difensori dei diritti umani sosterranno un’indagine internazionale sugli aspetti di questo palese crimine di guerra o i comportamenti selettivi e discriminatori in materia di diritti umani continueranno ancora?”, chiede sarcasticamente Kanaani. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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