Nuove critiche al Governo Meloni dopo la norma approvata dalla maggioranza che modifica il regolamento sulla par condicio per le europee dell’8-9 giugno, nei programmi di approfondimento giornalistico pubblico.
In un articolo a firma di Matteo Pucciarelli su La Repubblica di oggi, vengono raccolte le lamentele, in particolare quelle dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti della Rai: “Si ritorna all’Istituto Luce“.
Le modifiche prevedono che Ministri e sottosegretari non avranno alcun vincolo di tempo nei programmi purché sia riferito all’attività istituzionale.
Nell’analisi sulle novità introdotte si legge: “La “deriva orbaniana” di Giorgia Meloni, come la definisce il Pd e ben descritta dalle rappresentanze giornalistiche, fa scatenare in maniera compatta le opposizioni, visto come detto che si potranno ampliare a dismisura gli spazi per premier e ministri”.
E ancora: “Toccherà all’Agcom monitorare, oltre che quelle delle forze politiche, le presenze di rappresentanti istituzionali durante la par condicio sulla base delle previsioni di legge, in particolare quella del 1993, e dei regolamenti approvati ed eventualmente invitare al riequilibrio o irrogare sanzioni.
Domani – prosegue il quotidiano – si riunirà il Consiglio dell’Autorità per dare il via libera definitivo alla delibera approvata e trasmessa alla Vigilanza, valida per le emettenti private. Andrà a finire che per le reti private le regole saranno più restrittive, mentre in Rai impazzerà TeleMeloni. Questo grazie alla riforma del 2015 voluta dall’allora premier Matteo Renzi: il cda della Rai è composto non più da cinque consiglieri nominati dai presidenti di Camera e Senato ma da sette consiglieri, due di nomina governativa: quattro su sette quindi sono espressione della maggioranza. Anche l’ad è di nomina del cda ed è lui a sua volta a investire dirigenti di primo livello e direttori vari. Insomma, alla fine la destra sta agendo con una perfetta manovra a tenaglia”.
Fonte: La Repubblica