Vito Mancuso con allievi del Pedrollo, conferenza-concerto “Non ti manchi mai la gioia”: Basilica di Santa Maria di Monte Berico mercoledì 10 aprile

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Vito Mancuso & allievi Pedrollo, conferenza-concerto Monte Berico
Vito Mancuso & allievi Pedrollo, conferenza-concerto Monte Berico

In un evento che promette di essere non solo un concerto ma una vera e propria esperienza culturale arricchente, il teologo e filosofo Vito Mancuso unisce le forze con gli allievi del Conservatorio Pedrollo di Vicenza per la conferenza-concerto “Non ti manchi mai la gioia“. Questo appuntamento unico si terrà nella splendida cornice della Basilica di Santa Maria di Monte Berico mercoledì 10 aprile alle ore 20.30, con ingresso libero per tutti coloro che desiderano partecipare.

La conferenza vedrà Mancuso, una figura di spicco nel panorama teologico e filosofico italiano, presentare il suo nuovo libro omonimo alla serata. “Non ti manchi mai la gioia” si propone come un manifesto per una filosofia della liberazione personale, invitando i presenti a riflettere sulle trappole della vita moderna che ci impediscono di vivere pienamente. Mancuso ci guida attraverso un percorso di piccoli ma significativi passi verso l’autenticità e la gioia profonda di vivere, offrendoci le chiavi per diventare i protagonisti della nostra liberazione.

Accanto al pensiero stimolante di Mancuso, la serata sarà impreziosita dalla performance del “Cymbone Quartet”, un ensemble di tromboni composto da allievi del Conservatorio Pedrollo. Il programma musicale spazia dalle sonorità sacre di Gabrieli e Lotti a quelle romantiche di Bruckner, senza dimenticare la bellezza polifonica di Gasperini e Mozart. Questa selezione musicale non solo offre un viaggio attraverso diversi periodi storici e stili, ma sottolinea anche l’importanza della musica come mezzo di espressione e connessione spirituale.

Vito Mancuso, con la sua vasta esperienza accademica e la sua attività come autore e commentatore su alcuni dei principali media italiani, ci ricorda l’importanza di interrogarci sulle grandi domande dell’esistenza. La sua filosofia della relazione ci invita a considerare la nostra vita come un intreccio di legami che possono portarci verso una maggiore comprensione di noi stessi e dell’universo.

L’evento “Non ti manchi mai la gioia” rappresenta quindi un’opportunità unica non solo per gli appassionati di musica classica ma per chiunque sia in cerca di spunti di riflessione sulla propria esistenza. Tra le note dei grandi compositori e le parole di Vito Mancuso, la serata promette di essere un momento di elevazione culturale e spirituale, aperto a tutti coloro che desiderano arricchire il proprio percorso personale con la bellezza della musica e la profondità del pensiero filosofico.

SPAZIO MUSICALE con l’Ensemble di Tromboni “Cymbone Quartet”
Tromboni tenori: Rachele Mantovan, Luca Mariotti, Riccardo Piazza
Trombone basso: Riccardo Benetazzo
Allievi della classe di Trombone del prof. Fabio Rovere

G. Gabrieli Jubilate Deo
A. Lotti Crucifixus
A. Bruckner Locus Iste
Q. Gasperini Adoramus te, Christe
W. A. Mozart Ave Verum
Il programma che ci propone il quartetto d’ottoni offre una selezione di trascrizioni da brani corali della tradizione sacra. L’austerità religiosa del coro si traspone opportunamente per gli strumenti che già nella cappella marciana dove i Gabrieli fecero scuola, raddoppiavano le voci o le alternavano in ulteriori semicori. Un assaggio di queste sonorità veneziane che suggeriscono la moltiplicazione delle parti la abbiamo con il Crucifixus di Antonio Lotti, riduzione a quattro voci dell’elaborazione originaria per otto voci ma che mantiene tutto il cruciante pathos costruito dalle dissonanze che vengono ad accavallarsi meravigliosamente una sopra l’altra. Dopo la parentesi romantica del mottetto di Bruckner, in un analogo stile ‘osservato’ per carattere e compostezza, il Cymbone Quartet propone un inno per lungo tempo attribuito a Mozart (K. 327), rivelatosi invece un originale del piemontese Quirino Gasperini copiato probabilmente durante le lezioni di contrappunto presso il Padre Martini a Bologna. Brano che Albert Einstein associa per bellezza all’Ave Verum, e «la cui polifonia è forse più equilibrata di quella del maestro salisburghese».

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