Vicenza è una provincia ancora attrattiva per i lavoratori? Secondo una ricerca del Centro Studi Cisl, no.

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La presentazione della ricerca del Centro Studi Cisl Vicenza
La presentazione della ricerca del Centro Studi Cisl Vicenza

Vicenza è ancora una provincia attrattiva come in passato, quando era la punta di diamante del Nord Est dei miracoli, quello che macinava record economici e attirava i lavoratori provenienti da tutta Italia? È il tema della nuova indagine del Centro Studi Cisl Vicenza, che attraverso un questionario sottoposto ad un campione di oltre 1.100 lavoratori vicentini ha tracciato il quadro di come viene attualmente considerata la vita all’ombra dei Berici. Secondo il Segretario Generale provinciale di Cisl Vicenza Raffaele Consiglio i lavoratori sono i migliori giudici dell’attrattività di un territorio per gli altri lavoratori e, senza troppi giri di parole, le risposte al questionario dimostrano che la città del Palladio non piace più come in passato. «Bisogna capire le ragioni di questo fenomeno e intervenire al più presto – dice Consiglio – perché la demografia ci dice che nel 2042, dunque tra meno di 20 anni, nel Vicentino la popolazione in età lavorativa si ridurrà al 54,7% e il 33,1%, dunque 1 vicentino su 3, avrà più di 65 anni. Abbiamo quindi bisogno di far sì che i lavoratori di altri territori tornino a scegliere di trasferirsi nella nostra provincia».

Scendendo nei dettagli delle risposte al questionario, il giudizio generale dei lavoratori sulle opportunità e qualità di vita offerte a Vicenza tende al positivo: è giudicata “abbastanza o molto attraente” per il 42,1%, mentre i giudizi negativi si attestano al 18,8% (“poco attraente” per il 15,64%, “per nulla attraente” per il 3,16%.), con un 39,1% che valutano il territorio vicentino “mediamente attraente”. La valutazione è più positiva da parte degli uomini rispetto alle donne e tra i lavoratori di età più matura. Sono invece i giovani ad essere critici, la fascia 15-24 anni dà un giudizio negativo per il 33,34%, contro circa il 19% tra i 45 e i 64 anni, e il 25% tra gli over 65; il giudizio più favorevole lo esprimono i lavoratori tra i 35 e i 44 anni con circa il 48,4%.

Se il quadro generale ancora si salva, guardando alle singole tematiche i giudizi negativi superano sempre quelli positivi.

Sulla sostenibilità ambientale del territorio esprime un giudizio negativo il 43,15% del campione, contro un 18,8% di valutazioni positive (mentre il 38,05% esprime un giudizio neutro); sulle opportunità cultuali e ricreative è critico il 46,75% del campione, contro un 18,98% di pareri positivi e il 34,27% di giudizi neutrali; sulla sanità esprime una valutazione negativa il 42% contro il 21,88% di pareri favorevoli e il 36,12% di giudizi neutrali; mentre su trasporti e mobilità il giudizio negativo è pari al 53,25% del campione, contro un 16,08% di valutazioni positive e un 30,67% di giudizi né positivi né negativi.

Le opportunità di lavoro sono il parametro valutato in modo più benevolo, ma anche qui i giudizi negativi superano quelli positivi (36,03% contro 29,96%, con un ulteriore 34,01% di valori neutrali).

A conferma di queste valutazioni, la maggioranza dei lavoratori vicentini (54,66%) consiglierebbe ad un figlio o ad un amico di trasferirsi all’estero per cercare lavoro, percentuale oltre tre volte e mezzo maggiore rispetto a chi invece sconsiglierebbe questa scelta (14,42%, mentre i giudizi neutrali sono il 30,93%). In questo caso le percentuali non variano di molto rispetto all’età: i dati sui favorevoli al trasferimento all’estero oscillano tra il 55,07% degli under 35 e il 52,55% degli over 55. Viceversa, consiglierebbe di trasferirsi in provincia di Vicenza per cercare lavoro il 44,62% del campione, contro un 14,41% di contrari e un 40,97% di valutazioni neutrali. In questo caso, i più giovani (15-24 anni) sono anche i più critici rispetto a questa possibilità (non consiglierebbe di trasferirsi a Vicenza per lavoro il 33,33% del campione), mentre i giudizi più favorevoli si hanno nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni.

Il quadro che emerge è di un territorio ancora tendenzialmente attrattivo ma solo per le opportunità professionali, meno per altre dimensioni che nella società di oggi hanno una crescente rilevanza – come rilevato anche in altre indagini del Centro Studi Cisl Vicenza – in quanto la qualità di vita è un valore considerato con sempre maggiore attenzione, soprattutto dalle nuove generazioni.

Da qui le proposte di Cisl Vicenza, che Raffaele Consiglio sintetizza così: «Bisogna lavorare tutti insieme perché la percezione dei vicentini stessi, giusta o sbagliata che sia, è quella di un territorio con una serie di punti deboli in molti ambiti fondamentali. In questa prospettiva occorre investire nei servizi ai cittadini e nelle opportunità culturali. Chiediamo dunque alle istituzioni locali di affrontare il tema dell’attrattività del territorio tenendo in considerazione che il nostro futuro dipende proprio dalla nostra capacità di essere attrattivi, per riuscire a trattenere i giovani vicentini e allo stesso tempo intercettare i lavoratori disposti a trasferirsi. Questa è l’unica possibilità per arginare gli effetti del calo demografico, soprattutto nel breve e medio termine, considerando che ogni politica di sviluppo demografico porterebbe comunque dei benefici solo tra molti anni. E senza lavoratori non possiamo creare la ricchezza che ci serve per sostenere la spesa pubblica e il nostro welfare. Questo è un dato di fatto in un territorio come il nostro, dove la ricchezza viene prodotta attraverso il lavoro, non tramite la finanza».